IL PICCOLO – SABATO, 22 GENNAIO 2011
MOZIONE BIPARTISAN IN CONSIGLIO COMUNALE
Alta velocità, i paletti di Duino-Aurisina
di TIZIANA CARPINELLI
DUINO AURISINA. I primi paletti, il Comune di Duino Aurisina, li ha già piantati. Con una mozione condivisa da maggioranza e opposizione, ieri mattina l’amministrazione Ret ha emanato cinque linee guida che dovranno essere adottate nell’analisi e nelle valutazioni dei progetti infrastrutturali dell’Alta velocità. In particolare, l’espressione di un giudizio positivo sull’opera che interesserà il territorio dovrà essere «preliminarmente subordinata a una disamina del livello di trasparenza e partecipazione garantito in tutte le fasi dell’iter». I cittadini, insomma, dovranno essere messi in grado di conoscere benefici, impatti e rischi dell’opera. «Abbiamo preteso – così il consigliere dei Verdi Maurizio Rozza – che agli staff tecnici che provvederanno alla progettazione delle opere siano affiancati esperti designati dalle associazioni speleologiche e di protezione ambientale nominati dal nostro Comune, pena la pronuncia negativa sul progetto». Gli interventi, inoltre, non dovranno impattare negativamente sui centri abitati: sia nella fase di realizzazione che in quella di esercizio vanno «messe in atto tutte le tecnologie più moderne per la loro minimizzazione». L’amministrazione, come ha osservato il presidente della seconda commissione consiliare Fabio Eramo, ha chiesto inoltre che «cantieri e strutture di servizio siano collocate in modo da non interferire sugli abitati e sulle aree di pregio storico, culturale ed ambientale». Escluso che trasporto e stoccaggio dei materiali di scavo aggravino il traffico su gomma: bandito lo spargimento di polveri nelle aree abitate. «Né le opere dovranno provocare l’ulteriore frammentazione del territorio», conclude Eramo. Sono previste altresì forme di tutela delle acque e degli habitat e delle specie di interesse regionale, nazionale e comunitario. La Regione apre le consultazioni sulla Tav «Ma non subiremo i diktat degli estremisti»
La Regione apre le consultazioni sulla Tav
«Ma non subiremo i diktat degli estremisti»
di MARCO BALLICO
TRIESTE «A metà tra il diritto e il dovere», premette Riccardo Riccardi. Alla vigilia del confronto con 29 amministratori sulla Tav Ronchi-Trieste, questa mattina in Regione, l’assessore alle Infrastrutture gioca d’anticipo. E spiega l’approccio a una vicenda «difficile e delicata». Da una parte il diritto degli enti locali «di veder tutelato il territorio». Ma dall’altra il dovere «di realizzare un’opera su cui la Regione, oggi e ieri, non ha mai avuto dubbi». E dunque, «no agli estremismi».
Sul tavolo, a Udine, Riccardi ha l’articolo del ”Piccolo” che riferisce dell’incontro a Jamiano in cui, presenti Giorgio Brandolin e Franco Brussa, il Pd afferma: l’alta velocità ferroviaria si fermi a Ronchi. L’assessore cita ripetutamente quelle righe: «Se qualcuno ha cambiato idea perché vuole difendere i suoi voti locali e si disinteressa dell’interesse generale, abbia il coraggio di dirlo». E aggiunge: «Non credo che i cittadini approvino il futuro di una regione a rischio emarginazione».
Il problema, dunque, promossa anche «buona parte del lavoro di Lodovico Sonego», non è «se» fare la Tav, ma «come» farla. Di qui, in attesa del confronto di stamattina con le Province di Trieste, Gorizia e Udine e 26 sindaci, il messaggio di Riccardi: «Lavoreremo con la massima trasparenza e per la partecipazione dei soggetti interessati, ma non possiamo immaginare di andare allo scontro se, dall’altra parte, le istituzioni verranno considerate nemiche. Deve in sostanza essere chiaro che è la Regione a esprimere un parere. Regione che si però fa garante di saper riconoscere, nel confronto con l’ente locale, la sintesi di ciò che pensano i cittadini». Tutto questo, insiste l’assessore, per evitare l’imposizione statale di un commissario «che segnerebbe la sconfitta di tutti».
