NOTIZIE FLASH/ Udine polveri: le associazioni ambientaliste protestano

Notizie flash

Udine:

polveri fuori controllo

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VENERDÌ, 09 APRILE 2010

MV 9 aprile 2010 Pagina 1 – Udine

Wwf, Cordicom, Italia nostra, Alpi e Amici di Beppe Grillo chiedono di rivedere le misure. «Polveri sottili anche due volte oltre il limite consentito»

Smog fuori controllo in città, ambientalisti all’attacco

«Piano comunale inadeguato. In marzo inquinamento alle stelle nonostante le limitazioni al traffico»

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di CRISTIAN RIGO

Il piano comunale anti-smog, così com’è, non serve a nulla. A sostenerlo sono il Wwf, il Cordicom, Italia nostra, Alpi e gli Amici di Beppe Grillo che chiedono all’amministrazione di rivedere il documento coinvolgendo le associazioni interessate a tutelare la qualità della vita e anche gli altri Comuni dell’ambito udinese.
«Per lo smog nel mese di marzo non c’è stata primavera – sostengono le associazioni –. È bastato qualche giorno di aria stagnante e buona parte dei centri abitati della regione si è riempita di polveri sottili e altri noti inquinanti. In particolare a Udine abbiamo respirato per una settimana di seguito una concentrazione di polveri sottili molto alta, e in due giornate la media sulle 24 ore era vicina al doppio della concentrazione consentita dalla legge. Il limite di legge non è un libro dei sogni, ma rappresenta un obiettivo compatibile con l’economia (traffico, attività commerciali, riscaldamento). La concentrazione sicura – dicono gli ambientalisti – sarebbe di molto inferiore».
Guardando l’andamento delle polveri sottili Pm10 nel mese di marzo (vedi tabella in alta) i referenti delle associazioni sottolineano come dal 13 al 21 le concentrazioni siano rimaste ben al di sopra del limite di 50 microgrammi al metro cubo. «La limitazione alla circolazione delle auto in centro – ricordano – è iniziata il 16. Il primo blocco all’area centrale della città quindi non ha avuto alcun effetto; le limitazioni sono rivolte ad una limitata fascia di auto molto vecchie (standard Euro 0,1,2), ormai rare, e quindi incidono piuttosto poco sul numero di auto circolanti. Inoltre – criticano – non vi è stata sufficiente informazione riguardo agli obblighi di ridurre le temperature nelle case, e vi è stata l’assoluta carenza di controlli. Siamo arrivati al paradosso che sabato 20 marzo, in piena emergenza ambientale, i cittadini friulani, anziché essere allertati circa la gravità del momento che si stava attraversando, sono stati in pratica invitati a recarsi in auto in città per lo shopping grazie ad un anticipo della riapertura a tutti i mezzi più inquinanti (dalle 15), non ammesso dal piano di azione comunale (che prevede la chiusura 9-18 senza eccezioni».
Ecco perché, secondo gli ambientalisti, è necessario che il piano di azione comunale sia riscritto. L’associazione ambientalista chiede ai sindaci di «concordare delle richieste organiche alla Regione, al fine di migliorare i trasporti pubblici locali, favorire con provvedimenti concreti il trasporto sostenibile e predisporre un piano comune di azione e prevenzione dell’inquinamento dell’aria. Ci aspettiamo – concludono – atti concreti dall’assessore regionale all’ambiente De Anna, in particolare affinché venga prescritto che non siano solo i Comuni capoluogo quelli nei quali è obbligatorio prevedere misure di emergenza (Pac). Ma non solo: la regione deve intervenire con provvedimenti finanziari per dotare le varie amministrazioni di mobility manager che facciano in modo che le auto non viaggino con una sola persona a bordo ma che vi sia un uso quanto più condiviso dei mezzi di trasporto privati, in modo da ridurne il numero in circolazione, coordinando gli spostamenti regolari e pianificabili dei pendolari».