Dal Piccolo
«La Tav? Un disastro ambientale A rischio anche il corso del Timavo»
di LAURA BORSANI
L’impatto sul Carso, sulle falde freatiche, sul corso del Timavo, comprendendo le cavità naturali sotterranee di cui molte restano ”segrete” sfuggendo al censimento ufficiale. E di queste sicuramente tre verrebbero coinvolte dal tracciato Alta velocita-Alta capacità ferroviaria. Non solo. Gli effetti dei cantieri, in primis quelli per il rifacimento del bivio di San Polo e per la demolizione del cavalcavia tra Monfalcone e Ronchi, che sarà sostituito da un sottopasso. Ma anche l’imponente cantiere previsto nell’area del presidio ospedaliero. Di tutto questo si è discusso in occasione dell’incontro delle Commissioni consiliari Seconda e Quarta di Monfalcone, al fine di analizzare il progetto della Tav e le ricadute sul territorio. All’incontro erano presenti Maurizio Tavagnutti dell’Associazione speleogica isontina, Maurizio Comar, geologo della Federazione speleologica isontina nonché responsabile del Catasto regionale delle cavità naturali del Friuli Venezia Giulia e componente dell’associazione Lindner di Ronchi. Erano inoltre presenti l’assessore comunale all’Urbanistica, Massimo Schiavo, e l’ingegner Andrea Ceschia.
Da un lato, dunque, l’ambiente sul quale il progetto di Av-Ac capacità relativo alla tratta Ronchi-Trieste, rischia di provocare gravi danni interferendo con le falde freatiche e sulle cavità naturali, ma anche rischiando di condizionare pesantemente il corso del Timavo. Dall’altro il problema legato ai cantieri e alla movimentazione della roccia carsica scavata per la realizzazione delle gallerie, con il rischio di ”paralizzare” gli ingressi occidentali della città, lungo la ”statali” 14 e 305. I rappresentanti delle associazioni speleologiche hanno evidenziato le criticità legate al delicato equilibrio ambientale che caratterizza il nostro territorio. «Il Carso – ha spiegato Tavagnutti – non è solo bello da vedere, ci sono specie vegetali e animali, nonchè testimonanze storiche e antropologiche che vanno salvaguardate». Ha chiamato in causa il reticolo idrografico sotterraneo «che non conosciamo bene e che le gallerie andrebbero sicuramente ad intaccare». Ha fatto riferimento al Timavo: «Ha un tracciato sotterraneo tortuoso, con un’infinità di gallerie. Come potrebbe comportarsi in seguito allo scavo? La galleria della Tav potrebbe essere un disastro. Perché, invece, non potenziare la linea ferroviaria esistente o far passare il tracciato verso Gorizia?». Comar si è soffermato sulla carta degli ipogei che tiene conto solo delle grotte del territorio triestino. «Per il territorio carsico – ha osservato – vengono segnalate al Catasto regionale cento nuove grotte in media all’anno». Ha fornito anche i numeri: in regione le cavità naturali sono 7350 e sul Carso oltre 3200 quelle conosciute, di cui molte nell’area monfalconese e goriziana. «Ma non sappiamo quante ancora potrebbero essercene», ha annotato il geologo.
E veniamo all’aspetto urbanistico e viario. Il punto nevralgico dell’opera in città riguarerà il bivio ferroviario di San Polo, destinato all’ampliamento superando l’attuale strozzatura. La capacità della linea potrebbe aumentare del 40%. La certezza è che si inizierà da questo snodo, considerando che il cronoprogramma progettuale prevede l’avvio del raddoppio della linea storica nel 2015 per concludersi tra il 2017-2018. Opera inserita nella linea Av-Ac, la cui realizzazione è collocata tra il 2020 e il 2032. Il compito del Comune è quello di segnalare in questa fase tutte le ”interferenze”, da quelle ambientali alla cantierizzazione ai vincoli urbanistici «su cui chiederemo chiarezza e garanzie». E tra gli innumerevoli aspetti, ci sono gli scavi delle gallerie, ma anche la complessa deviazione del canale de Dottori. Non ultima, la demolizione del cavalcavia sulla ”14” tra Monfalcone e Ronchi, dove sarà realizzato un sottopasso. Qui Schiavo ha evidenziato: «Se la demolizione del cavalcavia avverrà contestualmente al rifacimento del bivio di San Polo le ”statali” 14 e 305 verranno chiuse contemporaneamente. Bisogna pertanto porre molta attenzione a queste opere prevedendo uno scaglionamento dei cantieri e le opportune deviazioni».
