Martedi, 1 Febbraio 2011
La Tav fa infuriare comune e cittadini
Un secco “No Tav” da parte di tutti i cittadini presenti alla prima serata informativa riguardante il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria, tenutasi lunedì 24 gennaio a Quarto d’Altino.
All’incontro, organizzato dall’Amministrazione comunale, sono intervenuti l’ing. Alessandro Pattaro (esperto in pianificazione territoriale), il prof. Carlo Giacomini (Iuav Venezia), Davide Cester (Ferrovie a Nordest), Maurizio Billotta (Legambiente), il prof. Luca Lazzaro (Confederazione italiana Agricoltori Venezia). Era anche presente il Consiglio comunale al completo, che insieme alla cittadinanza ha seguito con attenzione gli interventi degli esperti.
Il progetto. Considerato che la documentazione è arrivata da poco tempo, è attualmente difficile farsi un’idea della portata complessiva dell’opera, che comunque si preannuncia devastante per il territorio di Quarto d’Altino. «Sono due i tracciati allo studio – ha detto Davide Cester di Ferrovie Nordest – il tracciato costiero basso e quello che affianca l’autostrada; ma quest’ultimo sembra meno plausibile, per la coincidenza di alcuni tratti con i lavori della terza corsia. Se da Venezia all’aeroporto Marco Polo la linea è prevista in tunnel, è da Quarto in poi che iniziano le criticità, proprio per il notevole impatto ambientale che si verificherà sul territorio: se consideriamo il tracciato costiero, dal Marco Polo a Portegrandi, passando per la zona est di Quarto (Via Colombera, via Claudia Augusta), si costruirà un’elevazione di circa 12 metri per far scorrere l’Alta Velocità».
L’impatto ambientale. Da secoli l’emergenza idraulica affligge la zona del Sile e nel corso del tempo i nostri antenati si sono dovuti scontrare con queste problematiche, affrontando via via la situazione con diversi escamotage: «Questo è un territorio molto fragile – ha commentato l’ing. Pattaro – fin dal 1600 è stato un “laboratorio di pianificazione idraulica” a cominciare dal taglio del Sile che è stata una catastrofe ambientale, dato che tutte le terre circostanti si sono impaludate. Tutte le aree sotto il livello del mare sono a rischio, ma qui nessuno si preoccupa di osservare l’ambiente dal punto di vista geologico».
Le finalità dell’opera. Un altro “neo” del progetto consiste nel fatto che non sono indicati gli obiettivi di traffico dell’opera: «Quando si progetta una simile infrastruttura, bisognerebbe indicare lo spostamento di uomini e merci previsto nel tempo, ma queste informazioni mancano negli innumerevoli file allegati alla documentazione – ha osservato il prof. Giacomini – per questo è difficile valutare se davvero quest’opera sia necessaria. Non siamo ancora stati in grado di esaminare l’analisi costi-benefici, ammesso che riusciamo a trovarla tra la miriade di documenti, che tra l’altro sono di difficile interpretazione. Bisogna però dire che non si è verificato un dialogo propositivo tra Regione e amministratori locali, ma il progetto è stato calato dall’alto senza alcuna analisi dei bisogni delle diverse realtà territoriali: pensate che si ipotizzano circa 140 treni merci al giorno tra diurni e notturni, mentre il trasporto passeggeri avrebbe a disposizione solo 26 treni al giorno (circa un treno all’ora!), alla faccia di chi protesta quotidianamente contro i tagli ai trasporti locali».
I costi. «Il Veneto spende solo lo 0,04% del bilancio per investimenti ferroviari sulle nostre tratte – ha affermato Maurizio Billotta di Legambiente – mentre quest’opera colossale costerà 4 miliardi e 200 milioni solo per il tratto Mestre-Ronchi. Eppure il trasporto su gomma continua ad essere privilegiato sia per questioni economiche che di flessibilità».
Le reazioni dei cittadini. Infuriati i numerosi cittadini presenti in sala: il sentimento prevalente è stata l’indignazione, espressa anche dal sindaco Loredano Marcassa, di non essere mai coinvolti nei progetti che stravolgono i centri abitati e che condizioneranno l’ambiente a medio e lungo termine.
Il consigliere Marco Simionato ha commentato: «Sono fortemente contrario sia al tracciato basso sia al tracciato alto, anzi propongo che si formino fin da subito dei Comitati No Tav, per opporsi con forza ad un progetto assurdo, di cui non vengono resi noti con precisione né i costi né i benefici. Sono previsti 10 viadotti, 12 deviazioni e sovrappassi su fiumi e canali, senza contare che l’opera passa sopra o nelle vicinanze di 7 aree archeologiche». Ci saranno 73.000 mq di cantiere tra via Colombera e via Claudia Augusta, con un attraversamento di circa 400 camion per il trasporto della ghiaia.
