Dal Piccolo del 16/02/11
Ferrovie: la Tav sarà a misura del Superporto
di LAURA BORSANI
Alta velocità e Alta capacità a misura di Superporto. Perchè il traffico merci è destinato a moltiplicarsi. Fino a trenta volte sulla tratta Venezia-Trieste, passando dagli attuali 110mila teu ai 3,3 milioni. E all’altezza del bivio di San Polo, si ipotizza un flusso fino a 900mila teu rispetto ai 50mila attuali. È, dunque, di scena la Tav: l’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture, Riccardo Riccardi, e i tecnici di Rfi ieri sera hanno presentato il progetto alla Galleria espositiva. La platea, oltremodo numerosa, è stata quella di un ”Consiglio allargato” tra i Comuni interessati, con la presenza delle associazioni ambientaliste, dei rappresentanti dei Comitati e dei cittadini. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Consiglio comunale, Marco Ghinelli, seguito dall’intervento di apertura del sindaco Gianfranco Pizzolitto.
È stata un’assemblea articolata, dove si sono susseguiti i contributi forniti con ampio dettaglio dai tecnici di Rfi. La serata è stata altresì contrassegnata da espressioni critiche e di preoccupazione: all’esterno della Galleria espositiva, sono stati distribuiti volantini da parte di Rifondazione comunista e del Wwf, mentre il Coordinamento per il Parco del Carso ha voluto consegnare a Riccardi una specifica nota.
Il progetto relativo alla linea Av-Ac Venezia-Trieste, unitamente al potenziamento della linea ferroviaria storica, sono inclusi nel programma delle infrastrutture strategiche, soggetti all’approvazione del Cipe, previa l’intesa tra Stato e Regione.
I dati sono innumerevoli. A partire dai costi. L’investimento previsto è stato quantificato in 7,5 miliardi di euro. Il tracciato Venezia-Trieste prevede dunque un aumento della capacità di traffico merci di 30 volte, passando dagli attuali 110mila teu ai 3,3 milioni. In particolare, il bivio di San Polo, che rappresenta il primo intervento, inserito nella fase 1 delle sei complessive, potrà raggiungere, con il quadruplicamento della linea storica, una capacità di flusso 18 volte superiore, passando dagli attuali 50mila teu a 900mila teu. Sono stime, hanno osservato i tecnici di Rfi, compatibili con le cifre prospettate nell’ambito del progetto di Unicredit relative alla realizzazione del Superporto. Altro aspetto riguarda i cosiddetti ”fabbricati interferiti”, interessati dalla sede ferroviaria. Complessivamente si parla di 34 fabbricati nel territorio regionale, di cui 25 situati nel Monfalconese e, di questi, 7 sono per lo più tettoie o comunque manufatti non abitabili.
Veniamo ai ricettori individuati obbligatoriamente per legge, tenendo conto di una fascia di rispetto di 250 metri da una parte e dall’altra dei binari per quelli ordinari e di 500 metri per quelli sensibili, che rilevano cioè la presenza di strutture o infrastrutture come ospedali, scuole, cimiteri, campi sportivi, abitazioni. I ricettori lungo la linea Portogruaro-Ronchi sono 1524, mentre lungo il tracciato Ronchi-Trieste sono 1819. Di questi, solo 25 sono ”sensibili”. Tutti i ricettori, comunque, è stato sottolineato, saranno mitigati: ciò significa prevedere sull’intera tratta Venezia-Trieste 50 chilometri di barriere fonoassorbenti.
Sul tappeto quindi gli aspetti ambientali. Rfi ha condotto uno studio geologico avvalendosi dell’Università di Trieste, ma ha anche elaborato uno studio dedicato al Carso, con l’apporto dell’ateneo e dell’Associazione speleologica triestini. L’attuale tracciato, è stato spiegato, non è confrontabile con quello elaborato nel 2003, avendo modificato sostanzialmente il percorso, a salvaguardia del patrimonio ambientale, come ad esempio i laghetti delle Mucille e il lago di Pietrarossa. Altro elemento: le falde freatiche isontine e i deflussi del Timavo non saranno ”intaccati”, poichè il tracciato vi passerà al di sopra. Alcune cifre: nell’intero territorio carsico, per quanto è dato conoscere, sono presenti 4mila grotte. Il tracciato Ronchi-Trieste ne coinvolgerebbe 108, di cui 22 considerate interferenti, 39 non interferenti poichè poste a margine, e 47 non direttamente interferenti ma da salvaguardare. Per quanto riguarda i lavori di scavo, dove si potrà, si interverrà con le frese che non producono rumore, nè polvere, garantendo un’opera in sicurezza e senza grandi impatti.