Intanto ieri, alla Galleria espositiva, l’assessore ha incontrato i cittadini, in vista della scadenza dei termini (tra 10 giorni) per la presentazione delle osservazioni da parte dei privati, volendo sostenerli in questo percorso. Martedì prossimo, invece, sempre alla Galleria espositiva, alle 18, è previsto una riunione a livello mandamentale, alla presenza dell’assessore regionale Riccardo Riccardi e ai tecnici di Rfi con gli anmminstratori dei Comuni interessati.
Il Comitato di Selz pronto a mobilitarsi
A seguito delle richieste di molte persone interessate al nuovo progetto dell’Alta velocità ferroviaria, il Comitato per la salvaguardia del territorio di Selz a Ronchi, sottolinea che qualsiasi cittadino ha diritto di visionare e ottenere una copia informatica del progetto preliminare per la tratta Ronchi-Trieste per la valutazione dell’impatto ambientale. Inoltre ricorda come tutti i cittadini, in forma individuale o associata, possono presentare osservazioni sulle conseguenze sul territorio del progetto presentandole entro il 20 febbraio, indicando che si tratta di osservazioni rivolte al progetto proposto per la Valutazione impatto ambientale. «Le associazioni ambientaliste con cui siamo in contatto – sono le parole del portavoce, Bruno Zamar – stanno preparando le osservazioni al progetto. Ciò probabilmente non basterà, se non saranno seguite da una mobilitazione dei cittadini e degli enti locali interessati che devono esprimere la loro decisa opposizione a questo devastante progetto in tempo utile per essere efficaci. Per questo rivolgiamo invito ai cittadini a recarsi nel proprio comune per visionare il progetto e sollecitare i propri rappresentanti a esprimersi visto che il tempo passa». Quanto alle modalità che si riferiscono al progetto presentato da Italferr–Gruppo Ferrovie dello Stato, la copia può essere richiesta alla Direzione centrale ambiente della Regione. Oggi alle 18.30 si parlera degli effetti della Tav anche a Turriaco nel corso di un incontro pubblico che si terrà in municipio per l’illustrazione delle ripercussioni del progetto di Rfi sul territorio comunale.
Il Comitato No-Tav invita il sindaco a un confronto pubblico
CERVIGNANO Da una parte il sindaco Pietro Paviotti, che nei giorni scorsi aveva rassicurato gli abitanti sul progetto preliminare della linea ad Alta velocità e capacità che, aveva detto il primo cittadino, «non comporterà alcuna demolizione o esproprio alle case comprese nel territorio comunale». Dall’altra, il Comitato No Tav che non molla, giudicando a ”effetto valium” le parole del sindaco, invitandolo insieme al consigliere regionale del Pd Mauro Travanut e gli altri esponenti dell’amministrazione, a un confronto nell’assemblea prevista domani a Scodovacca, in palestra, alle 16.30. «Nello studio di impatto ambientale – replica Giancarlo Pastorutti del Comitato – ci sono le foto delle abitazioni nella fascia di 250 metri interessate allo sforamento dei livelli acustici con il giudizio sullo stato di conservazione della casa. Tranquilli, non verranno abbattute, ma il valore dell’immobile sarà condizionato? Nei Comuni non sono ancora disponibili i documenti dello studio di impatto ambientale, indispensabili a presentare entro i 60 giorni previsti le obiezioni al progetto preliminare. Mentre i sindaci rassicurano, di fatto aspettano l’invio ufficiale della Regione: il solito palleggiamento di responsabilità. Il sindaco Paviotti dice che il protocollo d’intesa concordato troverà risposta adeguata nel piano di Italferr, e che quest’ultimo dovrà essere modificato. Considerato che c’era un accordo, perché il progetto in prima stesura non ha tenuto conto delle richieste dei sindaci? É un altro esempio di come il protocollo-Sonego, oltre a non essere stato approvato dalla maggior parte dei Consigli comunali, ora venga disatteso».
