NOTAV: il tempo passa…

Da Il piccolo del 11/10/10

Tav a rischio, Tondo e Zaia al summit con l Ue

 

di MARTINA MILIA TRIESTE Il conto alla rovescia per il progetto dell’alta Velocità a Nordest è partito. Se domani a Trieste sarà il giorno della firma dell’accordo italo-sloveno per la Trieste Divaccia, mercoledì sempre a Trieste ci sarà il faccia a faccia tra il coordinatore del progetto prioritario 6 Laurens Brinkhorst e i governatori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto Renzo Tondo e Luca Zaia. Brinkhorst vuole vederci chiaro, vuole capire se le due Regioni siano pronte a presentare il progetto preliminare della linea ad alta velocità-alta capacità entro fine anno. Ma se il Friuli Venezia Giulia lavora da due anni per smussare gli spigoli del tracciato e arrivare alla piena condivisione con il territorio, in Veneto si rischia lo scontro tra Regione e Comuni. Un rischio che pesa anche sul Friuli Venezia Giulia perché il destino della linea ferroviaria e del corridoio V vede strettamente legate le due regioni. TRIESTE DIVACCIA Il nuovo tracciato della Trieste Divaccia, quello che bypassa la val Rosandra e così facendo la contrarietà delle popolazioni, sarà recepito formalmente martedì a Trieste alla presenza del ministro Altero Matteoli, del vice Roberto Castelli, del Ministro sloveno Patrick Vlacic e del coordinatore Laurens Brinkhorst. A fare gli onori di casa sarà la Regione Friuli Venezia Giulia che ha lavorato in prima linea per arrivare all’accordo. Se il tracciato “alto” (trenta chilometri di cui venti in galleria lungo l’asse Aurisina-Opicina-Sesana-Divaccia) trova l’accordo dei due Stati e, come ha evidenziato il viceministro Castelli, «è più economico», i tempi di realizzazione – comprensivi di quelli per la progettazione definitiva e le autorizzazioni – sono stimati in 8-9 anni: la progettazione deve essere conclusa entro il 2012 e i cantieri dovranno essere aperti entro il 2013. VENEZIA-TRIESTE E se la tratta transfrontaliera sembra avere, almeno sulla carta, tutti i requisiti per essere portata avanti, l’alta velocità in Friuli Venezia Giulia e Veneto fa i conti con forti ritardi e con due visioni diverse che rischiano di mettere in pericolo la realizzazione dell’opera. Se il Friuli Venezia Giulia ha confermato il tracciato parallelo alla rete autostradale e da due anni lavora a un confronto serrato con le amministrazioni locali per cercare di superare le perplessità e gli ostacoli posti dalle comunità sul passaggio di un’opera che, per quanto indispensabile, sarà impattante, in Veneto il confronto non è ancora partito e rischia di trasformarsi in uno scontro aperto. La Regione ha dato indicazioni a Rfi di progettare un tracciato che corra a metà strada tra la linea dell’autostrada e la costa. Un tracciato che le ferrovie hanno elaborato, ma che la Regione ancora non ha in mano materialmente per cui – almeno così riferiscono gli uffici competenti – non ha avviato il confronto con gli enti locali. Il caso vuole, però, che il viceministro Castelli intervenendo in commissione Trasporti abbia già fornito le indicazioni della linea – il tracciato prescelto è quello «basso», che dalla stazione dell’aeroporto di Venezia correrà a ridosso delle spiag ge fino a Caposile per poi risalire verso l’interno dopo aver varcato il Piave e affiancarsi all’A4 ad ovest di Portogruaro, dove si congiungerà con il tratto friulano – scatenando le preoccupazioni dei comuni interessati. Il progetto preliminare dell’opera va consegnato prima di Natale e se la Regione Veneto ha tutta l’intenzione di rispettare la scadenza, le contrarietà del territorio rischiano di mettere in pericolo questa volontà. IL COMMISSARIO I presidenti Zaia e Tondo dovranno, quindi, essere convincenti mercoledì prossimo nel confronto con Brinkhorst. I governatori puntano a giocare una carta in più: un commissario che acceleri le procedure di realizzazione. In una lettera inviata al governo, Tondo e Zaia hanno chiesto la dichiarazione dello Stato di emergenza e la nomina di Bortolo Mainardi, attuale consulente del commissario della terza corsia e già commissario per le infrastrutture del Nordest. Una nomina che le Regioni contano di ottenere in tempi celeri