OCCUPYTRIESTE/ La replica alle balle dei giornali e del questore

Rispetto alla manifestazione di venerdì scorso a Trieste riportiamo di seguito l’articolo che uscirà su Umanità Nova di questa settimana, il comunicato di Occupytrieste e l’articolo del piccolo di oggi (lunedì 14).
Trieste: occupazione e cariche

L’11 novembre anche a Trieste è stato raccolto l’appello di OccupyWallStreet “occupa tutto!”. In trecento, per la maggior parte studenti delle scuole superiori cittadine, si sono ritrovati nella centrale piazza Oberdan e sono partiti in corteo in direzione di un’ex banca, abbandonata da tempo, con l’intenzione di restituirla alla città come spazio collettivo e autogestito. Contemporaneamente, di fronte alla Banca d’Italia, situata in un’altra zona della città, alcuni sindacati di base e il coordinamento “No Debito” di Trieste hanno organizzato e svolto un presidio contro i provvedimenti del governo italiano e dell’Unione Europea. Quando il corteo degli studenti è arrivato di fronte alla banca vuota, la presenza di poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa era notevole, così come quella delle guardie in borghese. L’ingresso principale della banca era presidiato, anche se una decina di indignati erano riusciti a penetrare all’interno della banca da una porta laterale. La situazione cominciava a diventare tesa, fra le provocazioni della polizia e l’incertezza sul da farsi. Infatti è stato subito chiaro che sarebbe stato impossibile entrare in massa nell’edificio, visto il numero di forze del disordine presenti. Il presidio di fronte al palazzo si andava leggermente ingrossando, mentre dalle finestre della banca, da coloro che si erano chiusi dentro, venivano esposti diversi cartelli contro il debito e per reclamare spazi di libertà. Dopo più di un’ora di attesa, i manifestanti all’esterno si sono mossi in corteo, verso la centralissima piazza Goldoni, tornando poi repentinamente indietro per aggirare il blocco poliziesco. La manovra però non è riuscita e da parte di alcuni poliziotti sono iniziati a volare i manganelli. Uno studente è stato ferito in modo serio e ha dovuto essere ricoverato (gli verranno messi alcuni punti di sutura alla testa ed il collare), altri hanno subito colpi e contusioni alla testa e alle braccia. Quando ormai sembrava chiaro che l’unica soluzione possibile era quella di uscire tutti dal palazzo, in altri quaranta si sono infilati  nella porta laterale, mentre fuori la polizia continuava a provocare e spintonare. Nemmeno questo ultimo tentativo è però andato a buon fine e coloro che erano all’interno sono dovuti uscire, senza venire identificati ma sotto l’obiettivo si alcune telecamere in mano agli genti della digos. Tutti i presenti sono poi ripartiti in corteo verso un’altra zona della città, dove era stato aperto un ufficio della Provincia in disuso e dove si è svolta un’assemblea. Il nuovo posto, situato nella cosiddetta “cittavecchia”, è stato pulito e adibito a sportello anticrisi e punto di riferimento per le prossime mobilitazioni, a partire dal 17 novembre, giornata internazionale degli studenti e per il diritto allo studio. Numerosi i compagni anarchici e libertari presenti alla manifestazione di venerdì e buona la distribuzione di Umanità Nova.

