NOTAV: aumenta l’opposizione, rassegna stampa

Piccolo del 14/02/11

Difesa del Carso, pioggia di adesioni

«Monfalcone non deve diventare una città martire della Tav, dopo esserlo stata dell’amianto». Questo lo slogan scelto dal neocostituito Coordinamento zonale per la difesa del Carso e del Timavo, che ha avuto come apripista il consigliere provinciale e comunale del Pd Fabio Del Bello e gli ambientalisti Graziano Benedetti e Gianpaolo Zernetti. Un avvio di attività decisamente beneaugurante per il Coordinamento che ha trovato subito ampie adesioni, un lungo elenco che fa riflettere su quale, attorno al tema della Tav, ci sia interesse da parte dell’associazionismo monfalconese e in quello dei comuni vicini.

Per quanto riguarda Monfalcone, l’adesione al Coordinamento è finora arrivata dal Club alpino italiano (Cai), dall’Associazione nazionale alpini (Ana), dal Wwf, dall’Associazione speleologica del Fante, da Legambiente, dal Bike Team Carso e dall’assocviazione slovena Trzic. Da Ronchi sono arrivate le adesioni dell’Ana, della Società di studi carsici Lindner, dall’associazione slovena Jadro e dal Comitato per la salvaguardia del territorio di Selz. Da Doberdò del Lago quella dell’associazione Ambiente 2000 e dall’associazione Sidro, da Fogliano Redipuglia quelle dal Parco rurale Alture di Polazzo e dell’associazione Ecoturismo Fvg, da Sagrado quella del Gruppo proposta Carso.

Un risultato oltre le aspettative che ha convinto i promotori a prendere il toro per le corna e chiedere ora al Comune di Monfalcone un incontro per andare a una riflessione sul futuro del Parco del Carso in chiave regionale e internazionale e sul tracciato dell’Alta velocità-Alta capacità nel tratto tra Ronchi e Trieste ma anche del bivio San Polo, altro snodo nevralgico che, secondo il Coordinamento, va assolutamente rivisto.

Un appello infine dal Coordinamento: chi è interessato ad aderire può inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica www.parcodelcarso@libero.it.

 

Il progetto Tav divide Rifondazione e Pd

 

SAN CANZIAN Anche a San Canzian Rifondazione comunista rimane fermamente contraria al progetto di Alta velocità-Alta capacità ferroviaria, che nel territorio comunale impatterà in modo non trascurabile sulle frazioni di Pieris e Begliano. La posizione di Rc continua, quindi, a essere poco compatibile con quella del Pd, con cui Rifondazione è al governo di San Canzian, ma che rimane favorevole in linea di principio a un’opera vista come opportunità di sviluppo.

Secondo Rc, invece, l’attuazione di quest’opera, che da Alta velocità è stata di fatto declassata ad Alta capacità, sarà fortemente impattante per le due frazioni. «Quest’opera comporterà, oltre alla distruzione di alcuni edifici residenziali – afferma il circolo di Rc di San Canzian -, anche a conseguenze negative per una parte degli abitati limitrofi la linea, in quanto risentiranno comunque degli effetti dannosi dovuti a vibrazioni, inquinamento acustico ed elettromagnetico. Si avranno ripercussioni anche dalla realizzazione delle relative barriere e opere di mitigazione dell’opera». Rc non digerisce inoltre nemmeno il fatto che pure nel nuovo progetto si sia preservata l’idea di voler ”bucare” il Carso, non tenendo in considerazione le evidenti criticità dovute alle caratteristiche geologiche dell’altopiano. Il circolo di Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra di San Canzian ricorda quindi di essersi opposto da sempre alla realizzazione di un progetto considerato fortemente impattante sia dal punto di vista ambientale, con la distruzione di aree di rilevante pregio naturalistico, sia da quello urbanistico, visto lo sfregio che causerà nei paesi interessati dal passaggio della Tav.

