Dal Piccolo del 12/07/13
Gas Natural gioca la carta del Tar: «Rigassificatore, no allo stop»
di Matteo Unterweger Gas Natural Rigassificazione Italia contro tutti. Contro tre ministeri: dell’Ambiente, per i Beni culturali, dello Sviluppo economico. Contro l’Autorità portuale di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas, il Comune di Trieste e pure contro Ezit e Siot. La società che, per conto della gruppo Gas Natural Fenosa, vuole realizzare il rigassificatore di Zaule, ha infatti aperto una battaglia giudiziaria al Tar del Lazio, presentando un ricorso per l’annullamento del decreto ministeriale del 18 aprile scorso con cui è stata sospesa l’efficacia del decreto di compatibilità ambientale del luglio 2009 relativo al progetto del rigassificatore di Zaule e alle opere connesse. Gas Natural, in pratica, ritiene illegittimo l’atto del ministero dell’Ambiente, firmato dall’allora ministro Corrado Clini e controfirmato dal collega dell’epoca ai Beni culturali Lorenzo Ornaghi (si era nella fase finale del mandato del governo Monti), con il quale sono stati dati sei mesi di tempo a Gas Natural per individuare per l’impianto una localizzazione alternativa compatibile con il Piano regolatore portuale o all’Autorità portuale per modificare il proprio Piano regolatore in modo da renderlo compatibile con il progetto del terminale. Il tutto posto che, sulla base dello studio con dati e scenari futuri presentato dalla stessa Authority, lo sviluppo del traffico marittimo del porto triestino e la presenza del terminale di rigassificazione non sono compatibili. Il decreto del 18 aprile scorso aveva di conseguenza indotto poi il ministero dello Sviluppo economico, retto in quel momento ancora da Corrado Passera, sostenitore del progetto, a sospendere il processo autorizzativo per la costruzione dell’impianto. Il 17 luglio, mercoledì prossimo, è in calendario l’udienza cautelare al Tar del Lazio: i giudici si pronunceranno sulla richiesta di sospensione del provvedimento avanzata da Gas Natural. Nel merito, si esprimeranno successivamente. Il ricorrente – attraverso gli avvocati Antonio Lirosi, Giuseppe Velluto e Stefano Cunico – ha chiamato in causa non solo i due ministeri che hanno siglato il decreto (Ambiente e Beni culturali). Ma anche tutte le realtà che, nell’arco degli anni, sono state in qualche misura coinvolte con atti e pronunce proprie nel procedimento autorizzativo collegato. L’udienza è fissata proprio a una settimana dal 24 luglio, giornata in cui la Commissione europea si pronuncerà in via definitiva sull’inserimento o meno anche del rigassificatore di Zaule fra le opere energetiche prioritarie comunitarie. In pochi giorni, dunque, due appuntamenti chiave. Con Gas Natural che non molla nonostante a più riprese il territorio abbia espresso, tramite enti locali, associazioni e gruppi di cittadini, la propria ferrea contrarietà al progetto. E proprio all’inizio di questa settimana anche la governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha ufficializzato il «parere contrario» della Regione alla realizzazione dell’impianto attraverso una lettera inviata ai ministri Orlando (Ambiente), Lupi (Infrastrutture) e Zanonato (Sviluppo economico), e per conoscenza al premier Letta, oltre che alla Commissione europea (al presidente Barroso e ai commissari Tajani, Poto›nik e Oettinger).
13/07/13
Caso rigassificatore al Tar: la Regione sfida Gas Natural
di Pier Paolo Garofalo «La Regione si costituirà in giudizio davanti al Tar contro il ricorso di Gas Natural Rigassificazione Italia, anche per dare un segnale d’immutata contrarietà al progetto di rigassificatore così come è presentato allo stato attuale». All’indomani della mossa giudiziaria del colosso dell’energia, che chiede l’annullamento del decreto ministeriale del 18 aprile scorso con cui è stata sospesa l’efficacia del decreto di compatibilità ambientale del luglio 2009 per il progetto del rigassificatore di Zaule e opere connesse, arrivano le reazioni. Quella della Regione è stata espressa, appunto, dall’assessore all’Ambiente Sara Vito. «Ne abbiamo discusso in giunta – precisa – e ci siamo trovati concordi: in quanto soggetto chiamato in giudizio, la Regione si costituirà. È un modo anche per offrire all’esterno un segnale di opposizione al progetto per Zaule. Per ora è solo una questione di iter procedurale, poi si vedrà». Sulla stessa linea anche il Comune di Trieste, come spiega il sindaco Roberto Cosolini. «Gas Natural – attacca il primo cittadino – aveva e ha il diritto di procedere a tale mossa e ha deciso di avvalersene. Vedremo come andrà a finire. Da parte mia posso solo ribadire il “no” al progetto, peraltro già espresso più volte in passato». Nello specifico, la società che per conto della gruppo Gas Natural Fenosa vuole realizzare il rigassificatore di Zaule ha aperto una battaglia giudiziaria al Tar del Lazio poiché ritiene illegittimo l’atto del Ministero dell’ambiente, firmato dall’allora ministro Corrado Clini e controfirmato dal collega dell’epoca ai Beni culturali Lorenzo Ornaghi (fase finale del governo Monti), con il quale sono stati dati sei mesi di tempo a Gas Natural per individuare una localizzazione alternativa per l’impianto, compatibile con il Piano regolatore portuale, o all’Autorità portuale per modificare il proprio Piano regolatore in modo da renderlo compatibile con il progetto del terminale. Gas Natural, dunque, si è messa contro ben tre ministeri (Ambiente, Beni culturali e Sviluppo economico) l’Autorità portuale, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas, il Comune e pure l’Ezit e la Siot. In base a studi dell’Authority, lo sviluppo del traffico marittimo a Trieste e la presenza del rigassificatore non sono compatibili. Il decreto del 18 aprile scorso aveva quindi indotto poi lo Sviluppo economico a sospendere l’iter autorizzativo per la costruzione del terminal. Mercoledì prossimo l’udienza cautelare al Tar laziale. «Non è strano che Gas Natural tenti la strada del ricorso al Tar, anche se non ci sono i presupposti per ribaltare i provvedimenti ministeriali e regionali impugnati – così la governatrice del Fvg Debora Serracchiani -. Coerentemente, abbiamo deliberato di costituirci in giudizio per sostenere la loro legittimità anche in sede di sospensiva».