NOTAV: tracciato in veneto ancora nelle nebbie

Piccolo dell’11/12/10

Tav litoranea , Veneto in retromarcia

 

PORDENONE «La Tav si farà in Veneto come in Friuli Venezia Giulia». Ma come? Il tracciato, in territorio veneto, è tutto da definire. Luca Zaia, il presidente della Regione, non scioglie affatto le riserve. «Il tracciato basso è una scelta del 2006 che ho ereditato» ci tiene a ricordare, non casualmente, a margine dell’inaugurazione del casello dell’A28 di Godega di Sant’Urbano. E aggiunge: «Quel tracciato è sempre stato spacciato come una decisione a vantaggio del territorio. Ma, se il territorio non vuole che passi di là, non ha senso. La decisione andrà rivista e concordata con i comuni interessati». L’assessore veneto ai Trasporti Renato Chisso, grande supporter del tracciato basso, fa a sua volta (e per primo) un passo indietro, riaprendo all’ipotesi di un affiancamento con l’autostrada A4. Del resto, Zaia non vuole rivolte e se entro fine anno presenterà alla Ue il tracciato individuato da Italferr, «che ancora non ho visto», per rispettare la scadenza imposta dall’Europa, su quello che sarà il vero progetto fa intendere che «è tutto ancora da decidere». Un punto però lo mette: «La ferrovia dovrà avere una stazione, una fermata, diversamente saremmo dei vassalli, pagheremo il prezzo pesante di un’opera senza averne i benefici». Zaia sa bene che «non avere la Tav significa essere tagliati fuori» ed è per questo che non vuole fare passi indietro rispetto agli impegni presi: «Un attraversamento est-ovest del nord Italia serve e il Corridoio 5 deve trovare completamento su rotaia. Non avere la Tav significa essere tagliati fuori. Un taglio che, in prospettiva, si percepirà tra 15 o 20 anni». Ma dire sì al tracciato litoraneo, quello caro all’assessore Chisso e alla precedente giunta Galan, significa creare una sollevazione popolare. I sindaci che hanno fatto le barricate sono, in molti casi, di centrodestra. «Noi vogliamo questo attraversamento – insiste Zaia – e ne discuteremo con i cittadini in maniera assolutamente serena e tranquilla. Non c’è nulla di già deciso e quindi è inutile creare le Val di Susa e i comitati ad hoc semplicemente perché c’è qualche tornata elettorale in qualche comune». Il tracciato alto, quello che va verso la “riabilitazione”, segue il modello del Friuli Venezia Giulia: affiancamento il più possibile alla rete autostradale. E non a caso il presidente Tondo, sollecitato dai cronisti, precisa: «Per noi non ci sono problemi. Proseguiamo sul tracciato di affiancamento all’autostrada». La scelta dei vicini di casa, però, diventa determinante: il finanziamento riguarda la tratta Venezia–Trieste e in quanto tale i due tracciati sono strettamente legati. Dopo il 31 dicembre, quindi, in Veneto dovrà partire la difficile operazione per cercare il consenso sociale. (m.mi.)