NO TAV/ Urge riprendere la mobilitazione

La truffa delle integrazioni SOLO sulla Ronchi dei Legionari-Trieste

Sonego conferma di essere un boiardo di Stato. La Serracchiani a jè propite une “puare frute”. E i Sindaci? Adesso vedremo di che pasta sono fatti.

udine 7Messaggero Veneto 12 agosto 2013

mv-13-agosto-2013Messaggero Veneto 13 agosto 2013

E’ in preparazione una Riunione Regionale NO TAV nell’ambito

della festa “Tepee in Tal Parco” a San Giorgio di Nogaro

(probabilmente domenica 25 agosto pomeriggio)

 

 

RASSEGNA STAMPA

————————————————————–

Curiosità. Sonego è perfino peggio di Virano

————————————————————–

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 13 AGOSTO 2013 Pagina 8 – Regione

 

Tav, si ricomincia dal tracciato del 2010
 
I sindaci dei 23 Comuni interessati al passaggio dell’alta velocità preparano un documento che sarà discusso col ministro
 

UDINE Il tracciato per la linea ferroviaria ad alta velocità e alta capacità tra Venezia e Trieste resta quello proposto da Rfi nel 2010. Oggetto, ieri, di un primo incontro tra la presidente Debora Serracchiani e l’assemblea permanente dei sindaci dei Comuni interessati dal futuro passaggio della Tav, il progetto sarà esaminato prossimamente nel corso di un vertice con il ministro Maurizio Lupi e il commissario governativo Bortolo Mainardi. Vertice, che la presidente del Fvg aveva già invocato e che ieri, a margine del vis à vis con i primi cittadini, è tornata a chiedere «per fare chiarezza e iniziare a ragionare su tutti i dettagli dell’opera». Si lavora, dunque, al perfezionamento del tracciato 2010, che da mesi i Comuni – spalleggiati da un consulente voluto dal già assessore regionale alle infrastrutture Riccardo Riccardi – stanno  passando allo scanner in cerca di ogni possibile intervento migliorativo. L’esito di tale puntiglioso lavoro sarà contenuto in un documento che, pronto per l’inizio del mese di settembre, riassumerà tutte le criticità rilevate dagli amministratori locali. Si parla di centinaia di osservazioni, che vanno dalle questioni più puntuali, finalizzate all’efficientamento della linea, a quelle di maggior impatto, tali da chiedere – è il caso di Bagnaria Arsa – una modifica del tracciato 2010. Ipotesi alternative a quello, oggi non ce n’è. Non almeno ufficiali. La presidente ha, infatti, chiarito che riguardo alla “proposta Mainardi” d’intervenire sulla linea ferroviaria esistente, la Regione non ha nulla in mano e comunque, nel caso di un cambiamento di rotta, «sarà il governo a dire che facciamo qualcosa di diverso». Tradotto: non il commissario, con il quale Serracchiani si confronterà, comunque, in tempi brevi. «Gli ho già chiesto un incontro – ha confermato ieri –, ma credo sia in ferie». Raggiunto al cellulare, Mainardi ha detto d’essere costantemente reperibile. «In questi giorni gli uffici sono chiusi ma il mio cellulare è sempre acceso», ha detto, per poi bypassare la polemica sollevata dal senatore Lodovico Sonego che ha bollato il mandato commissariale come inutile. E sull’intervento del democratico ha sorvolato anche la presidente: «Non entro in questa polemica. È un commissario di governo», ha detto a margine dell’incontro di ieri con 23 primi cittadini di altrettanti Comuni interessati dal futuro passaggio della Tav. «Abbiamo fatto il punto sul tracciato. I sindaci hanno lavorato a lungo sul progetto 2010 e abbiamo convenuto sull’opportunità che quanto prima sia fatto un incontro con il Ministro Lupi e con il commissario Mainardi, possibilmente esteso a Zaia, per iniziare a ragionare sui dettagli». Chiarendo, una volta per tutte, anche l’opportunità di dar corpo o meno a uno studio di fattibilità per un progetto alternativo in Fvg che erano stati i sindaci, lo scorso mese di maggio, a chiedere al commissario. Da qui era nata l’ipotesi di un intervento di gran lunga meno oneroso – si parla di 800 milioni di euro contro i 7,4 miliardi della Tav – sulla linea esistente. Linea che, snellita di una ventina di passaggi a livello e raddoppiata a Cervignano e San Polo, potrebbe garantire i 200 chilometri. In prospettiva, poi, in parallelo all’aumento delle esigenze di traffico la linea potrebbe essere quadruplicata, per arrivare, ma solo come ratio finale, a realizzarne una ex novo. Ipotesi, queste, che risalgono allo scorso maggio e che Serracchiani ha chiarito ieri esser figlie del commissario: «la Regione non ha nulla in mano – ha precisato la presidente –, occorre approfondire e capire qual è il parere del governo italiano». Fino ad allora il tracciato resta quello del 2010. È su quello che i sindaci lavorano da mesi. È su quello che si preparano a presentare i propri rilievi. «Entro i primi di settembre consegneremo un documento con tutte le nostre osservazioni al progetto Rfi 2010», ha fatto sapere il sindaco di Bagnaria Arsa, Cristiano Tiussi, precisando poi che «le modifiche sono molte, anche in ordine al tracciato e riguardano in particolare Bagnaria Arsa». Nodi da sciogliere ce ne sono, insomma, ancora. Compreso quello che riguarda il vicino Veneto, «dov’è stato realizzato uno studio di fattibilità per un tracciato diverso (non più sul litorale, ma affiancato alla ferrovia) – ha concluso Tiussi – e che non potrà non avere conseguenze sulla nostra tratta». Quali? «Lo studio si ferma a Portogruaro, da lì in poi resta un punto di domanda». Maura Delle Case