L’assessore sostiene la soluzione di un procedimento per parti: «È giusto che ci sia una visione completa del progetto nella sua analisi d’impatto, ma è anche ragionevole immaginare che alcuni nodi critici possano essere realizzati in tempi diversi». Sul tavolo anche il tema dei tempi. La Regione, assicura Riccardi, «non porrà fretta ai sindaci, darà anzi tutto il tempo che serve perché possano esprimere un parere mirato». Nessuna previsione, perciò, su quando la delibera Tav approderà in giunta.
Stamattina, un’ora prima dell’incontro Regione-enti locali, il comitato No-tav di Trieste e del Carso, organizzerà intanto un presidio informativo. Non mancheranno vari altri comitati. Riccardi ha un messaggio anche per loro: «Non saremo fiancheggiatori di Attila ma nemmeno vivremo nel castello fatato di Alice nel paese delle meraviglie. Il nostro obiettivo sarà di cercare il massimo consenso possibile e di tenere il considerazione il dissenso, emarginando però gli estremismi di chi dice che quest’opera non si deve fare».
I ritardi del Veneto? «Superiori ai nostri». I dubbi sul tracciato costiero? «Non mi permetto di dire all’amico Chisso ciò che deve fare. Quando si realizzano opere di questo genere in zone in buona parte urbanizzate, l’impatto c’è comunque. Ma la questione chiave è quella dei costi rispetto ai benefici: questo territorio sotto le Alpi vuole restare in Europa oppure no?».
Chisso: «Il tracciato veneto va rivisto»
L’assessore critica il progetto Rfi: «Serve una stazione intermedia»
di ALESSANDRA CARINI
VENEZIA Sembra una vicenda carsica quella dell’alta velocità tra Mestre e Trieste e non solo perché, per farla, bisognerà bucare anche il Carso. In prossimità di scadenze ravvicinate, come quella che al 31 dicembre appena passato ha fatto sì che fosse consegnato un progetto e si evitasse di perdere un finanziamento di un miliardo e mezzo dell’Europa, c’è stato un fiorire di polemiche. Adesso chissà quanto tempo passerà prima che ci si rimetta mano. Sull’altro tratto da costruire in Veneto, quello tra Padova e Verona, ben più urgente, si va avanti così da anni. E lo scetticismo è alimentato da chi ritiene che non ci siano conti e indagini che ne giustifichino la necessità. Renato Chisso, assessore veneto alla Mobilità, ha davanti a sé la pila di carte con il tracciato della linea alta velocità Mestre-Trieste: «Bene. Da adesso in poi si comincia a discutere e a stabilire costi e benefici».
Ma c’è ma nessuno che abbia fatto una ricerca di questo genere sull’alta velocità Venezia-Trieste?
No. Adesso che abbiamo il tracciato vedremo e valuteremo con le amministrazioni locali. Ma sulla necessità del quadruplicamento della linea non ci sono dubbi.
Eppure, anche dalle carte delle Ferrovie, c’è ampio spazio per fare correre altri treni sulla linea attuale.
Non mi risulta. Sulla linea corrono 220 treni al giorno e la capacità è di 250. Quindi se dobbiamo pensare ai prossimi anni, alla necessità di trasferire una maggiore quantità di merci su ferro, e all’opportunità di completare il Corridoio 5, il raddoppio dei binari è necessario, a meno che non vogliamo discutere di costruire la quarta o la quinta corsia dell’autostrada.
Ma quanti treni veloci ci correranno?
Due o tre coppie al giorno. Il resto serve per il traffico normale e quello merci.
C’è chi sostiene che per le merci c’è molta capacità inutilizzata. Le stesse ferrovie sostengono che, finchè ci saranno agevolazioni al trasporto gomma, sul ferro non andrà neanche una tonnellata di merci in più. C’è chi dice che ci sono corridoi alternativi per far viaggiare le merci…
Il raddoppio della ferrovia serve nei prossimi decenni e lo spostare merci dalla strada al ferro è un obbiettivo che prima o poi dovremo raggiungere. I Corridoi alternativi possono anche andare bene, ma non possono essere un’alternativa se saltano Venezia. Quanto alla gestione cargo delle Ferrovie dei cargo mi rendo conto che è fallimentare. Al Brennero, dove c’è una gestione con i privati, funziona. E poi stiamo facendo la società con le Fs.
Doveva essere già fatta nel 2010.
La stiamo completando.
Ma perché è stato scelto il tracciato basso?
