NO TAV/ Presidio e “TG in Piazza” ad Udine + altre iniziative

Continua l’attività NO TAV ad Udine e in Provincia

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Superate le 400 visite | Foto | Bruxelles
Buona riuscita dell’iniziativa pomeridiana – serale  di sabato 1° ottobre ad Udine. Alcune centinaia di persone si sono avvicendate alla proiezione dei filmati del “TG in Piazza” sulla repressione in Valsusa e sulla tratta Veneto-Friulana del Corridoio 5. Sono stati distribuiti 400/500 volantini, in maniera selezionata, soprattutto alla gente che circolava nella Piazza attorno al presidio, ai comizi e alle proiezioni.

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Foto incompleta del pubblico posto quasi a cerchio attorno allo schermo

 

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Il Treno ad Alta Velocità / Alta Capacità è ritornato alla ribalta grazie alle lotte della popolazione della Valsusa che vuole giustamente impedire quest’opera inutile, costosissima (la Torino-Lione ha un costo dichiarato di circa 22 miliardi di euro) e per di più oramai collocata in un periodo di crisi strutturale dell’economia capitalista della “crescita infinita”.

Per quanto riguarda la tratta Veneto-Friulana di quest’opera (che ha un costo dichiarato di 7,4 miliardi di euro) la situazione è ancora più assurda perché perfino il coordinatore del progetto Dott. Carlo Comin ha affermato che qui non c’è utenza per giustificare l’Alta Velocità, e la stessa cosa è stata affermata anche dall’amministratore delegato di FFSS, il (tristemente) famoso Mauro Moretti. Non solo, ma, di recente, per quanto riguarda il traffico merci, uno studio coordinato dall’ex dirigente di RFI Mario Goliani afferma che, con una spesa contenuta, si riesce a triplicare il volume del traffico merci sulla linea esistente, come si è potuto leggere su un articolo pubblicato da il Piccolo di Trieste, il 19 settembre, del quale articolo, qui sotto, ne riportiamo una parte.

Il Piccolo del 19/09/11 “Porto, nuovo piano per ristrutturare la rete ferroviaria

 

Lo studio affidato dall’Istiee e Unicredit all’ingegner Goliani per movimentare 37 treni al giorno e 800mila teu all’anno di Riccardo Coretti

 

Una serie di interventi sulla rete ferroviaria in grado di movimentare nel Porto di Trieste fino a 1,4milioni di Teu, senza aspettare l’Alta capacità. Con diversi scenari finanziabili senza cifre astronomiche, uno studio sull’accessibilità ferroviaria – in vista del superporto Trieste-Monfalcone – spiega, in linea di massima, perché non servirebbero trent’anni di attesa per avere una rete ferroviaria adeguata a servizio dello scalo giuliano. Considerando che, per il momento, sarebbe un sogno superare i 400mila Teu all’anno, si può facilmente capire quanto sia interessante questo studio per un futuro a breve e medio termine. L’autore delle ipotesi descritte di seguito è qualcuno che di ferrovie se ne intende: l’ingegner Mario Goliani, già Direttore compartimentale infrastrutture per le Ferrovie dello Stato a Trieste, che ha operato per conto dell’Istiee (Istituto per lo Studio dei Trasporti nell’Integrazione Economica Europea), a sua volta incaricato da parte di Unicredit. Nello studio sono stati analizzati diversi scenari con interventi e capacità infrastrutturali in aumento progressivo, tenendo conto anche del porto di Monfalcone. Per quanto riguarda lo scalo triestino, mantenendo le linee esistenti ma con un funzionamento 24 ore su 24 e potenziando tutte le capacità per trasporto container, si potrebbero raggiungere i 37 treni al giorno per un massimo di 560.000 Teu all’anno. Utilizzando nuovi locomotori e carri merci di tipo più efficiente e con interventi sul sistema elettrico di alimentazione, i 37 treni al giorno potrebbero portare fino a 800.000 Teu all’anno. Con la ristrutturazione della stazione di Campo Marzio, nuove tecnologie di controllo sulla tratta Trieste-Monfalcone – Ronchi, per un costo di massima di 160 milioni (compresa Monfalcone), si potrebbero raggiungere i 57 treni al giorno e quasi 1,2 milioni di Teu l’anno. Questa ipotesi, sfruttando anche le stazioni di Aquilinia e Servola, sarebbe l’ideale per la piattaforma logistica, il Molo VIII e i traghetti in zona industriale. L’ultimo scenario ipotizza l’ampliamento degli impianti ferroviari presso Trieste e Monfalcone, con un costo di massima attorno ai 330 milioni di euro: Trieste arriverebbe a 68 treni al giorno per 1,44 milioni di Teu all’anno. …” (Nota. 1 TEU è un container da 20 piedi cioè 6,1 metri)