Rifondazione si è già opposto quindi in Consiglio comunale alla Tav, motivando la propria in diverse iniziative, sia a San Canzian sia negli altri centri del mandamento, per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento e illustrare proposte alternative. A fronte del nuovo progetto e dei suoi impatti locali, Rc ribadisce ora la sua contrarietà alla Tav intesa come «progetto faraonico dalla dubbia utilità che indebiterà ulteriormente lo Stato italiano e Rfi e produrrà uno scempio ambientale di rilevanti proporzioni». Rifondazione da parte sua propone invece il potenziamento dell’attuale linea esistente, ma sottoutilizzata e che possiede, sempre secondo Rc, ampi margini di sviluppo del traffico rotabile. Secondo Rifondazione, non è inoltre più differibile il miglioramento e potenziamento del trasporto locale dei pendolari che «vige in uno stato di incuria con soppressioni e ritardi all’ordine del giorno».

Laura Blasich

 

13/02/11

«Assente io? Mai stato invitato»

DUINO AURISINA «Se veramente si tiene ad avere la presenza di un sindaco a un incontro pubblico come minimo lo si invita per tempo, certo non gli si consegna uno striminzito volantino 24 ore prima dell’appuntamento nè si fissa l’appuntamento sapendo che non vi potrà prender parte». Contrattacca il primo cittadino di Duino Aurisina, Giorgio Ret, dopo la querelle innescata sulla sua assenza all’incontro di giovedì sera promosso dal comitato No Tav alla Casa della Pietra di Aurisina. «Tutti sapevano che quella sera ero presente alla riunione del coordinamento del Pdl – prosegue – inoltre nessun sindaco ha fatto più di me sul tema dell’Alta velocità, prova ne sia che lunedì (domani per chi legge) ci sarà la riunione dei capigruppo in Comune, martedì prenderò parte all’assemblea indetta dalla Comunella di Ceroglie e mercoledì vi sarà un altro tavolo. Ho riunito tutti gli esperti per dirimere la questione in tutti i suoi nodi: il Corridoio 5 non è prerogativa di un sindaco bensì dell’intera comunità». «Queste accuse – conclude Ret – sono pretestuose: ho capito che siamo già in campagna elettorale e che i colpi saranno bassi, anzi bassissimi». (t.c.)

Cressati chiede un sottopasso per saltare i binari della Tav

PALMANOVA L’aumento del traffico merci sulla tratta Palmanova-San Giorgio di Nogaro, il problema relativo all’acustica e la svalutazione di case e terreni sono state le osservazioni più immediate espresse al sindaco Federico Cressati alla riunione per la disanima sul progetto Tav, indetta dallo stesso primo cittadino al palazzo municipale, da parte dei residenti nell’area interessata ma anche di altre persone che in gran numero hanno partecipato all’incontro.

Cressati ha esposto la genesi di questo progetto dell’alta velocità, ufficializzato con il protocollo d’intesa siglato nel 2007. Dell’elaborato progettuale comunque, il sindaco della città stellata, invierà due importanti istanze alla Regione e a Rfi. La prima riguarda la possibilità di creare un sottopasso anziché il previsto “cavalca-ferrovia” sulla statale Napoleonica. In secondo luogo sarà puntualizzato il problema dell’inquinamento per le abitazioni a ridosso della ferrovia per il quale si dovranno assolutamente predisporre delle misure di mitigazione.

In ogni caso il nodo cruciale è sicuramente costituito dal superamento dello sbarramento di intersezione tra la ferrovia e la statale 252. Il sovrapasso o “cavalca ferrovia”, in base al progetto dovrebbe raggiungere un’altezza massima di 12 metri per una lunghezza che si attesta sui 450 metri. Sicuramente un’opera di forte impatto, ma come ha sottolineato il sindaco, la Regione si è dichiarata disponibile a valutare altre ipotesi alternative e questa del sottopasso potrebbe diventare più adeguata e comunque la migliore strada percorribile e opportuna.

