La risposta dei comitati non si farà attendere…
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Da Il Piccolo
GIOVEDÌ, 10 GIUGNO 2010
CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO A VISOGLIANO
DOCUMENTO
L’Alta velocità attraverso Duino Aurisina: dieci chilometri in galleria e due in superficie
Rfi ha illustrato il tracciato predisposto con il Comune e l’apporto di geologi e speleologi
Approvato un ordine del giorno sulla necessità di un progetto partecipato
di GIOVANNI LONGHI
VISOGLIANO Spostare il tracciato quanto più possibile da grotte e doline, oltre che dal ”paleo alveo” del Timavo, portandolo lungo i fianchi del monte Ermada. Non passare sotto a borgate carsiche o frazioni. Evitare assolutamente gli avvallamenti e le cavità ipogee. Sono stati questi i tre punti fermi che hanno ispirato la parte relativa al comune di Duino Aurisina della bozza del tracciato dell’Alta velocità, inserito nel Corridoio 5 che collegherà il Nord Italia all’Est europeo passando per la nostra provincia.
Ieri pomeriggio la bozza, frutto di alcuni anni di studi eseguiti da Rete ferroviaria italiana in collaborazione con il Comune carsico, geologi e speleologi, è stata presentata al Consiglio comunale riunito in seduta straordinaria nella sala del campo sportivo di Visogliano.
Il tracciato che interesserà il territorio di Duino Aurisina per una decina di chilometri, proveniente dal comune di Monfalcone e diretto in parte verso Divaccia e in parte verso Trieste, correrà per l’80 per cento sotto terra, a una profondità massima di 120 metri. Per i due chilometri previsti in superficie, dopo la la stazione di Aurisina, sarà realizzata una trincea profonda 15 metri.
Le gallerie saranno due, parallele, ognuna a binario semplice, con bracci di collegamento imposti dalle normative di sicurezza ogni 500 metri.
Dopo la stazione di Aurisina, verso est, il tracciato si dividerà: un ramo scenderà verso la linea di cintura di Trieste, l’altro salirà impercettibilmente in direzione di Divaccia, in territorio sloveno.
Garantito dal responsabile del progetto, l’ingegner Carlo Comin di Rfi, e ”sancito” dalla presenza del Comune nell’elenco degli enti che hanno contribuito alla stesura, il totale rispetto delle criticità che un contesto geologico e ambientale come quello carsico presenta. Sulla planimetria illustrata, la traccia nera che si insinua nel territorio del comune segna una sorta di slalom tra le linee di livello delle doline e le cavità ipogee. Un po’ come infilare un filo di ferro nel gruviera cercando di evitare i buchi.
L’operazione è stata resa possibile grazie a una diversa previsione rispetto agli studi originari, che calibravano il percorso su convogli da 250 chilometri all’ora e privilegiavano il trasporto di persone.
Quell’impostazione è tramontata e l’Alta velocità che si sta predisponendo servirà quasi esclusivamente il traffico merci, che può viaggiare a velocità inferiori. La riduzione della velocità da 250 a 150 chilometri all’ora ha consentito così di accentuare i raggi di curvatura e rispettare quanto più possibile le caratteristiche geologiche.
Restano da verificare le conseguenze che il passaggio di treni a 150 all’ora, a una profondità di 100 metri, comporteranno per le case sparse che dovessero trovarsi sulla perpendicolare della galleria, oltre che per la tenuta statica del bacino carsico in cui il traforo si inserisce.
«L’opera non decollerà prima del 2030 – si èaffrettato a precisare Carlo Comin – ma il progetto va presentato, altrimenti perdiamo i fondi (7 milioni di euro, ndr) che l’Ue ci ha anticipato per l’intero progetto».
L’argomento ha convinto anche i capigruppo presenti in Consiglio, che hanno sottoscritto un ordine del giorno, poi approvato all’unanimità, che ”recepisce la necessità di realizzare la linea ferroviaria di Alta velocità attraverso un progetto partecipato che preveda da parte delle Ferrovie una compensazione in opere pubbliche da investire sul territorio”.
La bozza sarà ora presentata alla popolazione per le opportune osservazioni, e contemporaneamente inviata dalle Ferrovie al ministero dei Trasporti e a quello dell’Ambiente.
Il Piccolo GIOVEDÌ, 10 GIUGNO 2010 Pagina 17 – Trieste
Due milioni di metri cubi di rocce e terra ma lo smaltimento resta un mistero
VISOGLIANO Perforare sette, otto chilometri di Carso da Medeazza ad Aurisina, scavando a una profondità di un centinaio di metri per realizzare due gallerie da un binario ciascuna, produrrà 2 milioni di metri cubi di materiale. La previsione è contenuta nel Sia, lo studio di impatto ambientale allegato alla bozza di progetto presentata ieri.
Un’indicazione specifica sul luogo in cui depositare questa montagna di detriti, terrosi e rocciosi, non è però ancora definita. Le ipotesi avanzate ieri sono fantasiose: una suggeriva di trasportare queste rocce davanti alla laguna di Venezia per dare un contributo al Mose, il sistema di dighe che dovrebbe salvaguardare il capoluogo veneto dalle periodiche maree che lo sommergono.
Rimanendo in ambito marino, un’altra possibilità sarebbe quella di utilizzare i detriti per costruire un molo (ma non si sa dove).
In realtà il problema verrà affrontato in un futturo abbastanza lontano, tra qualche decina di anni, quando ruspe e trivelle entreranno in funzione. (g.l.)