NO TAV/ Tracciato Veneto: già pronto?

Corriere del Veneto 10 marzo 2012

LA GRANDE OPERA

Tav, il nuovo tracciato è pronto «Tre mesi per le consultazioni»

Mainardi sposa il modello francese sul confronto con i territori. Il Wwf attacca il commissario: doppio ruolo, conflitto di interessi
Un treno ad alta velocità (archivio)

Un treno ad alta velocità (archivio)

 

VENEZIA — Tre mesi di consultazioni e poi si decide. Il commissario Bortolo Mainardi punta sul modello francese per la Tav Venezia-Trieste e detta già i tempi. Entro fine marzo Italferr avrà pronto lo studio di fattibilità del nuovo percorso da Mestre a Portogruaro che da aprile a giugno sarà presentato e discusso con i territori. «Apriamo il dibattito pubblico coinvolgendo sindaci e cittadini: mi auguro si riesca a superare le perplessità e le critiche che hanno avuto gli altri tracciati arrivando a una nuova linea condivisa», dice Mainardi. Una strada tutt’altro che in discesa se il tracciato proposto in passato da Italferr era stato bocciato da 13 dei 14 Comuni interessati dal passaggio. Troppo impattante nel territorio, così come la proposta alternativa (la cosidetta «balneare») che si avvicina alle spiagge. Per questo è stato nominato il commissario: per trovare una terza via che possa mettere d’accordo tutti, o quasi, magari inserendo qualche opera compensativa così come proprio Mainardi ha fatto con il Passante di Mestre. La parola d’ordine sembra essere consultazione. In Francia dal 1995, quando è stato introdotto il modello del débat public che introduce la democrazia partecipativa, le conflittualità riguardo alla realizzazione di progetti che hanno un impatto ambientale si è ridotta dell’80 per cento. Mainardi ha fatto fare uno studio di fattibilità che di fatto raddoppia l’attuale ferrovia riducendo gli impatti con i paesi e i beni ambientali tutelati, così come è stato fatto per la Padova-Mestre. «Va trovata la soluzione migliore condivisa dal territorio—aveva detto Mainardi il 14 febbraio scorso incontrando la Provincia e i Comuni interessati dal passaggio della Tav — ma la vera sfida è crederci».

Ma lo sa bene che non sarà facile raggiungere l’obiettivo. Domenica ad esempio i No Tav e il Movimento 5 stelle andranno a manifestare in piazza Tiziano a Pieve di Cadore (come in altre piazze d’Italia), proprio dove abita il commissario. «È un’opera inutile, dannosa per l’ambiente e la salute, è un enorme spreco di denaro pubblico, sottrae investimenti a scuola, sanità e innovazione», dicono. Ma le proteste ci sono sempre state. Non a caso Mainardi nel suo libro «Semaforo rosso» ricorda i problemi che ha dovuto affrontare il conte di Cavour per la realizzazione della ferrovia che attraversava il Piemonte. Era il 1846 e sulla «Revue Nouvelle» di Parigi scrisse: «Contribuirà ad abbattere le meschine passioni municipali, figlie di ignoranza e del pregiudizio, che già sono minate dagli sforzi di tutti gli uomini d’Italia…».

Sono passati 160 anni e la situazione non è cambiata ma la soluzione potrebbe arrivare proprio dalla Francia. Lo aveva auspicato anche la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto: massimo confronto e dialogo con i Comuni e il territorio per arrivare a un tracciato condiviso e non imposto. «Registreremo tutte le opinioni, poi faremo un parere definitivo da consegnare alla Regione e al ministero per la scelta finale», dice il commissario, che ieri è stato attaccato a Trieste dal Wwf. «C’è un grosso conflitto di interessi: Mainardi è membro della commissione Via per conto del ministero dell’Ambiente che dovrebbe valutare l’impatto ambientale del progetto e nel contempo Commissario straordinario per la realizzazione dell’opera per il ministero alle Infrastrutture—dice il presidente Stefano Leoni—Sorprende che l’architetto non abbia colto da sè l’incompatibilità rinunciando spontaneamente a uno dei due incarichi».

Francesco Bottazzo
10 marzo 2012