————————————

 

 

Messaggero Veneto LUNEDÌ, 12 AGOSTO 2013 Pagina 7 – Regione
 
Sonego: inutile il commissario per la Tav
 
Il senatore del Pd replica ai sindaci che si sono scagliati contro le sue dichiarazioni. E rilancia: da Mainardi solo insuccessi
 
 
UDINE Non ci pensa nemmeno Lodovico Sonego a fare un passo indietro. Anzi. Il senatore del Pd incassa la protesta dei sindaci della Bassa friulana e dell’Isontino per l’interrogazione presentata al ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi sulla revisione del tracciato e sulle  azioni del commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi. Incassa, sì, ma rilancia, perché per lui il commissario non serve. Gli unici responsabili di una simile infrastruttura sono il governo regionale, provinciale e i sindaci e, quindi, le amministrazioni locali. «La nuova ferrovia Alta velocità-Alta capacità che attraversa la Bassa friulana non è affare da commissario – conferma Sonego –, ma esclusivamente da esponenti che rappresentano i Comuni, la Provincia, la Regione e lo Stato sulla base di un mandato democratico. Come del resto è sempre stato in Friuli Venezia Giulia da quando si discute della nuova Venezia-Trieste-Lubiana. L’interrogazione al ministro Lupi  ribadisce proprio questo nella consapevolezza che molto raramente i commissari svolgono con successo il mandato ricevuto». E se a volte il  successo arriva, per il senatore del Pd con Mainardi non si è affatto arrivati a un buon risultato. «Del resto proprio nel caso di Mainardi non si può proprio dire, come ancora si ricorda nell’interrogazione, che l’attività commissariale abbia prodotto un solo risultato utile. Dopo anni di cura Mainardi il Veneto – ripete il democratico – non ha uno straccio di progettazione o anche semplicemente di intesa su un’ipotesi di tracciato. Solo tempo perso e tanta aria fritta. Anzi i ritardi del Veneto danneggiano anche il Friuli Venezia Giulia perché ogni ipotesi di tracciano nella nostra regione è priva di senso se manca il pezzo veneto. Mainardi è diventato commissario perché ha avuto un santolo che è stato influente uomo di governo e con il quale ha condiviso la passione per il Cadore». Punto. Le staffilate sono sufficienti per ribadire il Sonego pensiero. Già assessore Fvg alle infrastrutture 10 anni fa, quando si cominciò a discutere dei percorsi della Tav in Fvg, il senatore del Pd non entra nel merito del tracciato, non svela nemmeno come la pensa. Per lui su tutto vale la questione del metodo, e quindi di una scelta che va fatta a livello locale, perché altrimenti, sostiene, «sarà solo un pasticcio, in Fvg come in Veneto». E se i primi cittadini del Friuli e dell’Isontino gli hanno mandato a dire che lui non rappresenta le loro richieste, Sonego non si scompone. Ripete il tema del metodo. «In questa vicenda la questione della rappresentatività di un vecchio senatore è un de minimis, l’importante è che per la Tav ci sia il protagonismo non eludibile delle istituzioni locali e centrali e, credo, che sia utile sostenere tale impostazione anche in Senato. Sono contento che in realtà le cose stiano così – conclude Sonego – ed è per questo che auguro buon lavoro alla presidente Debora Serracchiani e ai sindaci». Che oggi a Udine avvieranno il confronto sulla Tav.

