Dal Piccolo del 10/02/11 Riccardi: «Sulla Tav sentiremo i cittadini» Massima concertazione con gli enti locali e soprattutto poche case da abbattere. L’amministrazione regionale affronterà, insieme agli Enti locali, anche con i cittadini, il percorso di analisi del progetto preliminare della linea ferroviaria ad alta capacità/alta velocità. È questa la decisione assunta ieri, al termine dell’ultimo dei quattro confronti voluti dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, per definire il metodo di valutazione del progetto, e che ha coinvolto nell’arco di due giorni tutti gli Enti locali interessati. All’incontro di ieri pomeriggio hanno partecipato, assieme allo stesso Riccardi e a rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana, amministratori della Provincia di Gorizia e dei Comuni di Doberdò del Lago, Gorizia, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, San Canzian d’Isonzo, Staranzano e Turriaco. La ferrovia ad alta capacità/alta velocità è, come ha precisato Riccardi, un’opera particolarmente complessa, per la cui realizzazione è necessaria prima di tutto la condivisione di un metodo che favorisca un ampio coinvolgimento di tutti, per consentire di approfondire i diversi aspetti connessi alla sua realizzazione e quindi di formulare pareri e osservazioni, con l’obiettivo comune di ottenere il minor impatto ambientale possibile. Per questo motivo la Regione si è fatta carico di essere garante, nei confronti dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana, non solo rispetto alla tempistica ma proprio anche rispetto al coinvolgimento del territorio. E dunque non mancheranno, in proposito, com’è stato deciso proprio nell’incontro di ieri pomeriggio, delle assemblee pubbliche, «per permettere anche alla popolazione – come ha sottolineato Riccardi – di ottenere risposte vere rispetto a dubbi e perplessità e non quelle che talvolta si leggono e che appaiono spesso strumentali». Gli incontri di questi giorni sono peraltro già serviti a fare chiarezza su alcuni aspetti. Gli edifici da espropriare e demolire, ad esempio, sono in numero di gran lunga inferiore a quanto paventato. «Confondiamo un elenco di punti di ”ricettori”, ovvero misuratori per tener sotto controllo i rumori – ha spiegato l’assessore – con la necessità di abbattere delle case. Il lavoro che stiamo compiendo consiste proprio nel mettere ogni sindaco nelle condizioni di rispondere a ogni domanda posta dai suoi concittadini». Ma in ogni caso «tutto quello che abbiamo letto su centinaia di case da abbattere non corrisponde al vero». Come nelle precedenti occasioni, anche al termine del confronto odierno è stata espressa da tutti i presenti una valutazione positiva sul metodo proposto da Riccardi. «Credo – ha detto Mara Cernic, assessore all’ambiente della Provincia di Gorizia – che l’incontro sia andato proprio nella direzione desiderata sia dall’assessore Riccardi che da noi, quale espressione del territorio». E dunque c’è «ampia condivisione del percorso di analisi del progetto e anche nei suoi aspetti di dettaglio». Tav, sulla tratta Aurisina-Trieste nessuna casa da espropriare di FURIO BALDASSI Da Venezia a Trieste, in treno, ci si metteranno dai 51 a 61 minuti. Tra 20 anni, però, mentre la sola tratta Aurisina-Trieste comporterà 3200 giorni di lavoro, se non ci saranno inconvenienti. Già immaginabili, visto che proprio ieri i presidenti del WWF Friuli Venezia Giulia, Roberto Pizzutti e del WWF Veneto, Walter Miotto hanno chiesto che la Commissione Europea intervenga con urgenza sul Governo italiano, ritenendo violata la Direttiva europea sulla valutazione d’impatto ambientale, in quanto è stato permesso che Rfi e Italferr suddividessero in quattro tronconi il progetto della linea. Il dibattito sull’alta velocità ferroviaria, approdato ieri mattina in VI commissione, conferma ritardi e perplessità. Senza un contraltare, però. I tecnici di Rfi e Italfer, attesi nell’aula del consiglio comunale, non si sono visti, per un incredibile accavallarsi degli appuntamenti. E così mentre il direttore del programma investimenti Est-Ovest di Rfi, Osvaldo Mastroianni, spiegava in Regione all’assessore Riccardi che «non vi è nessun fabbricato da espropriare o abbattere nei territori dei tre comuni della provincia di Trieste (Trieste, Duino-Aurisina e Sgonico) interessati al tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità», in aula è spettato a un dipendente comunale, l’ingegner Gianfranco Caputi, spiegare ai consiglieri i contenuti del progetto. E dunque il fatto che fino ad Aurisina si arriverà con una linea con tracciato ”fuori terra”, mentre da lì si entrerà in galleria, con lo snodo più importante previsto sotto la via Cantù, nel punto dove viene a intersecarsi con la vecchia linea di cintura, che collega la stazione di Campo Marzio e quella Centrale all’Altipiano. E, ancora, che verrà realizzata una piattaforma in via Marziale e che i materiali di scavo andranno a riempire la Cava Faccanoni, nell’ambito del nuovo processo di rinaturalizzazione. Il presidente della VI, Roberto Sasco, ha chiesto di capire le correlazioni con altri sistemi trasportistici e di poter visionare gli elaborati sulla valutazione d’impatto ambientaleri. È stato chiesto anche, e ovviamente, di poter confrontarsi nella prossima occasione con i tecnici nazionali, oltre che di invitare i vertici della Provincia, che hanno competenza primaria in materia di trasporti e l’assessore Riccardi. Il quale ultimo ha potuto ascoltare ieri da Mastroianni che, ai fini della sicurezza, è stato anche previsto che le gallerie, superando i due chilometri di lunghezza, saranno «a doppia canna»: due gallerie, cioè, a binario unico, distanziate da un minimo di 20 a un massimo di 40 metri. Il Wwf denuncia lo spezzatino «La Commissione Europea intervenga con urgenza sul governo italiano, perché sia ripristinato il corretto svolgimento della Via (valutazione d’impatto ambientale) sul progetto della Tav Venezia-Trieste». Lo chiede una nota inviata alla direzione generale Ambiente di Bruxelles e firmata dai presidenti del Wwf Friuli Venezia Giulia, Roberto Pizzutti e del Wwf Veneto, Walter Miotto. Il governo di Roma, denuncia l’associazione ambientalista, ha infatti violato la direttiva europea sulla Via, permettendo che Rfi e Italferr suddividessero in quattro tronconi il progetto della linea ferroviaria Tav tra Venezia e Trieste, avviando quindi altrettante procedure Via distinte. «Questa pratica dello “spezzatino” sui progetti – denuncia il Wwf – è stata ripetutamente censurata proprio dalla direzione Ambiente della Commissione europea».
NOTAV: continua il teatrino
Marzo 17th, 2017 | Tracciati FVG