NOTIZIE FLASH/ Golfo del Messico, catastrofe ecologica

La marea nera è in Louisiana il petrolio tocca la costa -   Video

Marea nera, una catastrofe senza precedenti

Repubblica 5 maggio

L’onda nera invade il Mississippi
anche i pescatori ripuliscono il mare

Arriva la supercupola che dovrà tappare la falla: “Ma è troppo tardi”. Sotto accusa anche Halliburton: era responsabile dei lavori sulla piattaforma. Questa è una zona che vive sul turismo: i danni dell’onda nera si sentiranno per anni dall’inviato ANGELO AQUARO VIDEO La marea  vista dall’alto / Il bagno del pellicano

 

Corriere 1° Maggio

il commento demenziale di Pierluigi Battista

Louisiana, l’ecosistema condannato

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Repubblica 1° maggio 2010

L'onda nera raggiunge la LouisianaE Obama chiama l'esercito -   Foto

Marea nera, c'è una terza falla -  Foto  in acqua cinquemila    barili al giorno

GOLFO DEL MESSICO

Marea nera, c’è una terza falla – Foto
in acqua cinquemila barili al giorno

Individuata un’altra fuoriuscita di greggio dalla piattaforma BP affondata nel golfo del Messico. Le stime ora parlano di una dispersione di petroli in mare cinque volte superiore ai giorni scorsi. Inutile in tentativo di isolare la chiazza con l’incendio controllato. E New Orleans si prepara al peggio. Le autorità cercano di preparare barriere protettive o di spingere via gli animali dalla costa

NEW ORLEANS – Nella piattaforma della Bp affondata nel Golfo del Messico è stata scoperta una terza falla sottomarina. Aggiornando il calcolo sulla quantità di greggio fuoriuscita, si arriva a una portata di di 5mila barili al giorno, cinque volte superiore a quella precedentemente stimata. Quanto basta per mettere in grandissimo allarme le coste degli Stati Uniti. La Bp, pur ammettendo l’esistenza della terza falla, a una profondità di 1.550 metri, contesta i dati sulla quantità di fuoriuscita di greggio, restando ferma sulla stima precedente mille barili al giorno e intanto accetta l’aiuto dellesercito americano.

Minacciate sempre più da vicino la Louisiana e New Orleans in particolare, che vedono avvicinarsi inarrestabile la chiazza di petrolio, estesa lungo un fronte di 160 chilometri per 70 di ampiezza. Le prime macchie di petrolio dovrebbero raggiungere la costa nella serata di oggi. A nulla è servito per ora né l’utilizzo di robot sottomarini per tamponare le falle né la strategia di un incendio “controllato” per isolare e frenare la chiazza di greggio.

L’intervento condotto ieri dalle squadre di soccorso è consistito nell’isolare porzioni della chiazza e appiccarvi fuoco. Il primo incendio controllato è stato appiccato alle 16:45 ora locale ed è stato lasciato bruciare per circa un’ora; gli altri hanno mandato in fumo tra il 50 e il 90 per cento del greggio isolato. L’operazione continuerà anche nei prossimi giorni, sebbene questa procedura presenti gravi pericoli per l’ambiente.

Per proteggere quello della Louisiana, il governatore Bobby Jindal ha chiesto fondi supplementari al dipartimento per la Sicurezza interna di Janet Napolitano. Ma già si lavora alla protezione delle coste dalla marea nera. Come racconta un esperto del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Admnistration) al New York Times, “sono già stati disposti 30 chilometri di barriere lungo la costa, con altri 150 pronti ad essere posizionati. Altre misure che stiamo per mettere in atto sono l’uso dei cannoni per spaventare gli uccelli e farli volar via e l’impiego dei battelli dei pescatori per versare detergenti dove ci sono le secche”.

Il territorio a rischio rappresenta il 40% delle aree umide, oltre al principale sito di pesca degli Stati Uniti. Un’area di passaggio per gli uccelli migratori, in cui anche mammiferi e cetacei sono minacciati, perché potrebbero ingerire acqua contaminata o perché le loro prede potrebbero essere ricoperte di petrolio. Se il greggio sarà sospinto nelle paludi della Louisiana, ripulirlo sarà praticamente impossibile: un disastro per le riserve naturali.

(29 aprile 2010)