 

———————————————————————————-

Messaggero Veneto 11 agosto 2013

 

Tav, i sindaci contro Sonego:

«Non ci rappresenta»

Gli amministratori si ribellano per le parole su Mainardi e sul tracciato. Tiussi: iniziativa personale del senatore, da sempre insofferente al confronto

 

di Francesca Artico

UDINE. Sindaci della Bassa friulana e dell’Isontino, in rivolta per le pesanti affermazioni del senatore Lodovico Sonego (Pd) sul commissario della Tav, Bortolo Mainardi, e per l’interrogazione che ha presentato, con il collega Carlo Pegorer (Pd), al ministro Maurizio Lupi (Pdl), sulla revisione del tracciato della Tav.

Cristiano Tiussi, sindaco di Bagnaria Arsa, comune capofila dell’Assemblea permanente dei sindaci interessati dal progetto della Tav 2010, che raggruppa i 22 comuni, interviene a nome dei colleghi, contrattaccando Sonego: «Il senatore Sonego è liberissimo di fare un’interrogazione sul tema, ma la sua iniziativa non mi sembra nascere da un’istanza del territorio regionale che egli rappresenta in Parlamento: non mi risulta che la sua interrogazione sia stata un’iniziativa concordata con i vertici politici regionali e certamente non deriva da una richiesta fatta dal rappresentante dei sindaci: forse il senatore Sonego avrebbe fatto meglio a contattare prima l’Assemblea per rendersi conto degli sviluppi della situazione. Vorrei comunque rassicurare il senatore Sonego che le linee strategiche generali sono, per quanto ci riguarda, sempre valide – dice –. Persino agli amministratori locali è chiaro che i corridoi europei rappresentano un’occasione di sviluppo e di rilancio, nell’ambito del trasporto merci, per la nostra regione, in un disegno infrastrutturale organico che valorizzi le notevoli possibilità della nostra portualità.

Solo che, rispetto al quadro programmatico del protocollo firmato nel 2008 (mai ratificato dalla gran parte dei consigli comunali, come invece doveva essere), le circostanze si sono incaricate di rendere quel quadro, a nostro avviso, inattuale». Si riferisce, in particolare, «alle scelte compiute nel frattempo dalla vicina Slovenia, alla richiesta quasi unanime dei sindaci del Veneto al commissario Mainardi per una revisione del devastante tracciato litoraneo previsto nel progetto 2010, al sopravvenuto inserimento del corridoio Baltico-Adriatico nel programma di trasporti trans-europeo, con il prioritario problema della connessione con l’ex corridoio e il raddoppio della Udine-Cervignano, non inseriti nel suddetto protocollo».

