Dal Messaggero Veneto del 25/01/11
In arrivo gli scarti inerti della Tav
CORDENONS. Sebbene il tracciato della Tav che sarà realizzato in regione non passi per Cordenons, anche questo comune potrebbe essere coinvolto nella costruzione della linea ad alta velocità. Nel progetto è previsto che lo smaltimento di inerti coinvolga una cava presente nel territorio cordenonese, oltre ad altri siti della regione che potranno accogliere o fornire il materiale per la realizzazione dell’opera. L’amministrazione comunale di Cordenons non è stata ancora messa al corrente di questa ipotesi, almeno ufficialmente, ma le voci si stanno rincorrendo. Infatti, notizie relative a questo progetto sono arrivate anche in piazza della Vittoria. In effetti, vecchie discariche di ghiaia da recuperare sotto l’aspetto ambientale ce ne sarebbero. «Al momento si sta discutendo di una macro-progettazione – ha sottolineato l’assessore all’ambiente, Lanfranco Lincetto – nella quale sarebbe inserita anche l’ipotesi Cordenons. Non posso però esprimermi in modo preciso fintanto che non vedrò i progetti, che ancora non sono pervenuti in municipio. Ci sarebbero comunque, tra le vecchie discariche presenti nel territorio comunale, siti dove il materiale inerte della Tav potrebbe trovare posto».
In sostanza, Lincetto non esclude la possibilità che ciò che sarà prelevato per costruire le infrastrutture per l’alta velocità in regione possa trovare spazio in città. Infatti, le cave di estrazione, una volta dismesse, vengono rinaturate. Tale procedura può avvenire anche riempiendo il buco che si è formato in seguito all’estrazione con materiale proveniente da luoghi diversi da quello originario. Sarebbe questo il caso ipotizzato, che consentirebbe anche un risparmio per quanto riguarda il reperimento del materiale inerte.
L’amministrazione comunale non intende però compiere facili deduzioni che potrebbero essere smentite: le carte non le ha ancora viste in quanto il progetto della Tav è stato presentato soltanto ai sindaci dei comuni che saranno attraversati dalla linea, pertanto ancora non può commentare chiaramente la situazione. Il progetto dell’alta velocità, di cui si parla da tempo, sta entrando soltanto in questo periodo nel concreto della sua realizzazione: sabato scorso c’è stato un incontro tra l’assessore regionale Riccardo Riccardi e i sindaci dei territori interessati al passaggio dell’alta velocità durante il quale si è raggiunto un accordo sul progetto. Numerose le controversie e le voci contrarie a quest’ipotesi, come confermato anche dai comitati che nel tempo si sono costituiti per dire no all’intervento. Riccardi ha però confermato che la Regione non prenderà alcun tipo di provvedimento senza prima avere effettuato con le istituzioni locali tutti gli adeguati approfondimenti.
Laura Venerus
«Si porti in aula il caso Tav»
MONFALCONE. È già passato un mese dalla consegna agli enti locali e dall’avviso pubblicato sui giornali del progetto di prefattibilità della tratta ad alta velocità fra Ronchi e Trieste della linea Venezia-Trieste, avvenuto il 22 dicembre.
Per legge resta soltanto un mese per i pareri e le osservazioni che vorranno presentare i privati cittadini e le associazioni (mentre più tempo dovrebbero avere i Comuni), che si dimostrano sempre più attenti al tema, visto che anche sabato pomeriggio, nella sala del consiglio di Ronchi all’incontro sulla Tav organizzato da Rc, è intervenuto oltre un centinaio di persone. Da qualche tempo particolarmente attivo e sicuramente contrario alla grande infrastruttura per quello che riguarda quanto previsto per il territorio di Monfalcone, il consigliere comunale Fabio Del Bello ha scritto al sindaco di Monfalcone, Gianfranco Pizzolitto, al presidente del consiglio comunale, Marco Ghinelli, e ai capigruppo consiliari perché entro il 20 febbraio (giorno vicino al termine ultimo per la presentazione delle osservazioni) siano convocati uno o due consigli con partecipazione dell’assessore regionale competente e dei tecnici di Rfi.
«Resta soltanto un mese per presentare pareri e osservazioni e quant’altro in una democrazia è lecito proporre soprattutto quando l’oggetto in questione mette in serio pericolo un bene paesaggistico unico al mondo che la sorte ci ha provvisoriamente dato in consegna».
