Messaggero Veneto
Alta velocità: si consultano speleologi
MONFALCONE. Potrebbe svolgersi il prossimo 9 febbraio l’incontro, promosso dalla presidente della Commissione tutela della salute, Barbara Zilli, con i rappresentanti delle associazioni speleologiche del Monfalconese. Incontro che avrà quale tema importantissimo il progetto di Alta velocità/Alta capacità, la linea ferroviaria che passerà per il territorio monfalconese con un fortissimo impatto sul territorio.
«Anche se le decisioni sul corridoio 5 – Tav vengono prese ben più alto, i consigli comunali dovrebbero essere chiamati a esprimersi sull’impatto del progetto. Visto il progetto faraonico dal punto di vista sia del costo sia dell’impatto sul territorio, è necessario acquisire più elementi possibile per dare un parere che dev’essere la risposta alla domanda», dice Zilli, domandano che si voglia avere «un territorio completamente cementificato e industrializzato, però potenzialmente strategico nell’economia internazionale che porterebbe beneficii economici anche in termini di opportunità di lavoro oppure un territorio vivibile e cerchiamo piuttosto di valorizzare il paesaggio naturale investendo sulle peculiarità, quali Carso e mare, che lo distinguono».
Evidenzia come in questa decisione cozzino l’accusa di essere miopi e di non volere lo sviluppo economico del territorio, da una parte, con la consapevolezza di deturpare in maniera irreversibile il patrimonio naturale, dall’altra.
«Siamo chiamati a fare questa scelta – prosegue – perché dobbiamo essere consapevoli che Tav e superporto sono destinati ad alterare pesantemente il paesaggio. In questo quadro certo, ciò che non è certo è la strategia finale: quale beneficio potremmo ricavare dal passaggio della ferrovia ad alta capacità verso la Slovenia? Il superporto è un discorso a sé, poiché diventerebbe un punto strategico per il territorio monfalconese-triestino, ma anche in questo caso prima di dire sì è necessario valutare l’impatto che avranno il lavoro sui fondali nonché la costruzione di banchine chilometriche con relativi collegamenti stradali. Per acquisire più elementi possibile per la decisione finale e quindi per meglio conoscere il patrimonio naturale del nostro Carso – conclude – sto predisponendo per organizzare un incontro pubblico nella competente commissione consiliare a tutela dell’ambiente con il gruppi di speleologi locali che meglio conoscono il patrimonio naturale del Carso e i suoi meandri più nascosti».
Cristina Visintini
Da Il Piccolo
Impatto dell opera, la Bassa vuole garanzie
Fuori dal palazzo della Regione, in piazza Unità a Trieste, c’erano sabato i Comitati No Tav della Bassa friulana e i Verdi di Cervignano che chiedevano al sindaco di Cervignano Pietro Paviotti di indire alla svelta un’assemblea pubblica e di mettere un tecnico a disposizione dei cittadini, per dare loro i chiarimenti sull’impatto della grande opera anche in merito alle demolizioni delle case e alle misure fonoassorbenti.
Dentro il palazzo della Regione, insieme ai rappresentanti delle altre amministrazioni coinvolte, c’era il primo cittadino di Cervignano che a sua volta chiedeva all’assessore regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi più tempo per capire i dettagli del progetto e l’ausilio di un tecnico “laico” per convincere dell’utilità della Tav. Se non tutti, almeno la maggior parte dei cittadini.
Da parte sua, l’assessore Riccardi ha rassicurato che solo ora, davanti a un progetto preliminare concreto e non più a semplici ipotesi, può iniziare il dialogo con gli enti locali interessati alla nuova linea ferroviaria ad Alta capacità e velocità. Per Cervignano, insieme ai Comuni limitrofi, la Regione fisserà già a partire da questa settimana un incontro con i tecnici di Rfi, teso a verificare se l’intesa raggiunta con il ”protocollo Sonego” del 2008 è stata interamente rispettata nel progetto preliminare.
Riccardi ha poi evidenziato come non siano perentori i tempi di 60 giorni entro cui le amministrazioni devono esprimere le proprie valutazioni sul progetto.
