NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE
SOLIDARIETA’ AI DUE STUDENTI
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Studenti condannati,
il caso in Parlamento
La condanna di due studenti friulani per l’occupazione del liceo Marinelli nell’ottobre del 2008 diventa caso nazionale che sarà portato in Parlamento con un’interrogazione alla quale stanno lavorando i senatori del Pd Carlo Pegorer e Felice Casson.
I protagonisti | La solidarietà
Messaggero Veneto GIOVEDÌ, 19 NOVEMBRE 2009
Pagina 4 – Udine |
Occuparono il Marinelli: liceali condannati |
L’accusa per due studenti: invasione di edifici. I fatti risalgono all’ottobre 2008 |
IL CASO |
Sarà fissato un processo: gli imputati si sono opposti alla decisione della magistratura I ragazzi avevano con sé le chiavi dei lucchetti per chiudere le porte dell’istituto |
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Ci sarà un processo pubblico per due degli studenti che nell’ottobre dell’anno scorso avevano partecipato all’occupazione del liceo scientifico Marinelli. Arrivata la condanna con il decreto penale, i due si sono opposti e quindi si andrà in tribunale. L’articolo del Codice penale violato è quello numero 633: Invasione di edifici. La decisione della procura della repubblica era arrivata in seguito alla segnalazione della Digos. |
La polizia, infatti, era arrivata al liceo per cercare di concordare con gli studenti una “linea morbida” che escludesse l’occupazione. Secondo quanto si è appreso, la comunicazione della notizia di reato è arrivata nei confronti degli studenti (maggiorenni) che avevano con sè le chiavi dei lucchetti utilizzati per chiudere con le catene le porte della scuola. Il procedimento penale è proseguito d’ufficio perché, come è indicato nel secondo comma del reato ipotizzato, il fatto risultava commesso da più di cinque persone. Secondo le stime della polizia, erano infatti una trentina gli studenti protagonisti dell’occupazione all’interno del liceo. Ieri a confermare la condanna dei due compagni di scuola sono stati i componenti il Movimento studentesco di Udine. Con una e-mail spedita agli organi di stampa, gli stessi hanno confermato che «il procedimento non è stato avviato da una denuncia della scuola (anzi, il preside si è sempre dichiarato contrario a procedimenti di condanna esterni all’istituzione scolastica) ma è andato avanti d’ufficio con le relazioni della polizia. I due ragazzi, di fronte a questa condanna (pari a 15 giorni di arresto, mutati in una multa di 570 euro a testa) hanno presentato ricorso». Il decreto penale di condanna è stato firmato dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta del pubblico ministero, che non aveva delegato ulteriori indagini alla Digos in seguito alla segnalazione della stessa polizia. Con l’opposizione al decreto penale, dunque, i due giovani intendono affrontare il processo pubblico. Nel manifestare «piena solidarietà ai ragazzi!», il Movimento studentesco ritiene «assurdo che un provvedimento di questo tipo sia preso a un anno di distanza dai fatti. Denunciamo l’ennesimo tentativo di criminalizzare e fermare delle legittime proteste per una scuola migliore». |