Palmanova sarà toccata in maniera marginale dall’alta velocità rispetto ad altri Comuni della Bassa friulana ma, comunque, è interessata direttamente dai collegamenti della Tav con la direttrice nord-sud per quanto concerne invece l’alta capacità, vale a dire il trasporto merci su rotaia. Anzi, proprio in questo settore, la città stellata incrementerà il già importante snodo che da tempo ha assunto la sua stazione. Molto aperto e ricco il dibattito sostenuto soprattutto dai residenti delle vie Mazzini, Carducci, Foscolo, Manzoni, Leopardi e Ontagnano le cui abitazioni vertono nelle immediate prossimità della linea ferroviaria.

La riunione è stata aggiornata dal sindaco non appena perverranno in Comune ulteriori documentazioni progettuali da parte della Regione.

Alfredo Moretti

12/02/11

Ret snobba il dibattito sulla Tav

 

DUINO AURISINA «Sulla Tav sentiremo i cittadini” aveva dichiarato neanche due giorni prima l’Assessore regionale alle infrastrutture Riccardi. Ma i cittadini, almeno quelli del Comune di Duino-Aurisina, non sono dello stesso parere. E la ‘non presenza’ del Sindaco Ret all’assemblea pubblica sul progetto dell’Alta Velocità del tratto Ronchi (Duino) – Trieste, di ieri sera, alla Casa della Pietra ‘Igo Gruden’ non è forse stata la giusta mossa politica. Presenti solo alcuni esponenti del consiglio, Maurizio Rozza e Edvin Forcic, l’incontro, organizzato dal Comitato No Tav Trieste e del Carso in collaborazione con L’Altra Baia ha visto i due relatori, Paolo Bruno e Peter Behrens informare i cittadini sul progetto e la sua portata, altrimenti incomprensibile, se non per degli addetti ai lavori.

«Siamo a favore del miglioramento delle linee ferroviarie, ma è davvero questa la soluzione?». E’ Paolo Bruno, del Comitato NO Tav Trieste e del Carso, ad chiederlo. Numerosi gli interrogativi sul reale vantaggio di quest’imponente opera. Sarebbero stati sottovalutati, secondo il Comitato, gli impatti ambientali sia visibili che sotterranei, i disagi dovuti al processo di costruzione, nonché l’assenza di una reale valutazione dei costi e dei benefici. Contestata anche la paventata possibilità di ridurre il trasporto su gomma, a favore di quello su rotaia, che sì, andrebbe a alleggerire la mole di traffico su sue ruote nella zona, ma solo tra una decina d’anni.

«Non bisogna dimenticare – ha aggiunto Bruno – i circa duecento camion al giorno previsti per tutta la durata del lavori, e cioè all’ incirca 3300 giorni, che transiteranno nella zona». L’esponente ambientalista si è detto scettico anche riguardo all’impatto ambientale vero e proprio, soprattutto verso i possibili rischi legati alla conformazione morfologica del territorio tutt’altro che prevedibile.

Nel deriverebbe un allarme inquinamento, inoltre, anche per le acque del Timavo che riforniscono tutti gli abitanti del Carso. Oltre alle critiche, però, sono state tratteggiate anche delle soluzioni alternative rispondenti al motto «usare quello che c’è, e farlo bene». In tal senso Bahrens ha proposto «interventi mirati sulle linee ferroviarie preesistenti che, se fossero usate al meglio, potrebbero sopportare un carico di traffico di cinque volte superiore a quello che esiste attualmente».