«Mi sento offeso dal fatto che non prendano mai in considerazione gli amministratori locali – ha concluso il sindaco Loredano Marcassa – siamo sempre gli ultimi a sapere il destino dei nostri paesi e città, soprattutto quando si tratta di opere di questa portata: la legge Obiettivo velocizza i tempi, al contrario un semplice cittadino deve affrontare una burocrazia spaventosa per fare l’ampliamento della sua casa o semplicemente per progettare una stanza in più. Questo non è ammissibile: dobbiamo finirla con i progetti calati dall’alto».
Il prossimo appuntamento è previsto per il 31 gennaio: un’altra serata per raccogliere le proposte e i suggerimenti dei cittadini in modo chiaro e costruttivo e procedere alla stesura delle osservazioni, che dovranno essere stilate entro 60 giorni dall’arrivo del progetto in Comune.
Beatrice Giai Gischia
http://www.gvonline.it/public/articolo.php?id=6356
Dal Piccolo del 02/02/11
Consultabile negli uffici comunali il piano dell Alta velocità ferroviaria
RONCHI Sono consultabili già da diversi giorni sia sul sito internet comunale (www.comuneronchi.it) sia all’Ufficio urbanistica gli elaborati relativi al progetto preliminare per l’Alta velocità/capacità. I termini ufficiali per la presentazione da parte dei cittadini di eventuali osservazioni e opposizioni scritte sul nuovo progetto della Tav, depositato il 22 dicembre 2010 da Italfer, è di 60 giorni.
«Nel corso dell’incontro tenutosi a Trieste, nella sede della Regione, al quale ho partecipato in rappresentanza dell’amministrazione comunale – sono le parole dell’assessore all’Urbanistica, Sara Bragato – sono state fornite dall’assessore Riccardo Riccardi ampie rassicurazioni circa la non perentorietà dei termini fissati per legge. In considerazione della complessità e della mole di documenti di cui è costituito il progetto, sembra che saranno prorogati i tempi entro cui gli enti locali potranno esprimersi sul progetto preliminare, in una prima fase con la segnalazione di eventuali interferenze non evidenziate dal progetto stesso e successivamente rispetto allo studio di impatto ambientale».
Il Comune di Ronchi ha già avviato l’analisi degli elaborati per la segnalazione delle interferenze non rilevate e si sta muovendo, anche unitamente agli altri Comuni del mandamento interessati dall’opera, per poter effettuare una presentazione pubblica del progetto preliminare. (l. p.)
Il Pd: «Masarà ha esercitato un suo diritto»
RONCHI Si torna a parlare della decisione di messa in aspettativa dal lavoro dell’assessore Enrico Masarà di Ronchi per completare il suo mandato elettorale in vista delle elezioni di maggio. E da Bruno Zamar, esponente del Pd ronchese, si sottolinea come egli abbia esercitato un suo diritto. «Da parte del Pdl e della Lega – sono le parole di Zamar – il tutto è stato trattato in modo alquanto spregiudicato e denigratorio, con il solo scopo di montare un caso e una polemica da gossip-magazine. Comunque il giudizio finale lo daranno gli elettori nel chiuso della cabina elettorale». Secondo Zamar sorprende che un partito così importante nel panorama politico, anche locale, scenda a livelli così bassi limitandosi a creare una pretestuosa polemica su dei fatti personali senza intervenire su altri aspetti della politica reale che interessano e pesano su tutti i cittadini.
«Ronchi, per la presenza di molte infrastrutture a servizio della comunità regionale e nazionale – continua – è penalizzata nel suo sviluppo economico ed urbanistico. Ad esempio la recente adozione del piano di rischio aeroportuale ha ridotto lo sviluppo urbanistico e le possibilità edificatorie di buona parte della cittadina in una fascia che va dall’ aeroporto al Carso. Come se non bastasse il nuovo progetto della Tav Venezia-Trieste ripropone drammaticamente altri pesanti vincoli al nostro martoriato territorio e questa volta sembrerebbe in modo definitivo». A giudizio dell’esponente del Pd ci saranno anni ed anni in cui i vincoli resteranno senza che si incominci alcun lavoro, poi eventualmente alcuni decenni di cantieri con centinaia di autocarri a spasso lungo il territorio. «Finito tutto questo una barriera di 7-8 metri – prosegue – separerà la nostra cittadina modificando così in maniera tecnologica il nostro paesaggio. Senza parlare poi delle case che verranno demolite. Fortunatamente fino ad ora nessuna delle maggiori forze politiche si è espressa o ha fatto delle proposte alternative, lasciando i cittadini nell’ incertezza totale. L’unica notizia che ha tenuto banco con accuse e difese è stata la polemica sull’assessore. Esaurimento da vuoto di idee? Spero proprio di no, anzi spero ancora che la politica si rimetta sui giusti binari e si interessi dei reali bisogni dei cittadini». (lu.pe.)
