Da Il Piccolo del 21/10/11
Paoletti mediatore lancia lo spot sulla Transpadana
La Camera di Commercio di Trieste si candida a fare da “mediatore” nel processo che porterà alla realizzazione della Tav nel Nord Est. L’ipotesi è emersa nel corso della presentazione dello studio “Infrastrutture, Informazione e Consenso” realizzato dall’ente camerale triestino con il supporto di Uniontrasporti. Lo studio, oltre a indicare le caratteristiche del territorio triestino dove andrebbe a realizzarsi il corridoio infrastrutturale, propone anche un modello concertativo per evitare di calare dall’alto un progetto di queste dimensioni, cercando invece la condivisione di istituzioni locali e cittadinanza. «A Trieste abbiamo dei comitati contro la Tav – ha spiegato il presidente della Camera di Commercio, Antonio Paoletti – a dimostrazione che il tema è delicato anche da noi, nonostante le proteste si siano sopite dopo la scelta del tracciato ‘alto’ rispetto a quello che tagliava la Val Rosandra». Lo scopo, aggiunge Paoletti che ricopre anche il ruolo di presidente della Transpadana, «è informare i cittadini che la realizzazione di quest’opera è importante e positiva ma che l’obiettivo va perseguito in maniera concertata». A questo scopo, da ieri su Rai 3, a ridosso dei tg locali, e su Rai News, va in onda uno spot promosso da Transpadana che spiega le ragioni della Tav per sensibilizza l’opinione pubblica: «I corridoi europei sono una risorsa per l’Italia ed è fondamentale che questa sfida, culturale prima ancora che economica, si diffonda anche sui mezzi di comunicazione più popolari». (r.u.)
Il commissario boccia la Tav “balneare”
di Marco Ballico TRIESTE «È un’analisi tecnica, non una bocciatura preventiva». È il commissario per la Tav Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi, e lascia alla politica quel che è della politica. Ma, diplomazia a parte, la relazione che l’architetto di Belluno presenterà lunedì a Regione Veneto, Rfi, Italferr e Save, sa di stroncatura dell’ipotesi del tracciato costiero dell’alta velocità in Veneto. Questione di velocità, appunto, ma anche di costi, tutela ambientale e parere degli enti locali. Criticità che, a detta del commissario, dovrebbero far propendere per la quadruplicazione della linea ferroviaria esistente tra Mestre e Portogruaro piuttosto che per una discesa direzione spiagge. Non sarà contento Renato Chisso, assessore ai Trasporti del Veneto, ma la lettera scritta da Mainardi per convocare il vertice del 24 ottobre lascia pochi dubbi: il tracciato sulla costa presenta più di una controindicazione. A partire dallo stesso principale obiettivo della Tav, l’alta velocità. Passare nella zona delle spiagge significherebbe allungare i tempi, il contrario della missione del progetto. Il commissario non entra nel merito, ribadisce che il suo ruolo «è solo quello di proporre ai committenti valutazioni tecniche», e che dunque, eventualmente, toccherà a loro mettere una pietra sopra l’ipotesi del tracciato balneare, ma conferma anche di aver scritto numeri ben precisi nel testo inviato alla Regione e agli altri soggetti interessati. Problemi di velocità a parte, c’è innanzitutto il nodo dei sindaci, da sempre contrari a vedere i propri comuni attraversati dalla linea. Il rischio è quello di una Val di Susa del Nordest, Mainardi ricorderà anche questo. E poi, ecco i numeri della relazione, c’è il fattore risorse. Per l’intero tracciato fino a Trieste (186 chilometri di cui 154 fino a Ronchi) la Tav costa secondo la valutazione attuale 7,4 miliardi, dei quali 3,45 servono per andare da Mestre a Portogruaro con tappa unica a Tessera per servire l’aeroporto Marco Polo. Il solo tratto Mestre-Tessera (10 chilometri, 8 in galleria) costerebbe 772 milioni (77,2 a chilometro), mentre quello da Tessera a Portogruaro, e qui entra in campo il tracciato costiero, viene valutato in 2,68 miliardi per 61,5 chilometri (44 milioni circa a chilometro). Cifre da confrontare con la media dei costi europei per la ferrovia ad alta capacità che oscilla tra i 15 e i 18 milioni a chilometro, mentre in Italia si viaggia tra i 40 e i 45. Secondo Mainardi, quadruplicare la linea esistente sarebbe la soluzione più economica e fattibile, anche per motivi ambientali. Sul piatto ci sono infatti pure le indicazioni della Commissione Via del ministero dell’Ambiente, che chiede di unificare la progettazione previa comparazione delle opzioni in campo, compresa quella di valorizzare il tracciato storico. Tutta una serie di stop, dunque, a una Tav lungo il litorale. Il Veneto dovrà fare un nuovo dietrofront e tornare al tragitto parallelo all’autostrada? Lo si comincerà a capire da lunedì. Il Friuli Venezia Giulia (è previsto la prossima settimana un incontro Tondo-Zaia, anche se in agenda sinora c’è solo il tema Finest) resta intanto in attesa. «Non entro nel merito di vicende che interessano un’altra Regione – osserva l’assessore ai Trasporti Fvg Riccardo Riccardi –. Noi andiamo avanti con la nostra tratta, aspettando che i sindaci individuino il tecnico di loro fiducia per le osservazioni sul progetto».