Non c’erano alternative. L’affiancamento alla linea storica avrebbe portato all’abbattimento di migliaia di case. Il percorso vicino all’autostrada è stato scartato a suo tempo, d’intesa con l’assessore Riccardo Riccardi, perché avrebbe bloccato i lavori della terza corsia: non si sapeva chi avrebbe potuto pagare il costo dei lavori aggiuntivi per costruire i cavalcavia. E inoltre, per quanto riguarda il Veneto, la linea avrebbe traversato tutta la Regione senza lasciare nulla al territorio.
Che cosa vuol dire non lasciar nulla al territorio?
Vuol dire passare senza fermarsi e senza dare la possibilità che un’opera ”storica” come questa possa servire anche per altri scopi che far passare treni veloci.
Ma se ci corrono treni veloci a che servono le fermate? Tanto più sulle spiagge che utilizzerebbero la linea due mesi l’anno?
Ma io non voglio far fermare l’alta velocità sulle spiagge come forse qualcuno vuol fare intendere. Penso solo che, con il raddoppio dei binari, a partire da Mestre, si può far correre una sorta di anello ferroviario che serva le spiagge e il territorio e finisca per intercettare Portogruaro che è un grande Interporto.
Ma il tracciato che ha presentato Rfi va incontro a quest’ipotesi?
No, non ha stazioni intermedie. Ed è per questo che, secondo me, non va bene e va discusso.
È la sola cosa che non va?
Mah, ce ne possono essere altre: ci sono valutazioni ambientali da fare sull’altezza che viene prevista nell’attraversamento di alcune zone. C’è una lunga curva all’inizio del tracciato, dopo Mestre, della quale non si spiega la ragione. Insomma è un’ipotesi di lavoro che va analizzata e discussa e sulla quale, alla fine, si dovranno pronunciare gli enti locali e la Regione che prenderà la decisione finale. Non c’è fretta. Abbiamo tempo per fare le cose per bene.
Già il tempo. Che senso ha mettersi a discutere di un tracciato quando l’altra linea, ben più urgente, tra Venezia e Milano è ancora, in Veneto, in mente dei?
Sulla Verona Vicenza Padova il progetto preliminare c’è ed è approvato. Il problema adesso è chi sviluppa quello definitivo perché, al contrario di quel è accaduto in Lombardia, il General Contractor non ha perfezionato il subentro e ha chiesto di incassare le penali.
Ma la Lombardia è andata avanti, con i progetti e finanziamenti da parte del governo, mentre il Veneto è fermo da anni. Sembra che qui la Regione non abbia dedicato molte energie a trovare soluzioni…
Non è vero. La colpa dei ritardi è dell’altalena dei governi e delle soluzioni proposte tra chi voleva i General Contractor, sostanzialmente i governi Berlusconi, e chi diceva che doveva essere Rfi a farlo. Nel 2009 abbiamo chiesto al Cipe l’affidamento definitivo del progetto a Rfi e adesso aspettiamo.
Ma resta il nodo di Vicenza.
Sì, la questione del passaggio di Vicenza deve essere risolta anche se si può andare avanti lo stesso a costruire i binari.
Tempi? Soldi?
Stiamo andando avanti. Quanto ai soldi, finanziamenti per la costruzione per ora non ce ne sono.
Dal Messaggero Veneto del 22/01/01
Tav, i Comitati dicono no ai commissari comunali all incontro in Regione
TORVISCOSA. I Comitati No Tav Fvg allertano i cittadini della Bassa Friulana per il “Presidio simbolico” che si terrà oggi in Piazza Unità a Trieste, in occasione dell’incontro tra l’assessore regionale alla Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi e i sindaci interessati alla Tav.
Per quanto riguarda la Bassa Friulana, i comitati evidenziano un particolare curioso, ovvero che alcuni sindaci sono in scadenza di mandato (Bagnaria Arsa, Villa Vicentina e Ruda) e i comuni di Porpetto e Torviscosa saranno rappresentati dai commissari.