Viviana Attard

Comune accerchiato sull Alta velocità

 

IL CASO Le paure create dal progetto e l’opposizione al passaggio della Tav nel territorio monfalconese sono emerse tutte nell’incontro informativo promosso dal Comune di Monfalcone giovedì pomeriggio nella Galleria d’arte contemporanea di piazza Cavour. Lo hanno fatto accompagnate da accuse di ”collaborazionismo”, mosse da oppositori storici del progetto e semplici cittadini nei confronti dell’amministrazione locale. Che sembra pagare ora il sostanziale sostegno da parte dei Ds prima e del Pd ora alla realizzazione del Corridoio 5, visto come opportunità di sviluppo per il territorio.

L’appuntamento si è trasformato quindi, almeno a tratti, in un confronto molto duro, mentre il Wwf ha chiesto ufficialmente quale sia la posizione dell’amministrazione Pizzolitto.

«Comprensibile quanto accaduto, visti i contenuti del progetto, al quale Rifondazione comunista rimane contraria – afferma il segretario cittadino del partito e consigliere comunale Emiliano Zotti -. L’amministrazione locale non è però il nemico e, anzi, va aiutata dai cittadini a farsi portavoce della netta opposizione al progetto». Come? Presentando le osservazioni in «una mole tale da far desistere Rfi dal portare avanti questo progetto, che Rifondazione non ritiene in ogni caso sostenibile dal punto di vista ambientale».

A detta di Zotti e di Rifondazione comunista, il progetto è inoltre viziato da un’ipocrisia di fondo.

«È palese che in questo tratto l’Alta velocità non si farà mai – spiega il segretario cittadino del partito -, ma nello stesso tempo i vincoli progettistici dell’Alta velocità rimangono tutti, come dislivelli e raggi di curvatura, creando impatti devastanti, soprattutto a livello dello snodo di San Polo, la cui messa in sicurezza e adeguamento pure sarebbero utili e necessari».

La preoccupazione per Rifondazione comunista è quindi ora appunto quella di trovare gli strumenti per bloccare la proposta di Rfi.

«In questo momento crediamo che il modo più efficace sia quello di informarsi e presentare le proprie osservazioni – afferma Zotti -. Invitiamo quindi i cittadini a muoversi in questo senso. Da parte nostra c’è l’impegno a far rigettare questo progetto da parte dell’amministrazione comunale».

Al cui interno non tutti potrebbero pensarla allo stesso modo, anche se va messa in conto la pressione esercitata dall’avvicinarsi dell’appuntamento delle elezioni comunali. (la.b.l.)

 

Il sindaco Paviotti incontra i No-Tav

 

di ELENA PLACITELLI

CERVIGNANO Oggi il sindaco Pietro Paviotti incontra i No Tav. Così il primo cittadino ha accettato l’invito del Comitato a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà questo pomeriggio alle 16.30 nella palestra di Scodovacca. Paviotti ha confermato la sua presenza, anticipando che a Cervignano i lavori non inizieranno prima del 2050 e comunicando di aver diffuso, sul portale del Comune, le planimetrie del tracciato della Tav. Un gesto, quest’ultimo, che era stato sollecitato dai cittadini, preoccupati dell’impatto che la grande opera avrà sul territorio.

Tra le ultime critiche sollevate dal Comitato, la mancanza dello studio di impatto ambientale e della relazione costi e benefici, documenti che non sono stati allegati al progetto preliminare, nonostante essi siano previsti dai decreti attuativi della legge obiettivo. Poi c’è il problema della tempistica: i Comuni dovrebbero inviare le proprie osservazioni (e quelle dei cittadini) alla Regione entro il 27 febbraio. Sia gli abitanti che l’amministrazione comunale hanno giudicato i tempi troppo stretti, di fronte a un progetto di così ampia portata. L’altro timore guarda alle abitazioni.