E mentre si invita a consultare il portale www.notavfvg.altervista.org, e la visione del video su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=MQ1kfBeLnFg), ce n’è anche per l’assessore regionale Riccardi: «Contrariamente a quanto dice – aggiunge Pastorutti -, la relazione costi-benefici è resa obbligatoria dal decreto attuativo della legge obiettivo». Intanto, l’altro ieri Riccardi ha dato il via al percorso di analisi del progetto con gli enti locali. Ogni Comune provvederà, nei termini che riterrà opportuni e con l’eventuale supporto di un professionista esterno, a formulare le osservazioni. Sarà la Regione ad acquisire le osservazioni e a trasmetterle a Rfi, che risponderà a sua volta. Poi inizieranno le assemblee pubbliche tra Regione, Provincia e uno o più Comuni.
Elena Placitelli
Da Pd e Lista Caruso critiche a Cressati
PALMANOVA «Consultazione dei cittadini sulla Tav fuori tempo massimo. Cressati scopre le assemblee pubbliche solo in campagna elettorale». È l’opinione dei gruppi consiliari di minoranza sulla riunione che il sindaco ha indetto per stasera alle 18 in municipio dedicata alla questione-Tav. Pd e Lista Caruso unite nella critica. In 5 anni mai una riunione aperta su un tema così impattante. Si attendono ora proposte concrete, sostenibili da portare sul tavolo tecnico-politico regionale. Dunque, i residenti sulle vie Ontagnano, Carducci, Manzoni e nelle aree limitrofe si vedranno illustrare stasera il progetto e potranno manifestare pubblicamente le loro osservazioni sulla Tav che li coinvolge direttamente. «Pare strano – commentano il segretario Pd, Luca Osso, e il consigliere Giorgio Caruso – che Cressati senta solo ora la necessità di convocare i cittadini. In cinque anni del suo mandato, ormai prossimo alla scadenza, non ricordiamo assemblee pubbliche in cui l’amministrazione abbia illustrato progetti che coinvolgono il nostro territorio o abbia cercato il confronto con i cittadini su soluzioni alternative. Tutto è stato tenuto a livello di dibattito consiliare».
Non solo quindi la giunta Cressati ha evitato di organizzare assemblee pubbliche per sentire la gente su scelte qualificanti che dovranno interessare Palmanova nei prossimi anni, ma non ha mai informato la cittadinanza neanche con altri mezzi, hanno sentenziato i consiglieri di minoranza. «È triste constatare come l’amministrazione di Palmanova non abbia sentito in questi anni il bisogno di pubblicare un semplice periodico, con il quale tenere informati i cittadini sull’attività corrente, sulle scelte politiche e strategiche, sulle ”grandi infrastrutture” che toccheranno il territorio», dicono Osso e Caruso. Sembra impossibile che in un bilancio che ha entrate sui livelli di circa 10 milioni di euro non si siano trovate risorse per pubblicare un ”bollettino comunale”. Pd e Lista Caruso propongono di mettere un tecnico a disposizione dei cittadini per dare chiarimenti sull’impatto dell’opera, chiedere una moratoria per avere più tempo per analizzare e dare il parere sul progetto o proporre modifiche. All’amministrazione spetta il compito di impegnarsi a portare avanti le istanze che vengono dalla gente e dal territorio con autorevolezza sul tavolo tecnico-politico che si è costituito a livello regionale.
Alfredo Moretti