Le dichiarazioni del senatore «mi sembra rivelino una certa insofferenza verso il percorso di confronto che il commissario ha instaurato anche con i Comuni del Friuli, dopo quelli del Veneto – conclude Tiussi –. In un documento sottoscritto da 18 su 21 comuni della nostra regione, i sindaci hanno chiesto al commissario di procedere con uno studio di fattibilità tecnica per un tracciato alternativo rispetto a quello del 2010, secondo un processo per fasi funzionali che parta dal miglioramento dell’esistente. Questo è solo un primo passo: il prossimo è l’incontro con la presidente Serracchiani, già fissato per domani, nel corso del quale illustreremo i risultati del lavoro effettuato dal nostro consulente Andrea Debernardi».

Attaccano anche i colleghi di Torviscosa Fasan, di Palmanova Martines, di Cervignano Savino e Villa Vicentina Pischedda. «Non mi meraviglia la posizione di Sonego, ma mi chiedo: come mai l’istanza al ministro Lupi è stata firmata solo da Sonego e Pegorer, mentre a quanto consta il Pd ha altri senatori del Fvg a Roma? Non sarà che Sonego con una certa “sedicente plenipotenziarietà”, condita da un po’ di arroganza – attaccano –, si veda privato del suo orrendo esercizio progettuale? Il confronto commissario-sindaci, si e sempre svolto in un clima costruttivo, indipendente, corretto e orientato alle esigenze di realizzare un’opera con il minimo impatto sul territorio, nei tempi opportuni e con la logica del “buon senso” nel bilancio costi-benefici.

L’iniziativa di chiedere al commissario di avviare un’ipotesi alternativa al tracciato del Progetto 2010, muove al fatto che questo si è rivelato sbagliato nella sua funzionalità, non coerente con le ipotesi di crescita del traffico, invasivo per il territorio e oneroso sui costi della terza corsia A4, a causa della necessità di adeguare le opere interferenti con la linea ferroviaria».

 

MV 9 agosto

Tav, un altro commissario finisce nel mirino del Pd

Dopo il caso-A4, i parlamentari Sonego e Pegorer scrivono al ministro. Mainardi aveva aperto una revisione del percorso incontrando i sindaci

di Martina Milia

 

UDINE. Il commissario straordinario della Tav di Tondo nel mirino del centro sinistra. Mentre il presidente Debora Serracchiani ieri ha incontrato il presidente del Veneto Luca Zaia per parlare proprio di infrastrutture e della velocizzazione della Venezia-Trieste, a Roma il senatore Lodovico Sonego ha portato sulla graticola del ministro Maurizio Lupi, con un’interrogazione (sottoscritta anche dal senatore Claudio Pegorer), proprio il commissario dell’alta velocità per il Nordest.

Sonego, riferendosi all’attività del commissario della Tav Bortolo Mainardi che a suo avviso avrebbe messo in discussione gli accordi sul tracciato della ferrovia Alta velocità-Alata capacità Portogruaro-Trieste definiti nel corso del decennio 2003-2013 (e quindi quelli presi dalla Regione sia con Sonego che con Riccardi assessore), aveva chiesto al ministro Maurizio Lupi se il commissario Mainardi avesse titolo a compiere rilevanti scelte strategiche nella localizzazione delle opere della ferrovia Av-Ac, soprattutto senza coinvolgere la Regione.

La risposta di Lupi è stata: «Le politiche vanno fatte dal Governo e dalle Regioni. I commissari sono solo strumenti del governo», riferisce il senatore. Come dire, il commissario non deve prendere iniziative, ma deve seguire la linea dettata da chi governa.

Mainardi, scelto dai governatori Tondo e Zaia, è stato “puntato” da Sonego per aver aperto a una revisione del tracciato, così come avvenuto in Veneto, incontrando i sindaci del Friuli Venezia Giulia. Una linea che gli amministratori locali hanno apprezzato, un po’ meno a quanto pare la Regione e i senatori del Pd. Anche la presidente Serracchiani, nei mesi scorsi, ha avuto modo di bacchettare il commissario, in particolare quando Mainardi aveva avanzato l’ipotesi del quadruplicamento della linea esistente.