«Tav a non meno di 30 metri dalle case»
di LAURA BLASICH
SAN CANZIAN Sono sette le abitazioni che l’Alta velocità -Alta capacità ferroviaria abbatterà tra Pieris e Begliano. Considerando, però, la fascia di rispetto di 10 metri prevista dal progetto preliminare di Rfi. Una distanza che l’amministrazione comunale di San Canzian vuole si allarghi a 30 metri, così da evitare i pesanti impatti prevedibili per gli edifici più vicini alla linea, nonostante l’inserimento di barriere anti-rumore. Se l’osservazione del Comune fosse accolta, le case da demolire salirebbero a 30, di cui 20 in via Rebez a Pieris e le altre 10 distribuite lungo la linea fino al confine con Ronchi. Di questa scelta le famiglie interessate sono già state messe al corrente, nel corso di un incontro che il sindaco Silvia Caruso e gli assessori compententi hanno tenuto la scorsa settimana. Una riunione a porte chiuse, come tiene a sottolineare lo stesso sindaco, per consentire di entrare nel dettaglio del progetto, degli impatti e delle soluzioni individuate per ridurli.
«Il nostro è un approccio pragmatico – spiega il sindaco – che tiene fede all’impegno di ridurre al minimo i disagi per i cittadini e nello stesso tempo di garantire la tutela dei loro diritti». La segnalazione come “interferenza” dell’ampliamento della fascia di rispetto da 10 a 30 metri non è quindi un controsenso. «Riteniamo che c’è senz’altro un impatto pesante per chi vedrà demolita la propria abitazione e dovrà trasferirsi – afferma il sindaco -, ma sarà maggiore per chi si troverebbe a vivere nella zona tra i 10 e i 30 metri di distanza dalla nuova linea. A questo punto crediamo sia meglio avere più demolizioni con la certezza di compensazioni adeguate». Proprio sull’aspetto degli indennizzi si è concentrata l’attenzione della maggior parte delle famiglie presenti all’incontro, non contrarie, quindi, in partenza all’ampliamento della fascia di rispetto. «Si è comunque capito che il senso del faccia a faccia non era schierarsi pro o contro il progetto dell’Alta velocità – aggiunge il sindaco -, ma parlare appunto in concreto di impatti, soluzioni, tutele, delle esigenze dei cittadini di cui l’amministrazione si farà portavoce».
Per una discussione generale e “politica” sul passaggio dell’Av-Ac sarà invece convocato un Consiglio comunale aperto con tutta probabilità attorno alla metà del mese, prima della scadenza del 20 febbraio, fissata per la presentazione delle osservazioni al progetto, e dell’incontro pubblico di portata mandamentale che si sta tentando di organizzare a Monfalcone. L’ente locale ha comunque già individuato altre due “interferenze” da segnalare. La prima riguarda la fase di cantiere che impatterà sulla viabilità portante di Pieris e Begliano e su un asse fondamentale come la strada regionale 14. «Non è pensabile che se si dovesse chiuderla integralmente il traffico che la percorre verrà riversato nell’abitato di Begliano”, dichiara il sindaco Caruso. Il Comune chiederà quindi la creazione di collegamenti stradali alternativi. L’ultima osservazione riguarda invece la gestione del cantiere per la creazione del binario a valle (lato Pieris-Begliano) della linea ferroviaria storica. Stando al cronoprogramma dell’opera, il territorio di San Canzian sarà interessato dai lavori per quattro anni, dal 2017 al 2021.
Messaggero Veneto
Il Comitato di tutela ambientale: case di pregio a rischio con la Tav
PALMANOVA. Nuove preoccupazioni si affacciano sulla questione dei tracciati relativi delle opere di viabilità accessorie alla Tav. Il Comitato di tutela ambientale di Palmanova, tramite il portavoce Luigino Battistello, fa infatti sapere che, grazie all’opera di divulgazione delle informazioni attuata dal Comitato “No Tav” di Bagnaria Arsa, è riuscito a prendere visione dei contenuti del nuovo progetto preliminare della Tav nella Bassa Friulana.
