Durante l’incontro con l’amministrazione di Monfalcone e l’ad di fincantieri Bono, avvenuta un paio di settimane fa, un politico della destra aveva parlato di un inceneritore per sollevare le sorti della fincantieri in crisi… pensavamo fosse una boutade e, invece, qualcosa covava e il furbo della cucciolata ha spiattellato … ora spunta poi anche l’ipotesi rigassificatore: cosa sa la sindaca? E la sinistra di lotta e di governo che amministra Monfalcone?
da Il Piccolo del 13 gennaio 2012
Patto Fincantieri-Ansaldo per un rigassificatore
di Giulio Garau
TRIESTE Un’alleanza strategica tra Ansaldo sistemi industriali (Asi) e Fincantieri per realizzare piattaforme offshore: primo obiettivo un rigassificatore al largo di Monfalcone (da affidare all’Eni) ma anche un impianto per la termovalorizzazione dei rifiuti utile a risolvere l’emergenza a Napoli. Fincantieri ci sta lavorando da tempo con un gruppo di specialisti che sta progettando piattaforme speciali e navi ad alto contenuto tecnologico, Asi è impegnata con le tecnologie legate agli impianti eolici off-shore. Ma ora quello che era solo uno scambio di idee tra i vertici delle aziende, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e quello dell’Asi, Claudio Andrea Gemme (che è anche presidente di Anie la Federazione delle aziende elettriche ed elettroniche in seno a Confindustria) sta diventando un progetto concreto. Non c’è solo la necessità delle aziende di diversificare e crescere puntando a prodotti a più alto valore aggiunto, ma anche a creare nuove opportunità di lavoro e di business nei territori di insediamento. Una mossa anti-crisi che coinvolgerebbe anche le altre aziende dell’indotto. «Ne ho parlato con Bono, è assolutamente d’accordo e del resto Fincantieri ci sta lavorando con il suo gruppo – conferma lo stesso Gemme -. Quella di realizzare un rigassificatore al largo è un progetto che abbiamo studiato per trovare nuovi sbocchi di attività. La mia idea è di mettere assieme le competenze delle due aziende che a Monfalcone lavorano fianco a fianco, trovando un’alleanza strategica». Nessuna richiesta di fondi al governo: «Non vogliamo soldi – mette le mani avanti Gemme – ma un percorso meno burocratico per realizzare questi impianti e meno vincoli. Roma deve levarci gli impedimenti, creare una corsia preferenziale». Una scommessa soprattutto per Monfalcone che ora si trova davanti il progetto di un nuovo impianto di rigassificazione dopo la clamorosa bocciatura di quello dell’Endesa che avrebbe sostituito la tanto contestata centrale A2A. Contestazioni che ora, in un momento di “crisi epocale” (come la definisce lo stesso Bono) dove c’è lo spettro della disoccupazione che avanza, sarebbero assolutamente fuori luogo. Si parla infatti di centinaia e centinaia di nuovi posti di lavoro per la costruzione e poi la gestione di impianti, piattaforme e anche navi da trasporto (gasiere) del valore di centinaia di milioni di euro. L’ad dell’Asi pensa per ora alla costruzione «Fincantieri realizzerà le piattaforme e le strutture navali, noi come Asi siamo pronti a costruire tutti gli impianti ausiliari elettrici» e non si preoccupa del committente “energetico” o su chi si occuperà della gestione, ma punta a una società italiana: «penso all’Eni» dice. In barba anche ai progetti a Zaule e a quello off-shore prospettato sempre in Golfo. L’ad Asi infatti pensa anche «a utilizzare come terminali energetici aziende multiutility e la stessa centrale A2A (da riconvertire ndr)». Il progetto dell’alleanza strategica verrà portato da Gemme anche in direttivo di Confindustria. Fincantieri, lo conferma la stessa azienda, punta moltissimo nella sua strategia di diversificazione allo sviluppo di questi nuovi business. Ne ha parlato lo stesso Bono recentemente a Monfalcone in un’audizione in consiglio comunale. E c’è anche scritto, nero su bianco, nel piano di riorganizzazione aziendale. Si parla di progetti di costruzione per “primari operatori offshore” (come la piattaforma sommergibile Scarabeo 8 allestita per Saipem), di mezzi speciali, ma anche dei cosiddetti “nuovi concept”. E tra questi il progetto “plasmare” ovvero piattaforme galleggianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (un impianto al plasma a ciclo chiuso che recupera il 35% di energia e ricava dall’immondizia una sorta di vetro che può essere riutilizzato). Ma anche impianti per il trattamento dei fanghi dei dragaggi in mare (progetto Permare), lo sviluppo di impianti eolici e di «rigassificatori destinati alla trasformazione del metano dallo stato liquido a quello gassoso e la sua distribuzione in rete».