Paviotti rassicura innanzitutto sui tempi. «É bene ricordare – spiega – che con questo progetto si opera una programmazione a lungo termine, per un’infrastruttura certamente importante ma che non sarà realizzata nell’immediato. I tecnici ritengono di intervenire con priorità sui cosiddetti “colli di bottiglia”, che sono quelle parti della ferrovia esistente che oggi non permettono un adeguato sviluppo del traffico ferroviario (Bivio S.Polo a Monfalcone o il raddoppio della linea Cervignano – Udine, oggi a binario unico). Solo dopo si potrà intervenire sul resto della linea. Il che significa che a Cervignano, dove peraltro ci sono già i 4 binari necessari, si lavorerà certamente non prima del 2050». Rassicurazioni anche sul termine per presentare le osservazioni. «Dopo la lettera – riprende Paviotti – che ho inviato a Regione, Provincia e Italferr per evidenziare che il preliminare presentato non rispondeva ad alcuni degli impegni presi nel Protocollo–Sonego del 2008, l’assessore regionale Riccardo Riccardi si è impegnato a discutere con noi il progetto e a sostenere l’onere economico per l’incarico ad un tecnico di fiducia da affiancare alle amministrazioni: il tempo a disposizione sarà quello necessario ad approfondire il tema e a ricercare una intesa ragionevole. Per questo la data del 28 febbraio non ha alcuna rilevanza, in quanto serve solo a segnalare eventuali interferenze e non invece ad esprimere un parere sul progetto. Resta naturalmente il mio impegno ad informare i cittadini – chiosa –. A questo pro abbiamo stampato ed esposto in municipio le planimetrie».

 

Messaggero Veneto del 14/02/11

Duplice no ad Alta velocità/Alta capacità

 

MONFALCONE. Sinistra critica e Comunisti uniti dicono “no” all’Alta velocità/Alta capacità ferroviaria (Tav) esprimendo «totale contrarietà all’ipotizzata realizzazione dell’opera».

Già dalla documentazione depositata da Rfi e analizzata dall’assemblea delle due forze politiche, di cui viene rilevato il carattere evidentemente «di parte», emerge «chiaramente l’effetto devastante che l’opera avrebbe per il territorio dell’Isontino e del Carso».

Al di là dell’impatto paesaggistico-ambientale, rilevano Sinistra critica e Comunisti uniti, sono decine le abitazioni da abbattere e centinaia quelle che si troverebbero a poche decine di metri dai binari, con immaginabili conseguenze dal punto di vista delle vibrazioni e dei rumori.

«Ma non solo – sostengono i due gruppi della sinistra –: ci associamo a coloro che considerano inutile l’opera sotto l’aspetto economico poiché si basa su previsioni di aumento del traffico su rotaia del tutto irrealistiche, anche alla luce del prolungarsi della crisi economica globale. Non a caso, Rfi non ha presentato la valutazione costi/benefici. Inoltre, ci sembra veramente assurdo spendere miliardi di euro per spostare merci a 300 chilometri orari quando tutti i più avanzati studi di sviluppo economico ecosostenibile propugnano la filiera corta e la produzione e il consumo a chilometri zero».

Se queste considerazioni possono essere comuni con quelle di altre forze politiche e organizzazioni ambientaliste, Sinistra critica e Comunisti uniti rilevano che al progetto «mirante a trasformare il nostro territorio in un mero corridoio di transito, vada opposto un programma di valorizzazione della vocazione manifatturiera e industriale dell’Isontino, con particolare riguardo alla salvaguardia dell’occupazione. Esattamente quello che le forze politiche al governo della città, della provincia e della regione non stanno facendo».

«Infine, crediamo vada sottolineata l’ipocrisia della posizione del Partito democratico – concludono bacchettando il Pd – che dà il proprio assenso alla Tav fino a Ronchi dei Legionari, avallando quindi la devastazione dei paesi della Bassa friulana, di Pieris, di Begliano, così come della Val di Susa con i suoi amministratori in Piemonte, esprimendo poi contrarietà per la tratta del Carso. Si tratta di un ennesimo “ni” di un partito ormai incapace di prendere una qualunque decisione chiara». (c.v.)