Messaggero Veneto DOMENICA, 10 LUGLIO 2011 Pagina 54 – Provincia
SAN GIORGIO
Dalla Bassa appello alla Ue: stop ai fondi per la Tav
SAN GIORGIO DI NOGARO Una petizione per chiedere all’Unione Europea di non concedere più finanziamenti per il progetto della Tav Venezia- Trieste, ma che questi vengano dirottati all’ammodernamento delle attuali linee ferroviarie che hanno traffici pari al 20 % delle loro potenzialità; l’indizione di una mega manifestazione al “Bivio San Polo”, per far capire alle istituzioni che i cittadini di Veneto e Friuli Venezia Giulia, non vogliono un’opera “distruttiva” su questi territori. Questa è l’azione che si svilupperà nei prossimi mesi per impedire la realizzazione del Tracciato Tav Venezia- Trieste, le cui basi sono state gettate dai comitati No Tav e da diversi amministratori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, nel corso dell’incontro- confronto tenutosi giovedì a Villa Dora di San Giorgio di Nogaro, organizzato dai Comitati della Bassa Friulana e dal gruppo consigliare regionale del Fvg della Sinistra Arcobaleno. Sostegno a queste iniziative “di lotta pacifica” è stato dato dalla eurodeputata Sabine Wils e dal consigliere regionale della Sinistra Arcobaleno Igor Cociancigh, che si sono impegnati a presenziare ad ogni tipo di manifestazione. La Wils ha affermato che l’Europa finanzia solo il 20% dei progetti dell’Italia, il resto lo devono pagare gli italiani, ribadendo che l’Ue supporta gli interessi delle banche e quindi “ci sono interessi per i grandi progetti. Cociancigh ha invece lanciato l’allarme per bloccare ogni tipo di manifestazione sostenendo che si tratta di allarme sociale. Giancarlo Pastorutti, portavoce dei No Tav della Bassa, ha ricordato che l’impatto che la realizzazione di 135 km di tracciato avrà sull’ambiente e sulle tasche dei cittadini. Gli agguerriti esponenti dei comitati del Veneto e del Fvg, hanno ricordato le parole dell’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che ha pubblicamente sostenuto che quest’opera non si farà mai. “Allora- hanno detto- perché questo spreco di denari pubblico per la progettazione, mentre i fondi per sanità, istruzione e ricerca, vengono tagliati”? Francesca Artico
Il Piccolo 9 luglio pagina 32
di Elena Placitelli
SAN GIORGIO Una manifestazione contro la Tav che veda per la prima volta sfilare i comitati a fianco dei sindaci veneti e friulani. Sul fronte orientale dell’Alta velocità potrebbe intravedersi un’altra Val di Susa. L’idea è stata lanciata l’altro ieri sera a San Giorgio, al vertice organizzato a Villa Dora dai Comitati No Tav della Bassa per mettere a confronto gli amministratori delle due regioni. Luogo e data del corteo restano da definire, ma sarebbe la prima occasione per unire le forze trasversalmente, coordinando da un’unica regia i comitati nati nei rispettivi territori e i loro amministratori. A margine dell’incontro sono queste le conclusioni cui giunge il portavoce locale Giancarlo Pastorutti: «La sala gremita e le conferme degli amministratori – dice – lasciano intendere che i tempi sono maturi per lavorare sull’intera tratta, allargando la discussione fra comitati e sindaci di entrambe le regioni». Si mira a costruire un fronte comune per «dare alle autorità regionali e nazionali – continua – un segnale forte dell’opposizione che anche nel Nordest sta crescendo nei confronti di un’opera inutile e devastante. Bisogna fare massa critica insieme ai sindaci – incalza il portavoce – simulando quello che è appena successo in Val di Susa. L’unione fa la forza, il potere contrattuale è più forte». Non è chiaro se e quando i sindaci si lasceranno “prendere per la giacchetta” come hanno fatto i colleghi piemontesi. Gli amministratori della Bassa già interpellati, come Roberto Fasan di Torviscosa e Mario Romolo Pischedda di Villa (il primo presente alla riunione, il secondo sostituito dal capogruppo Igino Dreassi), avevano ribadito che in Friuli Venezia Giulia i Comuni attendono gli esiti delle osservazioni inviate in Regione dopo la presentazione del progetto preliminare. Per Fasan non sono chiare le scelte che la Regione farà in merito all’asse settentrionale dell’opera. Meno mite Gianni Foffano, consigliere di maggioranza del Comune di Quarto D’Altino: «Per quanto forse sia ancora presto per parlare di una manifestazione – afferma – serve una conferenza dei sindaci veneti e friulani, capace di far sentire il parere contrario di amministratori e cittadini». Il Comune di Quarto d’Altino ha espresso voto contrario alla Tav anche con un atto di Consiglio, e il “no” al tracciato basso è stato condiviso pure dai Comuni di San Donà e San Stino. A San Giorgio c’erano la deputata europea Sabine Wils (Sinistra Unita e Verdi Nord Europa), il funzionario del gruppo trasporti dell’Unione europea, Roberto Copriore, il consigliere regionale di Sinistra Arcobaleno, Igor Koncijancic, gli amministratori di Bagnaria, Doberdò, Muzzana, Ronchi, San Canzian e San Stino. Presenti i rappresentanti dei Comitati, da Quarto d’Altino al Carso passando per l’Isontino.
