Mentre in Veneto scoppia la bagarre a causa del previsto cambio di tracciato, il PD si conferma nel nord-est il partito più fortemente pro-tav….
Dal Piccolo del 12/10/10
Il sindaco leghista si ribella
TRIESTE «Nessuna infrastruttura calata dall’alto sulle nostra teste». Gianluca Forcolin, sindaco di Musile e deputato della Lega, aspetta i documenti ufficiali sul tracciato Tav da ministero delle Infrastrutture e Regione Veneto. Ma, nonostante il viceministro e il governatore siano del suo stesso partito, si dice pronto alla battaglia in difesa del territorio. Le anticipazioni di Roberto Castelli hanno creato subbuglio tra i sindaci interessati dal tracciato? Mi sono informato con ministero e Regione e ancora non c’è nulla di certo. Quindi è meglio aspettare la documentazione ufficiale per poi valutare le ricadute. Quale atteggiamento intende tenere? Ritengo opportuno chiedere un tavolo tecnico con Governo e Regione per conoscere nel dettaglio le cose. Nel contempo ci deve essere spazio di manovra per i sindaci di proteggere il proprio territorio. C’è preoccupazione sui tempi e sulla perdita dei finanziamenti. Lo capiamo ma se ci sono esigenze territoriali bisogna tenerne conto. Se verranno ascoltati i sindaci sono convinto che potremo rispettare i tempi. In caso contrario? Daremo battaglia per veder rispettati l’ambiente e, nel caso del mio Comune, le attività agricole. Ci sarà battaglia anche con Castelli e Zaia? Qui si parla del territorio, al di là del fatto che il viceministro e il presidente sono del mio stesso partito. E d’altra parte la difesa dei propri cittadini è il credo principale della Lega. (r.u.)
Il Pd fa squadra e boccia la Tav lagunare
TRIESTE «Il tracciato della Tav a ridosso delle spiagge? Fossimo stati noi al governo non sarebbe andata così». Il Pd del Friuli Venezia Giulia e del Veneto boccia l’ipotesi di un’alta velocità lungo il litorale in provincia di Venezia. E annuncia un’azione congiunta per far cambiare idea a Luca Zaia e all’assessore Renato Chisso: «Facciano dietrofront perché, altrimenti, c’è il rischio di ulteriori ritardi se non di uno stop». Il tracciato migliore? Secondo il Pd quello parallelo alla A4 Trieste-Venezia. Lo dice Debora Serracchiani. Lo ribadisce il capogruppo del partito nel Consiglio regionale del Veneto Laura Puppato che mette nel mirino soprattutto Chisso: «La variazione è stata imposta da un assessore che non ha mai riservato adeguata attenzione per il trasporto ferroviario». All’incontro di ieri a Udine c’era anche Rodolfo Viola, deputato del Pd che ha presentato un’interrogazione sulla Tav dopo che in commissione il viceministro Roberto Castelli ha reso nota l’opzione del tracciato ”basso”, quello che passa nel territorio di bonifica tra Musile-San Donà e Jesolo, toccando Caposile, e nella zona tra Chiesanuova e Passarella per poi risalire verso l’interno dopo aver superato il Piave. Un’ipotesi che, secondo Serracchiani, «vede le amministrazioni locali, nemmeno informate della novità, completamente contrarie». «È l’ennesima prova – aggiunge il segretario del Pd Veneto Rosanna Filippin – del centralismo regionale che sta dietro il vuoto federalismo sbandierato dalla Lega Nord». Non manca il veleno di Serracchiani: «I governatori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto si vedono in trattoria, noi ci incontriamo alla luce del sole». Oggi intanto a Trieste, su un altro fronte della Tav, al termine di un incontro che vedrà presenti il coordinatore europeo del Progetto prioritario n.6 Jan Laurens Brinkhorst e l’assessore ai Trasporti Riccardo Riccardi, è in programma la firma (contestata all’esterno dai No Tav di Trieste e del Carso) del viceministro Castelli e del segretario di Stato sloveno Igor Jakomin sull’intesa per la progettazione della tratta tra Trieste e Divaccia. Dopo mesi di trattative, Italia e Slovenia si sono hanno accordati sulla linea ”alta”, che sull’altipiano carsico da Aurisina raggiunge Opicina, seguendo la traccia della rete esistente, e poi si dirige verso il confine. Domani invece, sempre a Trieste, si terrà l’incontro tra Tondo e Zaia con Brinkhorst per approfondire le novità sul tracciato veneto. E proprio il governatore veneto, a ridosso dell’incontro, assicura che «c’è la volontà di chiudere la partita». E aggiunge: «Non c’è un tracciato che non abbia conflitto territoriale. Partiamo dal presupposto che ovunque passi, avrà comunque un comitato contro». (m.b.)