Monfalcone, una Tav a misura di Superporto
di LAURA BORSANI
MONFALCONE L’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture, Riccardo Riccardi, e i tecnici di Rfi hanno presentato ieri sera, alla Galleria espositiva, il progetto Alta velocità-Alta capacità relativo alla tratta Venezia-Trieste. La platea, oltremodo numerosa, è stata quella di una sorta di ”Consiglio allargato” tra i Comuni interessati dal progetto, con la presenza anche delle associazioni ambientaliste, dei rappresentanti dei Comitati e dei cittadini. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Consiglio comunale di Monfalcone, Marco Ghinelli, seguito dall’intervento di apertura e di saluto del sindaco Gianfranco Pizzolitto. È stata un’assemblea articolata, dove si sono susseguiti i contributi forniti con ampio dettaglio dai tecnici di Rfi. La serata è stata anche contrassegnata da espressioni di preoccupazione: all’esterno della Galleria espositiva, sono stati distribuiti volantini da parte di Rifondazione comunista e del Wwf, mentre il Coordinamento per il Parco del Carso ha voluto consegnare a Riccardi una specifica nota.
La linea Av-Ac Venezia-Trieste è inclusa nel programma delle infrastrutture strategiche, inserita nell’ambito della Legge Obiettivo, ed è quindi soggetta all’approvazione in battuta finale del Cipe, previa l’intesa tra Stato e Regione.
I dati sono innumerevoli. A partire dai costi. L’investimento previsto per la tratta Venezia-Trieste è stato quantificato in 7,5 miliardi di euro, articolato in fasi funzionali, come ha spiegato Osvaldo Mastroianni, referente di Rfi. Il tracciato Venezia-Trieste prevede un aumento della capacità di traffico merci stimata in 30 volte, passando dagli attuali 110 mila teu ai 3,3 milioni. In particolare, il bivio di San Polo, che rappresenta il primo intervento, inserito nella prima di sei fasi complessive, potrà raggiungere, con il quadruplicamento della linea storica ferroviaria, una capacità di flusso diciotto volte superiore, passando dagli attuali 50mila teu a 900mila teu. In altre parole, come ha spiegato l’ingegner Mastroianni, si tratta di stime compatibili con le cifre prospettate nell’ambito del progetto di Unicredit relative alla realizzazione del Superporto.
Altro aspetto preso in considerazione riguarda i cosiddetti ”fabbricati interferiti”, ovvero interessati dalla sede ferroviaria. Complessivamente si parla di 34 fabbricati nel territorio regionale, di cui 25 situati nel mandamento monfalconese (Monfalcone, Ronchi, Staranzano, San Canzian, Doberdò del Lago) e, ancora, di questi 7 sono per lo più tettoie o comunque manufatti non abitabili. E veniamo ai ricettori individuati obbligatoriamente per legge lungo la linea ferroviaria tenendo conto di una fascia di rispetto di 250 metri da una parte e dall’altra dei binari per i ricettori ordinari, mentre di 500 metri per i ricettori sensibili che individuano cioè strutture o infrastrutture particolari come ospedali, scuole, cimiteri, campi sportivi, abitazioni.
I tecnici di Rfi hanno anche fornito le cifre complessive: i ricettori lungo la linea Portogruaro-Ronchi sono 1524, mentre lungo il tracciato Ronchi-Trieste sono 1819. Di questi, solo 25 sono ”sensibili”. Tutti questi ricettori, comunque, hanno sottolineato i tecnici di Rfi, saranno mitigati: ciò significa prevedere sull’intera tratta Venezia-Trieste ben 50 chilometri di barriere fonoassorbenti.
Sul tappeto anche gli aspetti ambientali, in particolare sotto il profilo geologico e idrogeologico, affidati all’illustrazione di Carlo Comin. Rfi ha condotto uno studio geologico, è stato spiegato, avvalendosi dell’Università degli Studi di Trieste, ma ha anche elaborato uno studio specifico dedicato al Carso, con l’apporto dell’ateneo triestino e dell’Associazione speleologica di Trieste. Comin ha osservato che l’attuale tracciato non è confrontabile con quello elaborato nel 2003, avendo superato innumerevoli ”criticità” modificandone sostanzialmente il percorso proprio a salvaguardia del patrimonio ambientale.