«Il commissario sta parlando di un progetto di quadruplicamento che esiste solo come idea progettuale del commissario, dal momento che la Regione non ha mai ricevuto un simile progetto per quanto attiene il suo territorio. Mainardi è commissario del progetto Rfi del 2010: se ce n’è un altro, ce lo faccia conoscere nel dettaglio – aveva replicato stizzita Serracchiani –. Anche perché, come presidente del Friuli Venezia Giulia, vorrei che i Comuni della mia regione fossero informati dei rischi e dei benefici di questo nuovo tracciato».

Ma da allora – era l’inizio di giugno – un confronto tra la presidente e il tecnico non c’è stato. Un incontro, la convocazione a Mainardi sarebbe già partita, dovrebbe tenersi prima di Ferragosto, caldeggiato dagli amministratori locali in primis. L’attacco su più fronti al commissario di Tondo, secondo quanto si sussurra in casa centro sinistra, non sarebbe dovuto solamente a “divergenze” di opinioni, ammesso che ci siano, sul futuro della linea ferroviaria in Friuli Venezia Giulia. Il Pd vorrebbe, come già avvenuto per la terza corsia, rivedere anche la struttura commissariale della Tav. Lo spoils system prosegue.

 

Cronologia sintetica

Tav, si ricomincia dal tracciato del 2010

UDINE. Il tracciato per la linea ferroviaria ad alta velocità e alta capacità tra Venezia e Trieste resta quello proposto da Rfi nel 2010. Oggetto, ieri, di un primo incontro tra la presidente Debora Serracchiani e l’assemblea permanente dei sindaci dei Comuni interessati dal futuro passaggio
martedì 13 agosto 2013
 
 

Sonego: inutile il commissario per la Tav

UDINE. Non ci pensa nemmeno Lodovico Sonego a fare un passo indietro. Anzi. Il senatore del Pd incassa la protesta dei sindaci della Bassa friulana e dell’Isontino per l’interrogazione presentata al ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi sulla revisione del tracciato e sulle azioni del
lunedì 12 agosto 2013
 
 

Tav, i sindaci contro Sonego: «Non ci rappresenta»

UDINE. Sindaci della Bassa friulana e dell’Isontino, in rivolta per le pesanti affermazioni del senatore Lodovico Sonego (Pd) sul commissario della Tav, Bortolo Mainardi, e per l’interrogazione che ha presentato, con il collega Carlo Pegorer (Pd), al ministro Maurizio Lupi (Pdl), sulla revisione
domenica 11 agosto 2013
 

Tav, un altro commissario finisce nel mirino del Pd

UDINE. Il commissario straordinario della Tav di Tondo nel mirino del centro sinistra. Mentre il presidente Debora Serracchiani ieri ha incontrato il presidente del Veneto Luca Zaia per parlare proprio di infrastrutture e della velocizzazione della Venezia-Trieste, a Roma il senatore Lodovico
venerdì 09 agosto 2013

 

 da Il Piccolo

 I sindaci frenano sulla Tav «Tempi biblici per l’avvio»

Il tecnico assoldato dai Comuni interessati dal tracciato «Mancano i fondi, i cantieri non inizieranno prima del 2035»

TRIESTE

«Quando passerà la Tav in Friuli Venezia Giulia, noi non ci saremo». Andrea Debernardi, consulente dei Comuni della Bassa friulana che hanno messo assieme circa 200 osservazioni sul progetto Rfi del 2010, quello che prevede l’affiancamento della ferrovia alla A4, gela le speranze di un’alta velocità in tempi brevi. Lo fa con la freddezza del tecnico nel giorno in cui i sindaci si confrontano a Udine con Debora Serracchiani sul tracciato della Venezia-Trieste.

