NO TAV/ Le basi di conoscenza per fondare una mobilitazione generale

Superate le 1000 visite a questa pagina

Tutti d’accordo. tutti perplessi. I Sindaci obbediscono ad ordini consociativi di scuderia, ma oramai le contraddizioni sono sempre più eclatanti e rappresentano i punti di appoggio sui quali fare leva per tentare di scardinare l’opera. Qui di seguito pubblichiamo il video, elaborato dai Comitati No Tav, che contiene fondamentali elementi per capire come il sistema lavori imbrogliando perfino se stesso.

comin

 

Il geologo Carlo Comin, progettista di RFI, che compare nei video registrati il 9 giugno 2010 in Consiglio Comunale a Duino ed il 23 settembre 2010 in Consiglio Comunale a Sgonico.

 

Tutti i testi dei video sono ripotati a questo link.

 

Morale della favola

L’AV non serve, parola di progettista.

Infatti è lo stesso Comin a dire che l’Alta Velocità non serve, mentre tutti (tranne i No Tav) continuano a sostenere che si tratta di una linea AV/AC.

Ma non serve neanche l’AC, come si deduce sempre dalle stesse parole del progettista

Qui a lato la sintesi delle affermazioni di Comin sul trasporto merci, con la quale si dimostra che non serve neanche l’Alta Capacità

Queste tesi erano state presentate nell’assemblea pubblica di Porpetto del 15 ottobre 2010 alla presenza di Riccardi e della Serracchiani

Oramai emerge sempre più chiaramente che l’importante è fare “la grande opera” che cambia di continuo significato, percorsi, tracciati, progetti, pur di continuare ad esistere. Con ciò si dimostra inequivocabilmente la sua inutilità per il futuro, ma la sua necessità per il medio periodo, per far girare i soldi che poi sono un indebitamento del contribuente. Soldi, tantissimi soldi, che altrimenti non girerebbero, per alimentare un sistema di lobby politiche, progettisti, general contractors, appaltatori e sub appaltatori; un sistema oramai incapace di sottrarsi a quel meccanismo di corruzione che nelle grandi opere trova il suo habitat naturale.

 

TRAFFICO MERCI

Sintesi delle posizioni di Carlo Comin progettista RFI

 

1) I traffici merci per ferrovia

tra Venezia e Trieste sono POCA ROBA.

2) LA CAPACITA’ ATTUALE

E’ SICURAMENTE ADEGUATA.

3) Siamo assolutamente vicino al milione di TEU e forse lo superiamo; cioè 10 volte la capacità attuale del porto di Trieste

4) La prima criticità non è la linea ferroviaria, la prima criticità è il porto di Trieste.

5) il Porto di Trieste non genera traffico verso Est. Non dovrà essere orientato verso Est perché sennò farà a cazzotti con Capodistria.

6) Vi faccio questo scenario per farvi capire i tempi: DICIAMO FRA 70, 80 ANNI

7) Oggi lo Stato non ha soldi.

8) MA NON HA NEANCHE LA NECESSITA’ DAL PUNTO DI VISTA DELLA DOMANDA.

9) NON SAPPIAMO NEANCHE CHE TIPO DI TRASPORTO CI SARA’ FRA 40-50 ANNI.

10) NESSUNO CI OBBLIGA A FARE IL LAVORO.

———————————————————————-

Messaggero Veneto DOMENICA, 23 GENNAIO 2011
mv_23_01_11_generale_08
Pagina 8 – Regione

Tav, i sindaci dicono sì all’opera

Ma chiedono chiarezza sulle caratteristiche e l’impatto nei singoli territori

VENEZIA-TRIESTEx

Riccardi: «Nessun provvedimento prima dei confronti con gli enti» San Giorgio di Nogaro il più preoccupato: sottoscritto un altro tracciato