Oggi dibattito del Wwf
Oggi nella sede del Wwf isontino, in via Valentinis (angolo di via delle Mandrie) con inizio alle 20.45 siu terrà una riunion aperta a tutti sugli impatti del progetto dell’altavelocità-Alta capacità ferroviaira che secondo la sigla ambitalista avrà sul nostro territorio. Un esperto sarà a disposizione del pubblico per spiegare il progetto e per fornire indicazioni per la presentazione delle osservazioni, che tutti i cittadini possono presentare agli enti preposti (Regione Friuli Venezia Giulia, ministero dell’Ambiente e ministero dei Beni culturali) entro il 21 febbraio. Il Wwf chiede inoltre che la Commissione europea intervenga con urgenza sul governo italiano perché sia ripristinato il corretto svolgimento della Via (valutazione d’impatto ambientale) sul progetto della Tav Venezia-Trieste». Il governo di Roma, denuncia l’associazione ambientalista, ha infatti violato la direttiva europea sulla Via, permettendo che Rfi e Italferr suddividessero in quattro tronconi il progetto della linea ferroviaria Tav tra Venezia e Trieste, avviando quindi altrettante procedure Via distinte.
«Potenziare la linea storica”
Il direttivo di circolo di Rifondazione comunista di Monfalcone-Staranzano esprime parere fortemente contrario al progetto della nuova tratta ferroviaria Venezia-Trieste. «La nostra convinzione – afferma il segretario, Emiliano Zotti – è che il bilancio costi/benefici e il piano economico finanziario non giustifichino la realizzazione di quest’opera. Sospettiamo che anche i proponenti ne siano consapevoli infatti, pur previsti per legge, le analisi costi/benefici e quelle finanziarie non sono state depositate assieme al progetto». Il Prc ritiene sia possibile elaborare un piano infrastrutturale alternativo, compatibile con i piani programmatici dell’Unione Europea, rispettoso dell’ambiente carsico e della pianura, che punti a migliorare le linee esistenti ammodernandole e rendendole più sicure.
Dunque Prc, forza di maggioranza al Comune di Monfalcone con un suo esponente in Giunta, si trova in una posizione diversa da quella espressa invece dal Pd, che per bocca dell’assessore Schiavo, ritiene lo studio fattibile ancorché necessario però di modifiche. Inaccettabile per Prc è inoltre lo spezzatino del progetto fatto e proposto alle amministrazioni locali perché ritiene sia «un’operazione intenzionale concepita con lo scopo di offuscare la visione d’insieme della tragedia ambientale e umana che si delinea e frammenta ed indebolisce l’opposizione all’opera». Il segretario provinciale del Prc, Emiliano Zotti, sostiene che si debba abbandonare l’ipotesi dell’Alta velocità che impone vincoli progettuali assurdi «e che non verrà comunque mai realizzata». «Dall’analisi delle reali necessità della rete di trasporto è possibile, invece, elaborare un progetto ecosostenibile e finanziariamente conveniente».
Incontro del Prc sul Corridoio 5
RONCHI Nuova iniziativa sull’Alta velocità ferroviaria, a Ronchi dei Legionari, promossa dal circolo del Partito della Rifondazione comunista– Federazione della Sinistra. Venerdì, infatti, alle 18, nella sala del Consiglio comunale, si terrà una riunione per assistere in particolare i residenti delle zone del rione di San Vito–Ronchi Sud e della zona dello Zochet, San Poletto e Selz che dovranno presentare le osservazioni sul progetto di studio di impatto ambientale entro il 20 febbraio. Le osservazioni vanno trasmesse al ministero dell’Ambiente (Direzione generale per le valutazioni ambientali, divisione II, via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma; al ministero per i Beni e le attività culturali (Direzione generale per il paesaggio, via San Michele 22, 00153 Roma) e alla Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna-Servizio Valutazione impatto ambientale, via Giulia 75/1, 34126 Trieste. «Nel merito – sono le parole del consigliere comunale Luigi Bon – siamo in attesa di vedere i pareri espressi dalle varie Amministrazioni comunali auspicando che siano in linea con i pareri negativi votati con le delibere dei consigli nel lontano 2003 sul primo progetto preliminare» Prc ritiene che per il momento è fondamentale informare tutta la cittadinanza e in primis i quartieri del territorio oggetto delle schedature delle abitazioni in quanto comprese nella fascia di rispetto (a Ronchi dei Legionari sono 290 le case schedate) di questo progetto che vedono declassare il valore del proprio immobile, dei terreni limitrofi che passano sotto il vincolo. «Ma vogliamo anche ricordare – continua Bon – che a maggio a Ronchi si vota per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Il tema del Corridoio 5 non può essere nascosto e sottaciuto nei programmi amministrativi, visto che il polo intermodale ronchese nasce come funzionale al progetto dell’Alta velocità. Pensiamo che anche su questi temi si possa ancora trovare e costruire a sinistra un’aggregazione alternativa all’attuale coalizione Pd-Insieme per Ronchi che con il centrodestra in questi anni hanno votato in Consiglio comunale in maniera bipartisan varianti, studi di fattibilità e altro per aprire la strada alla situazione di oggi». (lu.pe.)