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#Occupytrieste intende rispondere non solo all’articolo pubblicato sul Il Piccolo in data 13 novembre 2011 e firmato da Corrado Barbacini, ma anche al comunicato del Questore Padulano pubblicato nello stesso numero del quotidiano.
È compito di tutti, dei giornalisti, delle istituzioni e anche nostro di manifestanti ricercare la verità e renderla fedelmente agli occhi dell’opinione pubblica.
Noi crediamo che né l’articolo di cronaca né la lettera del sig. Questore la rispecchi. Crediamo anzi che la distorgano completamente, che diano un’immagine falsa dei fatti. Ribadiamo che non c’è stato nessun fitto lancio di lattine. Due o tre lattine sono state lanciate contro la polizia dopo che la cosiddetta “carica di alleggerimento” ha ferito il ragazzo. Sfidiamo la Questura ad esibire i video di questo “fitto lancio”. Inoltre facciamo notare che poche lattine, vuote o piene che siano, contro poliziotti in antisommossa non ci sembra un motivo valido per attaccare in maniera così violenta ragazzi, molti di loro minorenni, con le mani alzate e nude.
Inoltre sul quotidiano è stata ribadita la presenza di leaders all’interno del movimento che avrebbero guidato il tanto millantato “assalto” alla ex sede del Banco di Napoli. Non capiamo veramente cosa ci sia di difficile da comprendere nell’espressione, da noi ribadita più e più volte, “comunità e condivisione di intenti”. Lo ripetiamo ancora, a scanso di ulteriori fraintendimenti: nel nostro movimento non ci sono leader, le decisioni e le pratiche sono condivise da tutti.
Per quanto riguarda il percorso del corteo, questo è stato cambiato durante il suo svolgimento in accordo con i vigili urbani e solo dopo che ci era arrivata la comunicazione dell’occupazione della banca già in atto e che le persone all’interno erano assediate dalla polizia. Il fatto di non non aver annunciato che saremmo entrati in quella banca abbandonata ci pare del tutto ovvio.
Per quanto riguarda il ferimento di agenti di polizia, ci sembra difficile credere che agenti addestrati, corazzati con divise antisommossa dotate di caschi, scudi e protezioni varie siano stati feriti o anche solo contusi da ragazzi disarmati, a mani alzate o da lattine semivuote. In caso questo fosse vero, la differenza tra le prognosi di questi agenti – alcuni giorni – e quella del nostro compagno ferito – 15 giorni – è di per sé sufficiente a far comprendere la sproporzione nella “violenza” messa in campo dalle due parti. Se veramente agenti sono stati feriti, riteniamo che sia più probabile si siano fatti male fra di loro nella foga che hanno impiegato per tentare di respingerci. Foga testimoniata anche dal fatto che gli stessi dirigenti della Digos presenti in piazza hanno cercato di frapporsi fra noi e gli agenti nel tentativo di bloccare la carica, che quindi è stata scatenata da un’iniziativa personale di alcuni agenti.
Tentativi di dialogo sono stati fatti eccome, siamo arrivati a trattare addirittura una nostra occupazione del luogo solo temporanea per fare un’assemblea. La risposta che ci è arrivata è sempre stata un categorico “no”. Alla luce di ciò possiamo dire che il dialogo è stato impossibile, e non a priori.
In conclusione denunciamo l’eccessiva violenza nella risposta delle forze dell’ordine nei confronti di un’approccio da parte nostra come sempre non violento. Ribadiamo la legittimità dei nostri intenti, siamo costernati e arrabbiati nel vedere quanta foga, violenza, intransigenza e ottusità si sia utilizzata per difendere uno spazio vuoto e abbandonato, inutile per la città e privo di senso. Noi l’avremmo reso più bello, più colmo di significato, più utile per la costruzione di una città più degna, aperto a questa città, al dialogo, al confronto e alla partecipazione collettiva nella costruzione di un’uscita tutti insieme dalla crisi. Questo non è stato reso possibile, ce lo avete impedito. Sappiate che ormai è difficile se non impossibile fermarci. Abbiamo dalla nostra una forza di gran lunga superiore ai manganelli: abbiamo ragione.
Sapete chi, non sapete dove, non sapete come. Ma sapete quando: sempre.

#occupytrieste

http://www.facebook.com/occupytrieste

 

Dal Piccolo LUNEDÌ, 14 NOVEMBRE 2011

«Forse gli agenti si sono feriti da soli…»

Ancora polemiche sugli scontri: Occupy contesta la ricostruzione della polizia

Non si placano le polemiche sugli scontri di venerdì tra forze dell’ordine e dimostranti davanti all’ex Banco di Napoli in corso Italia. A replicare ai poliziotti e contestare la ricostruzione ufficiale sono gli stessi manifestanti che in una nota sfidano «la questura a esibire i video» perché «non c’è stato nessun fitto lancio di lattine». E poi ancora: «Il percorso del corteo, è stato cambiato alla partenza in accordo con i vigili urbani, quando è arrivata la comunicazione dell’occupazione già in atto e dell’assedio della polizia agli occupanti. Il fatto di non aver annunciato che saremmo entrati in quell’edificio ci pare del tutto ovvio. Inoltre, ci sembra difficile che agenti con caschi, scudi e protezioni siano stati feriti o contusi da ragazzi disarmati, a mani alzate o da lattine semivuote. La differenza tra le prognosi di questi agenti – alcuni giorni – e quella del nostro compagno ferito – 15 giorni – è sufficiente a comprendere la sproporzione nella “violenza” esercitata delle due parti. Forse gli agenti si sono feriti vicendevolmente nella foga che per respingerci. Infine, tentativi di dialogo ci sono stati: abbiamo trattato un’occupazione solo temporanea a scopo assemblea. L’unica risposta è sempre stata un categorico “no”. A posteriori, quindi, e non a priori diciamo che il dialogo è stato impossibile». E intanto Alberto Polacco, capogruppo del Pdl della quarta circoscrizione annuncia di aver presentato un’interrogazione urgente su quanto verificato in corso Italia e in via del Sale. Scrive Polacco: «Ho richiesto di avere delucidazione circa il genere di provvedimenti l’amministrazione comunale intenda prendere riguardo l’immobile occupato in via del Sale. Infatti si sono verificate urla e schiamazzi per tutto il corso della serata con disturbo della quiete pubblica in un’area in cui la presenza di suonatori ambulanti per tutto il corso della giornata già mette a dura prova la vita di residenti e commercianti». Il segretario provinciale del Sap Lorenzo Tamaro sottolinea di «non aver mosso alcuna critica al sindaco Cosolini» e rileva che «il sindaco non è e non deve essere la figura preposta alla gestione dell’ordine pubblico». Chi invece se la prende col sindaco è il segretario provinciale della Destra Felice Sorrentino e parla di una «caduta di stile del primo cittadino». Dal fronte Lega Nord Perpaolo Roberti del consiglio direttivo rincara la dose. «Quello che è successo nelle vie del centro è inaccettabile: non si può prendere a pretesto una crisi di sistema per dare vita a comportamenti violenti o comunque aldilà di ogni limite di legalità».(c.b.)