«Per il nostro territorio – spiega il portavoce del Comitato locale – ci sono di nuovo cattive notizie: gli impatti prospettati da questo progetto sono veramente pesanti per il settore sud-ovest del nostro martoriato comune. È ricomparso un “cavalca-ferrovia” sulla strada regionale 252, la cosiddetta Napoleonica, il quale non è in asse con la statale stessa, ma crea una “variante” a forma di trapezio sul lato sud». Per il Comitato questa soluzione progettuale è quasi incomprensibile. Prosegue infatti Battistello: «Questo cavalcavia, che oltrepassa la ferrovia, ottiene il risultato di creare curve sulla strada, consumare territorio, svalutare case e terreni presenti nella zona, peggiorare la qualità della vita agli abitanti del posto». Il portavoce fa anche notare che sono molte le abitazioni, alcune anche di un certo pregio, presenti nelle adiacenze della ferrovia esistente, che rientrano nella fascia di vincolo urbanistico. Sono pertanto parecchi i cittadini interessati a capire ciò che questo comporta. Il Comitato di Tutela ambientale di Palmanova invita i cittadini a prendere visione degli elaborati progettuali «che – aggiunge Battistello – speriamo possano essere disponibili in Municipio. Va infatti ricordato che ogni cittadino può presentare osservazioni, che serviranno da riferimento per gli indispensabili interventi dell’amministrazione comunale, nei confronti dell’assessore regionale alle infrastrutture. La nostra speranza è quella di contribuire, anche come Comitato, alla correzione delle situazioni di sfregio ambientale». (m.d.m.)
Alta velocità, si contano le case da abbattere
San Canzian d’Isonzo SAN CANZIAN D’ISONZO. Se la fascia di rispetto prevista dal progetto preliminare di Rfi per l’Alta velocità-Alta capacità resterà a 10 metri, dovrebbero essere 7 le abitazioni che dovranno essere abbattute fra Pieris e Begliano; se invece Rfi accetterà di ampliare la fascia a 30 metri, come intende chiedere l’amministrazione comunale per evitare i pesanti impatti prevedibili per gli edifici più vicini alla linea, che non potrebbero essere ridotti con barriere anti-rumore, le case da abbattere sarebbero 30, di cui 20 in via Rebez a Pieris e altre 10 distribuite lungo la linea fino al confine con Ronchi.
Potrebbe sembrare un controsenso che in realtà, come spiega il sindaco Silvia Caruso vuolre ridurre al minimo di disagi per i cittadini e garantire la tutela dei loro diritti: maggiori demolizioni significherebbe poter avere compensazioni adeguate, anche per chi, altrimenti, si troverebbe a dover convivere con la vicina linea di Av/Ac.
La volontà degli amministratori sancanzianesi è già stata illustrata alle famiglie interessate, nel corso di un incontro con il sindaco e gli assessori competenti, che volutamente è stato organizzato a porte chiuse per consentire di entrare nel dettaglio del progetto, degli impatti e delle soluzioni individuate con la dovuta riservatezza.
«Certo non sarà facile per chi dovrà trasferirsi, ma perlomeno ci sarebbe maggiore tutela», spiega Caruso. L’attenzione delle famiglie, che in linea di massima non sono state contrarie all’idea, si è concentrata sul valore, certezza e peso degli indennizzi.
«Si è comunque capito che il senso del faccia a faccia non era schierarsi pro o contro il progetto dell’Alta velocità – aggiunge il sindaco –, ma parlare appunto in concreto di impatti, soluzioni, tutele, delle esigenze dei cittadini di cui l’amministrazione si farà portavoce».
Circa poi la discussione generale e politica sul passaggio dell’Av-Ac sarà invece convocato un consiglio comunale aperto, molto probabilmente verso la metà di febbraio, entro il 20, data ultima per la presentazione delle osservazioni al progetto. Un altro incontro, di portata mandamentale si dovrà tenere invece a Monfalcone. L’ente locale ha comunque già individuato altre due interferenze da segnalare. La prima riguarda la fase di cantiere che impatterà sulla viabilità portante di Pieris e Begliano e su un asse fondamentale come la strada regionale 14. «Non è pensabile che se si dovesse chiuderla integralmente il traffico che la percorre verrà riversato nell’abitato di Begliano», dichiara il sindaco, che prosegue spiegando che il Comune di San Canzian chiederà quindi la creazione di collegamenti stradali alternativi.
L’ultima osservazione riguarda invece la gestione del cantiere per la creazione del binario a valle (lato Pieris-Begliano) della linea ferroviaria storica. Stando al cronoprogramma dell’opera, il territorio di San Canzian sarà interessato dai lavori per quattro anni, dal 2017 al 2021. Un lasso di tempo “importante”, come lo definisce l’amministrazione locale, che per questo ritiene indispensabile una gestione ottimale delle fasi di cantiere.
Cristina Visintini