Messaggero Veneto
Tav, ancora incontri a Monfalcone e a Ronchi
RONCHI. Il progetto della Tav è uno dei temi di maggiore attualità e incontri, conferenze e confronti sono organizzati quasi quotidianamente sia per illustrare il progetto in tutte le sue caratteristiche, sia per redigere nel modo più corretto le osservazioni da presentare in Regione.
Il circolo ronchese del Partito della rifondazione comunista – Federazione della sinistra ha previsto per venerdì alle 18, nella sala del consiglio comunale di Ronchi dei Legionari una riunione rivolta ad assistere in particolare i residenti delle zone del rione di San Vito-Ronchi Sud e della zona dello Zochet, di San Poletto e Selz che dovranno presentare le osservazioni sul progetto di studio di impatto ambientale entro il 20 febbraio.
Le osservazioni vanno trasmesse a Roma al ministero dell’Ambiente, Direzione generale per le valutazioni ambientali e al ministero per i Beni e le Attività culturali – Direzione generale per il paesaggio e a Trieste, alla Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna – Servizio Valutazione impatto ambientale.
«Nel merito – dicono i rappresentanti di Rc – siamo in attesa di vedere i pareri espressi dalle varie amministrazioni comunali auspicando che siano in linea con i pareri negativi votati con le delibere dei consigli nel lontano 2003 sul primo progetto preliminare. Per il momento è fondamentale informare tutta la cittadinanza e i quartieri del territorio oggetto delle schedature delle abitazioni comprese nella fascia di rispetto (le schede complete sono visionabili sul sito del Wwf regionale). A Ronchi sono 290 le case schedate, che saranno declassate di valore così come i terreni limitrofi che saranno vincolati».
Rc ricorda che a maggio a Ronchi si voterà per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale e il tema della Tav non può essere nascosto e sottaciuto nei programmi amministrativi, «visto che il polo intermodale di Ronchi nasce come funzionale al progetto dell’alta velocità. Pensiamo che anche su questi temi si possa ancora trovare e costruire a sinistra un’aggregazione alternativa all’attuale coalizione Pd – Insieme per Ronchi che con il centro-destra in questi anni hanno votato in consiglio comunale in maniera bipartisan varianti, studi di fattibilità e altro per aprire la strada alla situazione attuale».
Stasera, inoltre, nella sede del Wwf a Monfalcone, in via delle Mandrie, alle 20.45 si terrà una riunione aperta a tutti sugli impatti della Tav sul territorio. Un esperto sarà a disposizione per spiegare il progetto e per fornire indicazioni per la presentazione delle osservazioni.
Alta velocità ferroviaria, rassicurazioni dei tecnici di Rfi
MONFALCONE. I fabbricati interferenti con la Tav (Alta velocità/Alta capacità ferroviaria), ovvero le case, nel tratto che interessa la nostra regione sono 34 e nello specifico nel tratto Ronchi dei Legionari-Trieste sono “solo” 25, di cui sette sono tettoie e il resto sono civili abitazioni.
Lo hanno assicurato i tecnici di Rfi presenti ieri sera assieme all’assessore regionale alle infrastrutture, Riccardo Riccardi, all’incontro mandamentale organizzato nella galleria espositiva di piazza Cavour a Monfalcone e al quale hanno partecipato numerosissimi amministratori e consiglieri comunali del mandamento, rappresentanti delle associazioni ambientalistiche e cittadini.
Nella sala in centro, affollata come raramente si è visto, è stato dunque presentato il progetto ferroviario preliminare che interesserà il territorio, interesserà l’alta velocità, ma ancor più l’alta capacità, avrà una notevole complessità e un costo di 7,5 miliardi di euro soltanto nel tratto Ronchi-Trieste.
Il tratto è articolato in fasi funzionali e secondo gli scenari di previsione sul passaggio delle merci si prevede un aumento della capacità dagli attuali 110 mila teu a 3 milioni e 300 mila teu. Specificamente, nel tratto di bivio San Polo si potrà passare da 50 mila a 900 mila teu.