Il nodo risorse

Più nel dettaglio, Debernardi ricorda che i lavori di affiancamento autostradale tra Portogruaro e Cervignano, «se anche si approvasse domani quel progetto, inizierebbero, come da documentazione allegata, a partire dal 2035». Il motivo? «Colpa di Pantalone. Mancano le risorse perché se ne sono usate tantissime per opere spesso sovradimensionate. Si dice che l’alta velocità è indispensabile allo sviluppo, ma dove si sono spesi 100 miliardi per la Tav, e cioè nella dorsale centrale, dal Piemonte alla Campania, non mi sembra si stiano raccogliendo tutti questi successi economici».

Portogruaro-Cervignano

Il riferimento del tecnico dei sindaci ai ritardi dell’alta velocità nel Nordest riguarda in particolare il tratto che il progetto 2010 considera “non prioritario”, quello che va da Portogruaro a Cervignano: «Tenendo puro conto dell’impossibilità fisica di quadruplicare la linea attuale a Latisana, non è uno scandalo che il ragionamento sia ancora aperto». Al contrario, spiega Debernardi, la priorità assegnata alla Udine-Cervignano, esclusa però dal programma Tav, e alla Monfalcone San Polo-Bivio Aurisina «ha consentito un lavoro ancora preliminare ma che può aprire la strada alla realizzazione delle opere».

I nodi

I punti critici, in prospettiva lunga, del percorso in Fvg? «L’attraversamento del Carso e dei fiumi maggiori, Isonzo e Tagliamento. Poi, in Friuli, vari nodi urbani come per esempio il viadotto di Cervignano o il passaggio di Villa Vicentina, situazioni che impongono di rimodulare la velocità di transito dei treni e garantire opere di mitigazione adeguate, modificando il progetto di tre anni fa». Quanto alla tratta Ovest, prosegue Debernardi, emergono problematiche di sistema: «Non solo il raccordo con l’interporto di Cervignano è assicurato solo nell’ultima fase funzionale, ma il progetto 2010, inizialmente pensato in coordinamento con la terza corsia autostradale della A4, deve oggi fare i conti con un’evoluzione non coerente con queste premesse».

I sindaci vogliono chiarezza

Si rischia dunque l’impasse. Come teme pure il portavoce dei sindaci, il primo cittadino di Bagnaria Arsa Cristiano Tiussi. «Le modifiche al progetto 2010 sono moltissime, ma si tratta anche di capire le conseguenze, tra San Michele e Latisana, dello studio di fattibilità per un tracciato diverso in Veneto». Una chiamata in causa del commissario Mainardi che su quello stadio sta lavorando: «Posto che la sua posizione è per l’ammodernamento dell’esistente e non per una nuova linea – dice ancora Tiussi –, l’incontro con la presidente Serracchiani diventa determinante: commissario e Regione devono trovare un accordo».

La presidente da Lupi

Serracchiani risponde a stretto giro di posta. Nel vertice di ieri (presenti 23 sindaci dell’assemblea permanente), la governatrice annuncia anzi che, con Mainardi, ci sarà al tavolo pure il ministro Lupi. L’obiettivo è appunto «fare chiarezza e iniziare a ragionare su tutti i dettagli dell’opera». Le osservazioni dei Comuni, commenta la presidente, «saranno utili alla stessa Rfi, in quanto tendono a superare talune criticità progettuali e sono indirizzate a un maggiore efficientamento della linea, senza toccare il tracciato indicato». La “svolta” di Mainardi? «La Regione – precisa Serracchiani – non ha mai ricevuto una proposta alternativa». E dunque proprio per questo «è necessario un incontro con il ministro, anche perché nel frattempo le istituzioni hanno proseguito a ragionare sul tracciato 2010». Dalla presidente un’ultima rassicurazione: la prevista velocizzazione della tratta, «che si potrà realizzare anche grazie ai 30 milioni assegnati dal governo con il “+decreto del Fare”, è altra cosa e si farà prima e a prescindere rispetto all’alta velocità».