mv_23_01_11_237

di MARTINA MILIA

TRIESTE. La Tav si deve fare. Ne vale lo sviluppo portuale del Friuli Venezia Giulia. I Comuni interessati (una trentina) non si tirano indietro, ma sulle caratteristiche e l’impatto della linea nei singoli territori chiedono chiarezza: incontri aperti alla popolazione, alla presenza di tecnici super partes. E la Regione è pronta a farli. «Il progetto è un punto di partenza – ha detto l’assessore Riccardi –. Ma nessuno pensi di utilizzare l’opera per fare campagna elettorale».
Le perplessità sono ancora tante e riguardano questioni puntuali, specie in territori segnati dalla presenza di altre infrastrutture impattanti (elettrodotti, autostrada eccetera). Ma nessuno dei sindaci che ha partecipato ieri all’assemblea organizzata dalla Regione per presentare le procedure e il progetto elaborato da Italferr per le tratte di alta velocità (in realtà capacità ferroviaria) tra Portogruaro-Ronchi e tra Ronchi e Trieste, ha posto barricate. Mentre fuori dalla sede regionale un gruppo di manifestanti ha sfidato la bora chiedendo alla Regione e all’assessore Riccardo Riccardi di aprire un confronto anche con chi è contrario all’opera, l’atteggiamento dei sindaci è stato conciliante.
Le premesse, per arrivare alla successiva intesa Stato-Regione (“sentiti i Comuni” come prevede la norma) ci sono, anche se il percorso per arrivare alla assimilazione di un’opera, che sarà comunque impattante, è complesso e lungo.
Le richieste. Nessuno dei sindaci intervenuti, nemmeno quelli che nel 2008 non hanno sottoscritto l’intesa con la Regione (come il primo cittadino Mario Pischedda, che si è definito per questo “l’ultimo dei Mohicani” o il sindaco di Doberdò del Lago, Paolo Vizintin, che ha ricordato come il suo Comune sia segnato da pesanti infrastrutture e ha chiesto maggior tempo per studiare la documentazione inviata) hanno bocciato il progetto o l’opera. Anche il primo cittadino di Cervignano, Pietro Paviotti, che nei giorni scorsi aveva espresso forti riserve e aveva inviato alla Regione una lettera dai tondi duri, ha premesso di essere favorevole «al potenziamento della rete ferroviaria nella nostra regione» e ha ricordato di essersi impegnato in prima persona per un tracciato che prevede il passaggio sull’attuale linea ferroviaria. Più risoluto il sindaco di San Giorgio di Nogaro, Pietro Del Frate, che, pur non essendo contrario alla ferrovia in sè, si è detto pronto a ritirare la firma all’intesa del 2008 se non sarà rivisto il tracciato nel suo Comune. «Il progetto presentato non corrisponde a quell’intesa» ha detto.
Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, ha invece sottolineato l’importanza della ferrovia per superare il deficit infrastrutturale della Regione, soprattutto nei confronti della Slovenia. Il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, ha invece sottolineato come il progetto sia migliorativo per l’isontino rispetto alle prime ipotesi. Vittorio Zollia, della Provincia di Trieste, ha chiesto un maggior coinvolgimento degli enti di area vasta.
Assemblee. La richiesta più comune è stata quella di organizzare assemblee nei territori e di affiancare gli enti locali con tecnici super partes, tecnici “laici” come li ha definiti Paviotti.
La Regione. L’assessore Riccardo Riccardi ha assicurato che la settimana prossima inizierà il confronto con gli enti per programmare assemblee pubbliche a cui sarà presente lo stesso assessore. Riccardi, nel ringraziare gli amministratori per il «buon senso» dimostrato, ha richiamato tutte le istituzioni alla responsabilità. Pur condividendo le preoccupazioni degli enti locali – «l’analisi costi-benefici non è prevista dalla procedura ma è auspicabile che sia fatta» –, Riccardi ha ricordato come il futuro della Regione passi attraverso il potenziamento della ferrovia, un’opera che – stando ai tempi che serviranno per la sua realizzazione – molti amministratori di oggi non vedranno. Un’opera che arriva in ritardo per un atteggiamento di ostracismo che in Italia tende ad accompagnare molte opere. «Chiediamoci perché è nata la legge obiettivo – ha rilanciato l’assessore – che permesse di superare il parere degli enti locali. Quando si arriva a questo è una sconfitta per tutti».
In un clima di apertura, Riccardi ha anche voluto dare un segnale forte agli amministratori: «Non voglio neanche immaginare – ha detto ai sindaci – che qualcuno pensi di sfruttare il tema per la propria campagna elettorale. Se qualcuno lo farà se ne assumerà le proprie responsabilità».