Dal Messaggero Veneto del 12/10/10
Tav, Pd di Fvg e Veneto contro il nuovo tracciato
di ANNA BUTTAZZONI UDINE. Le infrastrutture, dalla Tav al super-porto tra Trieste e Monfalcone, e il federalismo. Il Pd di Friuli Venezia Giulia e Veneto fanno squadra per dar forma a iniziative comuni sottolineando ciò che i governi, regionali e nazionale di centro-destra, non stanno facendo. Un’azione congiunta del Pd che verrà allargata anche ad altre regioni, per creare una sorta di blocco democratico e riconquistare il Nord. Debora Serracchiani, europarlamentare e segretaria regionale del Pd, comincia dal progetto Unicredit del super-porto. «Lo stop al finanziamento della piattaforma logistica di Trieste è l’ennesima occasione perduta e la riprova – afferma Serracchiani – che di questa regione non interessa più nulla a nessuno a livello di governo italiano. Mi auguro che l’amministrazione comunale di Trieste e la Regione prendano una posizione forte perché sostenere che il problema dipende dal fatto di attendere il rinnovo dell’Autorità portuale, è un’offesa all’intelligenza di chi ha lavorato per il porto di Trieste, di chi vuole bene a questa regione e di chi vorrebbe vederla veramente presente in modo centrale in Europa». Con lei a presentare la comune azione democratica c’è la segretaria regionale del Veneto, Rosanna Filippin, ma anche i parlamentari e i consiglieri regionali democratici di Fvg e Veneto. Dopo il porto è la volta della Tav, perché in Veneto il tracciato originario potrebbe cambiare. Un’ipotesi che trova l’opposizione dei democratici. «Il percorso – afferma Serracchiani – dovrebbe restare quello a nord, che corre parallelo all’autostrada A4 Venezia-Trieste, ma l’amministrazione veneta vuole spostarlo a sud, rendendo molto più costosa e probabilmente irrealizzabile questa infrastruttura fondamentale per il Nord-Est e per l’Italia. Con il rischio concreto che l’opera, il cui progetto preliminare dev’essere presentato entro il 31 dicembre, abbia ulteriori ritardi, se non addirittura uno stop». I democratici di Fvg e Veneto, quindi, chiederanno verifiche sull’impatto ambientale e sull’effettiva utilità di questo nuovo tracciato, denunciando anche il mancato coinvolgimento delle comunità locali, contrarie – a detta del Pd – alla nuova ipotesi. Il deputato Rodolfo Viola fa sapere di aver presentato un’interrogazione al viceministro Roberto Castelli, mentre Laura Puppato, capogruppo del Pd nel Consiglio regionale del Veneto, svela: «Il nuovo percorso è stato imposto dall’assessore veneto Renato Chisso». E sulla Tav immediata è stata la replica di Luca Zaia, governatore del Veneto. «C’è la volontà di chiudere la partita. Non c’è un tracciato che non abbia conflitto territoriale. Partiamo – ha detto Zaia – dal presupposto che ovunque passi avrà comunque un comitato contro». La partita-federalismo per il Pd si gioca invece assegnando centralità ai Comuni. «La Tav è l’ennesima prova – commenta Filippin – del centralismo regionale che sta dietro il vuoto federalismo sbandierato dalla Lega, e cioè l’esatto contrario del federalismo basato sulle autonomie che, come Pd del Nord, vogliamo sviluppare». I Comuni sono dunque lo snodo. «Quello che invece sta proponendo il governo – attaccano Filippin e il senatore Marco Stradiotto – è clientelare, fondato sul centralismo e rischia di rompere il Paese». Il vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale del Fvg, Mauro Travanut, parla invece di miopia politica. «Sul Federalismo partiamo da due posizioni diverse, la specialità del Fvg e l’ordinarietà del Veneto. È assurdo – spiega Travanut – pensare di abbassare il livello più alto. Va fatto il contrario»
Italia-Slovenia, oggi la firma per il tracciato Domani l incontro Tondo-Zaia con Ue
TRIESTE. Il nuovo tracciato della Tav nel tratto Trieste-Divaccia (Slovenia), parte del Corridoio V, sarà formalizzato oggi a Trieste dal viceministro per le Infrastrutture Roberto Castelli e dall’omologo sloveno Igor Jakomin. La firma dei due governi sull’accordo di cofinanziamento del progetto transfrontaliero e sul nuovo tracciato va a modificare il percorso individuato negli scorsi anni. Dopo mesi di dialogo e trattative, i due stati hanno raggiunto l’intesa sulla cosiddetta linea alta, che sull’altipiano carsico da Aurisina raggiunge Opicina, seguendo la traccia della rete esistente e poi si dirige al confine. Il nuovo percorso sostituisce la variante cittadina che avrebbe attraversato la città di Trieste ed era contestato dagli ambientalisti. In questo modo, con il finanziamento da 50,7 milioni di euro per la progettazione stanziato dalla Commissione europea nel dicembre 2008, potranno cominciare gli studi per la realizzazione del tratto transfrontaliero che è lungo poco meno di 40 chilometri. La firma dell’accordo è prevista nella sede della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia, protagonista nell’opera di mediazione con l’assessore ai Trasporti Riccardo Riccardi. Domani, sempre a Trieste, si terrà l’incontro tra i presidenti di Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e Veneto, Luca Zaia, con il coordinatore del progetto prioritario numero 6 Laurens Jan Brinkhorst. Obiettivo della riunione è trovare l’intesa sul tracciato veneto da Mestre a Portogruaro dell’alta velocità. I due presidenti hanno già mandato al Governo italiano una lettera in cui chiedono la nomina di un commissario, in particolare di Bortolo Mainardi, per accelerare i tempi dell’alta velocità a Nord-Est.