 

A cura di NO TAV-Udine aderente al Coordinamento dei Comitati NO Tav

del Veneto e del Friuli VG

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Seconda parte del volantino


+ Treni, -TAV

 

 

 

· il Treno ad Alta Velocità assicura tempi di percorrenza veloci solo se le fermate sono a 200-300 Km l’una dall’altra;

· il Treno ad Alta Velocità ha bisogno di diverse migliaia di passeggeri al giorno per compensare i costi di costruzione, esercizio e manutenzione;

 

MA

· il costo al km dell’ Alta Velocità in Italia è 4-5 volte di quello negli altri Paesi dove questo tipo di trasporto è già in funzione. Ovviamente qui le lobby affaristiche vogliono le “grandi opere” proprio perché sono occasioni speculative;

· per le caratteristiche geografiche e di elevata urbanizzazione tipiche dell’Italia, questo tipo di interventi sono particolarmente impattanti, sia sull’ambiente che sulle popolazioni residenti lungo i tracciati;

· l’Europa NON impone la realizzazione dell’Alta Velocità; in Italia questa è una scelta del Governo

· l’Europa contribuisce in minima parte ai costi della progettazione e della costruzione e solo per le tratte trans-frontaliere (Italia-Francia ed Italia-Slovenia);

· per quanto riguarda la nostra Regione va detto che i passeggeri / giorno fra Trieste e Torino sono assolutamente insufficienti per garantire redditività alla linea;

· se un servizio ha elevati costi e scarsa utenza poi tutta la collettività dovrà coprirne i costi;
· le linee ferroviarie in Friuli Venezia Giulia NON sono sature ed allora perché costruire una linea AV-AC (Alta Velocità – Alta Capacità) quando si può migliorare l’esistente?

 

CHE FARE?

 

· riorganizzare il sistema ferroviario per favorire un maggior utilizzo della ferrovia a scapito della strada;

· curare la qualità del servizio ed aumentare l’offerta all’utenza;

· realizzare quanto prima il trasferimento strategico del trasporto merci da gomma a rotaia attraverso l’ammodernamento della rete ferroviaria esistente;

· migliorare la manutenzione sostituendo ed incrementando il materiale rotabile;

 

Abbiamo bisogno di risposte funzionali a breve tempo, non di costosissime ed impattanti cattedrali nel deserto, che incidono ed incideranno ancora di più nel debito pubblico, con tempi di esecuzione pluridecennali, disagi per la cantierizzazione e solo una servitù di passaggio per i territori attraversati!


Questi sono gli amari frutti dell’attuale sistema economico.

 

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Messaggero Veneto  SABATO, 01 OTTOBRE 2011 Pagina 36 – Provincia

I No Tav vanno a Bruxelles

Delegazione del Fvg lunedì in audizione alla Comunità europea

BAGNARIA ARSA I rappresentanti del Friuli Venezia Giulia con la Petizione contro la Tav del Corridoio 5 (iscritta con il numero 900/2007), sono stati invitati, lunedì, per un’audizione alla Comunità europea di Bruxelles, dove si riunirà lla Commissione Petizioni in cui si parlerà di Tav. All’audizione parteciperanno anche i rappresentanti delle Petizioni della Val di Susa. «Ancora una volta- affermano i No Tav del Fvg -, come avvenne un anno fa, sarà l’occasione per sottolineare l’inutilità, gli impatti ambientali dovuti anche alla cantierizzazione e i costi elevatissimi a carico della collettività che risultano evidenti nel Progetto preliminare della Venezia Trieste. Da Rfi a Moretti a Golliani (estensore di uno studio sull’alta capacità) ricordiamo le esplicite dichiarazioni che hanno confermato le notevoli capacità residue della linea storica attuale. Ciò non bastasse, ci sono i tagli di collegamenti nazionali e la qualità del servizio che fa arrabbiare quotidianamente i pendolari in attesa pure degli aumenti di tariffe come prospettato dal gestore». I Comitati, ribadiscono la necessità di investire sull’ammodernamento e potenziamento della linea storica sottoutilizzata. Tutto ciò permetterà di ottenere risultati in breve tempo, con costi notevolmente più contenuti e un controllo più accurato sulla qualità dei lavori. Tra i No Tav del Fvg e del Veneto è stata decisa la formazione di un coordinamento. (f.a.)