«Anche se questi ultimi sapranno essere funzionari responsabili e competenti degni del massimo rispetto – afferma il portavoce dei No Tav, Giancarlo Pastorutti -, avranno comunque una sensibilità diversa da chi è legato al territorio in cui vive e non potranno rappresentare l’espressione del voto popolare. Nel comune di Porpetto infatti l’allora sindaco Cecilia Schiff non aveva firmato il Protocollo d’Intesa Sonego, opponendosi fermamente allo stesso Protocollo, e difendendo il territorio che rappresentava. L’espressione del commissario potrà quindi non essere rappresentativa di ciò che era avvenuto nel 2008 Si possono inoltre immaginare le difficoltà che dovrà affrontare il neo commissario di Torviscosa che verrà immerso in numerose problematiche riguardanti la Tav. A Torviscosa- continua Pastorutti- si prevedono 10 cantieri che occuperanno 205 mila mq. del territorio comunale, senza dimenticare il traffico delle migliaia di automezzi dovuti alla cantierizzazione dell’opera che prevede l’attraversamento della Tav a nord di Torviscosa (trequarti in viadotto e un quarto in rilevato a diversi metri di altezza e in prossimità di Arsa e Chiarmacis) e la variante della San Giorgio – Palmanova con l’accesso a nord dello scalo». (f.a.)
Riccardi: Tav strategica per il Fvg Parte il confronto con i Comuni
di PAOLO MOSANGHINI
UDINE. La Tav Venezia-Trieste è un’opera strategica per la centralità logistica del Friuli Venezia Giulia. È un’infrastruttura che va fatta, cercando il dialogo tra i Comuni e la Regione, con l’impegno di evitare gli estremismi. Comincia oggi il confronto con le istituzioni. «Di fronte a scelte strategiche dalle quali deriva il futuro della nostra regione le decisioni non sono facili, ma da parte di tutti ci sono diritti e doveri», avverte l’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi.
L’assessore sottolinea che di fronte al dovere di realizzare un’opera fondamentale per la modernizzazione, vanno senza dubbio garantiti anche i diritti. E oggi comincia dunque il confronto. Nel Palazzo della Regione a Trieste (alle 11) si terrà la riunione con tutti i Comuni del Friuli Venezia Giulia interessati dalla progettazione preliminare delle due tratte Portogruaro-Ronchi dei Legionari e Ronchi-Trieste della linea ferroviaria ad Alta capacità/Alta velocità parte regionale del Progetto prioritario 6 della Ue dalla Francia verso la Slovenia, l’Ungheria e il confine magiaro-ucraino.
«Dopo aver affrontato i termini progettuali e procedimentali, definiremo insieme con i Comuni e le Province i percorsi più utili a garantire la massima conoscenza del progetto e le più efficaci e costruttive forme di partecipazione al fine di consentire a tutti la presentazione delle osservazioni agli elaborati ricevuti dalla Regione». Dopo la presentazione delle ipotesi progettuali preliminari da parte di Rete ferroviaria italiana/Rfi, in dicembre, «l’incontro di oggi rappresenta – sottolinea l’assessore Riccardi – il primo Tavolo di lavoro tra le amministrazioni municipali e la Regione, che intende coadiuvare le realtà del territorio, dei Comuni e delle Province, nella fase di analisi della rilevante documentazione tecnica». «Come Regione, ci mettiamo dunque a disposizione delle istituzioni locali, confermando sin d’ora l’intenzione di promuovere altre riunioni con i Comuni, accorpati per aree territoriali», conferma Riccardi.
L’assessore ribadisce l’importanza di «mettere in campo tutti gli sforzi possibili, all’interno di una dialettica costruttiva, per far sì che la Regione non resti emarginata dall’Europa». Centrodestra e centrosinistra hanno sostenuto l’opera, e infatti Riccardi riconosce all’ex assessore Sonego di aver avviato l’iter di un’infrastruttura che riguarda 29 amministrazioni e che costerà complessivamente 7 miliardi di euro.
«Ci prenderemo tutto il tempo possibile per fare le necessarie valutazioni assieme alle amministrazioni comunali, tenendo conto anche che la Regione Veneto rispetto a noi è in ritardo», sono ancora le parole di Riccardi. Il quale ribadisce: «Non voglio un approccio compiacente, condivido le preoccupazioni degli enti locali, non vorrei ci fosse qualche testacoda da parte dei Comuni. Ma non porterò la delibera in giunta prima che il percorso sia completato», aggiunge l’assessore.
Nel corso della riunione di oggi interverranno il direttore regionale per le Infrastrutture e la Mobilità Dario Danese che parlerà delle procedure previste dalla cosiddetta Legge Obiettivo (la legge nazionale 443 del 2001) e dal decreto legislativo 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici), e i responsabili di Rfi, per illustrare i progetti preliminari della linea.