Il Piccolo
DOMENICA, 28 FEBBRAIO 2010 Pagina 6 – Attualità
Alta velocità, la linea per Divaccia riparte da zero Ma ora manca il collegamento col Porto di Trieste
di MAURO MANZIN
TRIESTE Corridoio 5, o meglio, la tratta Trieste-Divaccia? Si ricomincia da zero. A Lubiana si sono incontrati il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli con il sottosegretario ai Trasporti sloveno, Igor Jakomin. Sul tavolo le planimetrie del progetto della Trieste-Divacia per l’appunto. L’Italia ha presentato però il progetto di un nuovo tracciato che corre a Sud di quello originario che forma una sorta di toboga ai limiti della Val Rosandra per innestarsi all’altezza di Crni Kal con la linea Capodistria-Divaccia. Un progetto, quello predisposto dalla parte italiana, che unirebbe direttamente Trieste a Capodistria con una bretella che incanalerebbe il traffico ferroviario in direzione Divaccia. Progetto però che ha incontrato subito una netta opposizione della Slovenia. Il sottosegretario Jakomin ha fatto notare che il nuovo tracciato meridionale comporterebbe per la Slovenia un cambiamento del piano urbanistico già approvato e che prevede l’innesto dell’Alta velocità all’altezza di Crni Kal.
E siccome la realizzazione di un nuovo piano urbanistico per la legge slovena determinerebbe la perdita di almeno ulteriori tre anni questo comprometterebbe per Lubiana l’apertura dei cantieri, prevista per la seconda metà dell’anno in corso, del raddoppio della tratta strategica Capodistria-Divaccia. E metterebbe altresì in pericolo i finanziamenti provenienti per l’opera dal Patto di coesione con l’Unione europea. Il viceministro Castelli, da parte sua, ha preso atto delle argomentazioni slovene ribadendo però che il progetto che sfiora la Val Rosandra resta inaccettabile per la parte italiana in quanto ha ricevuto parere negativo dal ministero dell’Ambiente e andrebbe a intaccare il sottosuolo del Carso in un’area protetta. I due interlocutori hanno quindi deciso di riprendere in mano la cosiddetta soluzione Nord, quella che passa per Opicina per poi collegarsi a Divaccia. A questo proposito sono già stati calendarizzati una serie di incontri tra i tecnici dei due Paesi per rendere fattibile questa soluzione.
«Le strutture ministeriali e quelle della Regione – precisa l’assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Riccardi – si incontreranno a breve e hanno già in programma una serie di riunioni per esaminare la nuova ipotesi». Uno dei temi diventa ora il collegamento con la nuova traccia a Nord con il porto di Trieste. «Questa ipotesi è la prima che noi abbiamo ”sponsorizzato” ma non garantiva – prosegue – alcuni paramentri comunitari sull’alta velocità e ora saranno esaminate ulteriori varianti e, a quel punto, quando si verificheranno le condizioni per una sostenibilità a Nord è evidente che a seguito di quello bisognerà capire come collegare il porto di Trieste, perché per noi è l’elemento determinante». Insomma lo scalo triestino rimane ancora tra color che son sospesi.
Notizia tratta dal sito ClubRadio
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La Slovenia non considera percorribile l’ipotesi del tracciato ‘alto’, che non tocchi la città di Trieste, per il collegamento ferroviario tra il capoluogo giuliano e Divaccia, che fa parte del Corridoio 5. La posizione è emersa ieri a Lubiana – secondo quanto si è appreso in serata – dove i viceministri ai Trasporti Roberto Castelli e Igor Jakomin si sono incontrati in modo informale. Nelle scorse settimane l’Italia aveva formalizzato la proposta di un nuovo tracciato ‘alto’, che riprende in sostanza il percorso della rete ferroviaria esistente sull’asse Ronchi dei Legionari-Aurisina-Opicina-Divaccia e andrebbe a sostituire il tracciato su cui è già stato raggiunto l’accordo in passato. La parte slovena, però, non si è detta disposta a modificare il tracciato concordato, che in Italia è considerato troppo impattante sia dalla Regione Friuli Venezia Giulia che dal Comune di Trieste, oltre che dagli ambientalisti.