SAN GIORGIO |
No Tav, vertice con amministratori veneti e friulani |
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Sabato 9 Luglio 2011, |
SAN GIORGIO DI NOGARO – . Folta partecipazione all’incontro sulla Tav presenti amministratori veneti e del Fvg, interessati al progetto Venezia – Trieste, e l’europarlamentare Sabine Wils.
Importanti le testimonianze del sindaco di S. Stino di Livenza, Luigino Moro, del consigliere «delegato alla tematica Tav» di Quarto d’Altino, Gianni Foffano che hanno ribadito la contrarietà all’opera per gli impatti sul territorio e i costi elevatissimi. La loro proposta è sfruttare l’enorme potenzialità della linea storica con semplici ammodernamenti. Stessa posizione del Comune di Doberdò del Lago, espressa dall’assessore Jaz. Per la Bassa è intervenuto l’assessore Enrico Pin del Comune di Bagnaria Arsa che ha sottolineato l’inutilità e i notevoli impatti del raccordo nord-sud di collegamento allo scalo di Cervignano, il cosiddetto “Lunotto”. Da parte sua la Wils ha sottolineato non esserci alcuna imposizione da parte della Ue per le linee ad alta velocità e che i fondi per la costruzione di tratte interne possono avere un contributo del 10% solo quando gli Stati richiedenti dimostrino la copertura finanziaria del rimanente 90%. Sempre la Wils ha reso noto che la definizione “Alta capacità” è un’invenzione tutta italiana. Restati fuori dalla porta i recenti avvenimenti in Val di Susa, il clima si è riscaldato quando Paolo De Toni, esponente dei Comitati No Tav della Bassa Friulana, ha letteralmente dichiarato: «Se l’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti dichiara che la Tav da Venezia a Trieste non serve a nulla, tutti gli amministratori dei Comuni interessati non hanno più scuse e devono avvalersi fino in fondo di questa verità per respingere l’intero progetto. Altrimenti dimostreranno di essere complici o succubi del potere consociativo e in particolare degli accordi fra Pd e PdL». Il sindaco di Torviscosa, Roberto Fasan, chiamato in causa, non ha voluto assumere un posizione esplicitamente No Tav. Una punzecchiata di De Toni anche al vice sindaco, Mareno Settimo, noto ambientalista, sempre in prima linea contro la Tav, «mentre ora tace». A.L. |
Il Piccolo venerdì 8 luglio 2011
Sale la tensione anti-Tav
I comitati: patto scellerato
di Elena Placitelli
SAN GIORGIO La Tav? «Un patto scellerato che va smantellato». Cresce l’irritazione dei Comitati di fronte al sistema politico regionale «che continua a puntare sull’Alta velocità, nonostante più volte sia stato ammesso che la linea ferroviaria esistente non è sufficientemente utilizzata». Se la prende con i politici regionali il portavoce nei No Tav della Bassa friulana, Paolo De Toni, intervenuto ieri sera al vertice organizzato a Villa Dora di San Giorgio: «La contraddizione di un’opera inutile e della politica che la vuole ugualmente», come dice De Toni, scalda i Comitati, a pochi giorni dagli scontri in Val di Susa: «Se i sindaci non dimostreranno autonomia decisionale, potrebbe consumarsi uno scontro frontale non solo con i vertici politici, ma anche con gli stessi amministratori del territorio». Nel pieno della protesta in Val di Susa, i No Tav del territorio regionale hanno organizzato un incontro per riportare il tema d’attualità anche sul fronte orientale dell’opera. Un vertice che per la prima volta mette a confronto gli amministratori delle due regioni limitrofe, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Si tenta di tirare per la giacchetta i sindaci della regione, che a differenza dei colleghi piemontesi, tentennano a prendere posizione. Secondo De Toni, la colpa sta nell’atteggiamento di sottomissione che i sindaci avrebbero assunto di fronte ai poteri politici forti: «La politica regionale continua a ignorare la contraddizione plateale, data dall’inutilità dell’opera progettata anche dove la linea esistente è sottoutilizzata. Un atteggiamento – insiste De Toni – che irrita i comitati, i quali si aspettano che i sindaci acquisiscano questo dato e si comportino di conseguenza. Per ora, invece, dimostrano esclusivamente di sottostare ai diktat regionali, determinati dalle posizioni dei consiglieri Daniele Galasso, Mauro Travanut e dall’assessore Riccardo Riccardi». Veri e propri «ordini consociativi», secondo il portavoce No Tav, dettati sia dal Pd che dal Pdl. Non si discosta molto la visione del consigliere regionale di Sinistra Arcobaleno, Igor Koncijancic, per il quale «alcuni sindaci subiscono pressioni della parte politica di appartenenza, mentre altri ormai credono in buona fede nell’opera, dopo anni di indottrinamento. Ma insistere è un delirio, tanto più che l’Unione europea non chiede l’Alta velocità, ma solo collegamenti più funzionali. Ha dunque senso migliorare la linea esistente – chiosa – senza imporre un’opera costosissima e devastante per il territorio»