Si è giocata così, sabato mattina, la partita cervignanese per la Tav, che, secondo le previsioni, porterà il capoluogo della Bassa a raddoppiare i binari della linea esistente nelle due tratte, la Ronchi – Portogruaro e la Cervignano – Udine. Per entrambi i collegamenti i lavori dovrebbero chiudersi entro il 2021. Nel 2017 l’avvio previsto verso Palmanova, l’anno successivo verso Portogruaro. In uscita dal parco di Cervignano verso Trieste non saranno previsti viadotti, ma comunicazioni a raso, mentre un unico viadotto a quattro binari è previsto nell’ingresso a Ovest dell’abitato, dove l’Alta velocità si immetterà sul tracciato esistente.
Sempre per quel che concerne il capoluogo della Bassa friulana, i convogli non potranno superare la velocità di 160 chilometri orari, e la capacità della linea (oggi utilizzata circa al 50%) potrà più che raddoppiare.
Intanto per il sindaco Paviotti l’incontro dell’altro ieri è stata anche l’occasione per spiegare di persona il senso della lettera inviata alla Regione, alla Provincia e a Italferr.
«Ero e rimango favorevole al progetto di potenziamento della ferrovia – ha esordito Paviotti –, fondamentale a spostare dalla gomma alla rotaia il traffico delle merci. Nel corso della legislatura precedente, ho lavorato per fare in modo di far attraversare la grande opera sulla linea esistente anziché su una nuova, concedendo di concepire quattro binari nel mezzo del capoluogo.
Non è mia intenzione fare strumentalizzazione politica, ma il lavoro per firmare il protocollo Sonego ci ha visti compartecipi del progetto.
Ora alla Regione chiedo misure e garanzie: più tempo per valutare i dettagli del progetto e il sussidio di un tecnico di fiducia a disposizione del Comune e dei cittadini».
Elena Placitelli
Monfalcone chiede tempo a Riccardi
Il Monfalconese si rimbocca le maniche, alla luce dell’incontro a Trieste, con Rfi e l’assessore regionale Riccardo Riccardi. Un incontro che ha registrato la «disponibilità» da parte della Regione al confronto con i Comuni interessati dal progetto di Alta velocità-Alta capacità, avendo prospettato una dilatazione dei tempi in ordine alla procedura di impatto ambientale, permettendo agli enti locali di ragionare approfonditamente e con cognizione di causa sul progetto, prima di esprimere un parere attraverso i rispettivi Consigli comunali.
Intanto, la Provincia di Gorizia ha convocato per il 28 gennaio il Patto per lo sviluppo territoriale, alla presenza dell’assessore Riccardi e di Rfi, per illustrare il progetto. Sarà quindi organizzato un gruppo di lavoro, guidato presumibilmente dalle organizzazioni sindacali, per elaborare un’analisi approfondita, anche in ordine agli aspetti legati allo sviluppo economico del territorio.
Alla luce del documento, come ha spiegato il presidente Enrico Gherghetta, nonchè della presentazione delle osservazioni da parte dei privati e soprattutto delle posizioni espresse dai Comuni, sarà preparato uno specifico ordine del giorno per l’approvazione in Consiglio provinciale. «Si tratterà di esprimere un parere politico – ha osservato Gherghetta -. Saremo a supporto delle amministrazioni comunali. Sul sito del Patto territoriale abbiamo già inserito i documenti inerenti il progetto preliminare di Rfi, mentre, appena sarà disponibile, inseriremo anche il piano di Via».
A breve, ha riferito l’assessore all’Urbanistica, Massimo Schiavo, è previsto anche un incontro con i tecnici di Rfi, aperto ai cittadini del territorio, per permettere di conoscere le caratteristiche e gli effetti del progetto, anche ai fini della presentazione di eventuali osservazioni. «All’assessore Riccardi – ha spiegato Schiavo – abbiamo prospettato due richieste essenziali, l’allungamento dei termini per la presentazione del parere in ordine al piano di Via, fissato in 30 giorni dalla ricezione della documentazione, e la presenza dei tecnici di Rfi per illustrare cosa accadrà nel nostro territorio. L’assessore Riccardi ha manifestato disponibilità: fermi restando i tempi per la presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale, non ha posto vincoli per i Comuni ai fini della presentazione dei pareri, e ha accolto la proposta dell’incontro pubblico».
