Il Comitato No Tav Udine dopo aver appreso con soddisfazione, dal Messaggero Veneto, di giovedì 26 aprile, di essere stato fra i protagonisti e promotori della contestazione del sindaco di Cividale, Stefano Balloch (notoriamente di destra e persona che è impossibile da qualificare come antifascista), durante la prima fase della manifestazione del 25 aprile svoltasi in Piazza Libertà, deve però correggere tale interpretazione poiché la contestazione è sembrata a tutti sostanzialmente diffusa e spontanea oltre che giusta e necessaria. Anzi sarebbe stato altrettanto giusto e necessario contestare, nella seconda fase della manifestazione, in Piazzale 26 luglio, anche il rappresentante dell’APO (Associazione Partigiani Osoppo), il quale stando al riscontro di chi l’ha ascoltato, (l’intervento è avvenuto mentre era ancora in corso il corteo ripartito da Piazza Libertà), ha proferito parole in netto contrasto con i valori partigiani della resistenza e con la stessa verità storica acquisita. Anche in previsione della data nella quale il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano verrà in Friuli, a sancire quell’opera di revisionismo storico in atto da decenni sulla vicenda di Porzus, il Comitato No Tav vuole, in questo frangente, porre la questione della degenerazione in atto non solo per quanto riguarda i rigurgiti neofascisti, ma anche e soprattutto per l’ondata di degrado politico, morale ed istituzionale, oggettivamente riscontrabile oggi in Italia. Il Comitato deve anche affermare che, ai cronisti al lavoro il 25 aprile, durante la manifestazione udinese, è stato dato il volantino distribuito in 500 copie dal Comitato stesso, dove si testimoniava questa degenerazione, praticamente e visibilmente realizzata in particolar modo in Valsusa, con tanto dell’indicazione delle affermazioni esplicite della Sezione ANPI Bussoleno-Foresto-Chionocco. Tale importantissima e oggettiva situazione è stata invece totalmente ignorata nonostante lo spazio dedicato dal Messaggero Veneto alla manifestazione del 25 aprile, con numerosi articoli di stampa pieni di dettagli assolutamente insignificanti e anche mistificatori, sullo svolgimento della manifestazione stessa.
La presenza No Tav contava un centinaio di adesioni pertanto avrebbe avuto diritto di essere caratterizzata dal punto di vista della cronaca giornalistica con i contenuti che il Comitato stesso indicava alla stampa. In particolare, al giornalista Renato Schinko, proprio in Piazza Libertà, sono state espressamente indicate quali erano le priorità politiche del Comitato.
Chiediamo quindi che a caratterizzazione della posizione del comitato No Tav Udine, per quanto riguarda il senso della sua partecipazione al 25 aprile, rappresentato dallo striscione “Resistenza No Tav”, si riportino le parole espresse dalla suddetta sezione ANPI della Valsusa che in sintesi sono le seguenti:
• All’A.N.P.I. invece è stato richiesto, e non avrebbe dovuto esimersi, di prendere posizioni in merito all’emergenza democratica che si vive in Valle di Susa ed in generale su tutto il suolo nazionale, dove, ogni contestazione legittima, dagli operai che difendono il posto di lavoro, a chi si oppone ad un opera costosa ed illegale, agli studenti che difendono i loro diritti allo studio, viene subito sedata utilizzando la forza pubblica con modi che ricordano sempre più quelli cileni. Oppure sulla militarizzazione di interi territori. Militarizzazione e militari che con i loro atteggiamenti e il loro fare ricordano molto lugubremente e sempre più frequentemente le truppe di occupazione di sessant’anni or sono.
• All’A.N.P.I. nazionale chiediamo se si può ritenere legittimo che cittadini e cittadine italiani vengano insultati, inseguiti sino nelle abitazioni, venga loro usata violenza, siano sfondate le porte delle abitazioni o dei locali pubblici, siano “gasati” da gas vietati addirittura nei conflitti militari. Stiamo parlando di episodi reali di cui siamo stati e siamo tuttora testimoni e vittime.
• Chiediamo all’A.N.P.I. nazionale perché la nostra Associazione abbia espresso un silenzio assordante su temi quali, le scandalose leggi sull’immigrazione, sui respingimenti dei migranti in mare (condannati anche dalla U.E.), sulle operazioni di guerra in nazioni sovrane, sulle leggi elettorali “porcata”, sulle posizioni omofobe, xenofobe e razziste di taluni parlamentari della Repubblica, sulla demolizione sistematica e pianificata della scuola pubblica, del lavoro, dello stato sociale.
F.to De Toni Paolo addetto stampa del Comitato No Tav Udine