«Con particolare orgoglio affermo che il mio partito, il Pd – scrive Del Bello – ha definito ed esternato nell’incontro di Jamiano una linea chiara e inequivocabile di tutela del Carso. La salvaguardia e la valorizzazione di questo bene sottoposto al martirio di due guerre calde, di una guerra fredda e di una poderosa infrastrutturazione postbellica supera nettamente e in modo assoluto gli interessi di qualsiasi partito, di qualsiasi schieramento e di qualsiasi coalizione».
IL PICCOLO MARTEDÌ, 25 GENNAIO 2011
INFRASTRUTTURE
«Tav, garantire la tutela degli abitati»
Il sindaco Ret preoccupato per gli impatti dei cantieri nei borghi
Polveri, rumori e caos alla viabilità
DUINO AURISINA. La tutela massima dei centri abitati. È questo quanto il primo cittadino di Duino Aurisina, Giorgio Ret, ha chiesto all’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, nel corso della recente assemblea sulla Tav tenutasi a Trieste. Pur riconoscendo che «le nostre istanze sono state ascoltate» il sindaco ha posto l’accento su tre questioni fondamentali: polveri, inquinamento acustico e viabilità. Che a seguito della realizzazione del tracciato dell’Alta velocità sul territorio comunale devono assolutamente essere tenute presenti.
Non solo: l’amministrazione ha chiesto una proroga sulla scadenza del 22 febbraio, termine di presentazione delle osservazioni producibili dall’ente locale in risposta all’avvio della procedura di Valutazione d’impatto ambientale (Via) delle fasi progettuali preliminari della tratta ferroviaria AV Ronchi-Sud-Trieste. La mole e la complessità della documentazione, infatti, richiede ulteriori approfondimenti sul progetto. Al punto che il consigliere d’opposizione Maurizio Rozza (Verdi) ha già sottolineato negativamente l’assenza degli atti dello Studio di impatto ambientale (Sia), ancora non pervenuti al Comune.
«Per il momento – ha proseguito il sindaco Ret – attendiamo l’arrivo della Via, così da poter presentare precise osservazioni, punto per punto. Ora ci siamo limitati a segnalare a Rfi due errori macroscopici presenti sulle cartine: ovvero la sistemazione di due cantieri in mezzo alle case, evidentemente uno sbaglio grafico, peraltro facilmente correggibile. Quanto alla proroga dei termini, Riccardi mi ha assicurato che non ci saranno problemi».
«Per carità – così invece Maurizio Rozza – magari si tratta di una coincidenza e probabilmente vi saranno tutte le ragioni del mondo, ma certo il fatto di aver aperto le procedure di avvio proprio a cavallo delle festività di dicembre, facendo perdere qualche giorno certamente utile allo studio della corposa documentazione, non depone a favore del proponente. Spiace constatare che nonostante l’annunciata politica di trasparenza la Sia non sia ancora stata inviata al Comune». Il collega d’opposizione Massimo Veronese (Pd) si è limitato invece a «ribadire quanto già votato all’unanimità in sede di Consiglio comunale».
Vale la pena sottolineare come tra gli indirizzi posti dalla Seconda commissione consiliare permanente nel documento affidato sabato a Riccardi vi sia particolare attenzione al pericolo della frammentazione del territorio e alla tutela di acque e habitat.
Nel dettaglio è stabilito che il territorio comunale non possa sopportare ulteriori divisioni e per questo motivo Rfi dovrà «procedere, prima della realizzazione delle infrastrutture, alla creazione di opere che sanino frammentazioni pregresse, anche conseguenti a interventi di opere di cui non sono titolari».
Inoltre «qualsiasi progetto deve attenersi al rigoroso rispetto degli habitat naturali e in particolare di quelli definiti prioritari dalle Direttive Comunitarie all’interno del sito Natura 2000, quali le grotte non sfruttate a livello turistico». «Eventuali interventi – si legge nel documento – di compensazione ambientale, giudicati ammissibili al termine della procedura di Valutazione di incidenza, ossia dopo aver dimostrato l’impossibilità di trovare soluzioni alternative in grado di evitare gli impatti negativi, devono avvenire all’interno del medesimo sito Natura 2000 e devono comportare necessariamente un aumento globale della valenza ambientale del sito medesimo».
Tiziana Carpinelli