Il presidente della IV Commissione consiliare, Barbara Zilli, che ha evidenziato l’importanza di coinvolgere i Consigli comunali per esprimersi sull’impatto del progetto, sta invece organizzando, presumibilmente per il 9 febbraio, un incontro con la Federazione provinciale degli speleologi, per approfondire l’aspetto in ordine all’impatto sul patrimonio naturale del Carso. E Fabio Delbello, in veste di presidente della III Comissione, ha richiesto al sindaco Gianfranco Pizzolitto, al presidente del Consiglio Marco Ghinelli e ai capigruppo consiliari, la convocazione di uno o due Consigli comunali, da realizzarsi entro il 20 febbraio, con la partecipazione dell’assessore Riccardi e dei tecnici di Rfi. (la.bo.)
Tav, un affare per il Porto Con il nuovo bivio di San Polo 900mila container l anno
di LAURA BORSANI
Il potenziamento della linea ferroviaria storica, che a Monfalcone prospetta l’intervento sul bivio San Polo, permetterà almeno di raddoppiare la capacità del traffico merci su rotaia, portandola dagli attuali 500mila teu a 900mila teu all’anno. Significa uno sviluppo notevole per il territorio e per il rilancio produttivo, non solo in vista del previsto superporto. Decisivo si prospetta anche l’intervento sull’altro ”collo di bottiglia”, il bivio di Aurisina, per il quale si prevede la quadruplicazione dei binari. Il tutto ipotizzando una capacità di traffico merci complessiva di 1,450 milioni di teu all’anno. Sono gli elementi più immediati e concreti che potranno sortire dal progetto di Rfi, nell’ambito della tratta Ac-Av Ronchi-Trieste, che nel piano di Valutazione di impatto ambientale ha ”calendarizzato” proprio il bivio di San Polo nella prima fase di realizzazione.
Su questi aspetti si concentra il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, all’indomani dell’incontro a Trieste con i tecnici di Rfi e l’assessore regionale Riccardo Riccardi. «Ho constatato – spiega – una volontà di apertura e di dialogo da parte di Rfi e della Regione, intenzionata a considerare tutti i soggetti interessati, anche sotto il profilo politico. Una disponibilità molto apprezzata. Ho colto un clima serio e propositivo, e questa è una buona base di partenza per lavorare. Ma all’incontro abbiamo anche fatto presente la necessità di prevedere tempi meno stringenti per i Comuni ai fini della presentazione dei pareri nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale. Ritengo che le parole d’ordine debbano essere la trasparenza, la disponibilità, la responsabilità e il buonsenso. Non bisogna avere fretta, nè servono atteggiamenti ideologici a favore o contro il progetto». Gherghetta aggiunge: «La linea comune scaturita dall’incontro a Trieste è quella della consapevolezza che il territorio non può venire tagliato fuori dallo sviluppo. Il trasferimento del traffico merci su rotaia è un concetto condiviso proprio in relazione alle prospettive di rilancio economico». Gherghetta si sofferma anche sulle criticità: «L’intervento di potenziamento del bivio di San Polo è da considerarsi in linea di massima positivamente, pur con qualche possibile miglioria. Sarebbe completo con la previsione dell’interramento della ferrovia a Selz e Vermegliano. Il problema da affrontare, invece, è il tratto Ronchi-Aurisina, altro intervento decisivo, ma che va valutato attentamente. Il primo passaggio importante sarà, pertanto, l’ampliamento dei due bivi per permettere una capacità di traffico merci fino a 1,450 milioni di teu all’anno». Gherghetta definisce poi «inaccettabile» il tratto Ac-Av previsto sul territorio di Doberdò del Lago, all’altezza di Sablici. Quindi aggiunge: «La Provincia si mette a disposizione dei Comuni al fine di un percorso unitario, volendo altresì esprimere un proprio parere, attraverso un ordine del giorno approvato in Consiglio, che non sarà un atto amministrativo, ma politico, non essendo l’ente provinciale coinvolto direttamente nel piano di Via. La programmazione seria e lungimirante ora, dunque, si deve concentrare sui temi più concreti, rappresentati dal bivio di San Polo e di Aurisina».