La prima delle sette fasi di realizzazione prevede l’intervento al bivio San Polo, uno dei nodi più complicati dell’intero tratto visto che prevede, oltre che la realizzazione della Tav, anche il raddoppio delle linee storiche, il loro spostamento e la deviazione del canale de’ Dottori, oltre a diverse soluzioni viarie con sottopassi e demolizione del cavalcavia esistente a Ronchi dei Legionari.
Rassicurazioni sono state date, appunto, rispetto alle case che potrebbero essere demolite e «che non prevedono scenari catastrofici come quelli a volte riportati», hanno detto i tecnici, e rispetto ai ricettori (ospedali, abitazioni, scuole, impianti sportivi e cimiteri) che vengono considerati in fasce di 250 metri da una parte e dall’altra della linea per i ricettori ordinari e fasce di 500 metri per ricettori sensibili.
Nel tratto Ronchi-Trieste questi sono 1.819, di cui 25 sensibili, ma per tutti è prevista la mitigazione soprattutto rispetto all’impatto del rumore, che sarà riportato nei termini di legge: infatti sono previsti 50 chilometri di barriera fonoassorbente. La linea del progetto 2010 è diversa rispetto a quella del progetto 2003 perché si sono voluti evitare il lago di Pietrarossa, le Mucille e Doberdò.
«Tramite gli organi d’informazione qualcuno ha parlato di scempio e devastazione del Carso. Non intaccheremo le falde freatiche del Timavo e del Carso isontino e la linea risulta essere a livello più alto delle falde stesse e dei deflussi del Timavo», hanno spiegato gli addetti ai lavori, evidenziando anche come nel territorio percorso dalla linea ferroviaria siano presenti 108 grotte (sulle 4 mila presenti in tutto il Carso della regione) e di queste solo 22 sono interferenti, altre 39 al margine e 47 non direttamente interferenti, «ma tutte saranno salvaguardate».
Le gallerie, 24 chilometri su 36 totali di tratta, saranno scavate con la frese ovunque possibile, strumento che non provoca né polveri né rumore.
Numerosi e calorosi gli interventi dei consiglieri rappresentanti dei vari Comuni del Monfalconese, che hanno chiesto informazioni rispetto al piano finanziario, ai vincoli urbanistici, ai disagi portati dal cantieramento. Mantenendo per lo più le perplessità iniziali.
Cristina Visintini
Treni, verso l esposto in procura
SAN VITO. Si affaccia l’ipotesi di un’azione di protesta per la situazione fatta di costanti disservizi lungo la tratta ferroviaria Casarsa-Portogruaro. L’iniziativa partirebbe da un gruppo di pendolari sanvitesi, i pochi che ancora utilizzano il treno locale per recarsi al lavoro, cercando di coinvolgere gli studenti. Continua ininterrotta la serie di sostituzioni delle corse lungo la linea, anche negli orari “di punta”: i Minuetto vengono rimpiazzati da autobus (ieri le corse erano 11), fatto che di per sé dovrebbe garantire il servizio. Il punto è che spesso si registrano ritardi (causa di mancate coincidenze o ritardi a scuola per gli studenti che giungono a San Vito fuori sede). Oppure le informazioni non sono adeguate. «Gli altoparlanti spesso segnalano una sola volta il cambiamento nel servizio e a un volume quasi impercettibile, anziché più volte, sì che chi non arriva in tempo per udire l’avviso dell’autocorsa, non ne viene a conoscenza – segnala Eno Favero, uno dei pendolari sanvitesi “storici” della linea – Inoltre, spesso gli autobus arrivano in ritardo. Il caso più eclatante c’è stato qualche settimana fa, quando abbiamo dovuto attendere al gelo per 40 minuti sul piazzale della stazione». Ritardo che ieri mattina, per la corsa che doveva prendere il pendolare, è stato di un quarto d’ora.
Il problema sono i continui guasti ai materiali rotabili: come riferito dalle Ferrovie, si attende la riparazione di uno dei cinque Minuetto impiegati tra la Casarsa-Portogruaro e la Sacile-Gemona. «La situazione va avanti da mesi non è possibile continuare così – osserva Favero – Sto pensando di farmi promotore di un’azione di protesta, coinvolgendo anche gli studenti interessati». Le ipotesi sono un esposto alla Procura o altri iniziative come il non pagare l’abbonamento per un mese o un’azione sui binari della stazione, o ancora qualcosa di più eclatante che il pendolare sanvitese al momento non rivela. E dire che, col previsto passaggio della Tav per Portogruaro, ci sono le premesse per il potenziamento della linea. «Dell’elettrificazione se ne parla da decenni – continua Favero -, in realtà si sta assistendo al depotenziamento della tratta». E gli utenti del treno se ne vanno.
Andrea Sartori