Il Gazzettino 22 ottobre
Fuori i No Tav e un massiccio
schieramento di agenti
Sabato 22 Ottobre 2011, UDINE – Mentre la politica italiana si interroga sull’ipotesi di costituzione di un nuovo fronte cattolico, la Chiesa friulana rinnova la tradizione di impegno che l’ha sempre contraddistinta e chiama a raccolta i fedeli. Come nel 1977, quando si mobilitò per la legge per la ricostruzione e l’istituzione dell’Università. E non a caso convoca un’assemblea ecclesiale proprio nell’auditorium dell’Ateneo in via Tomadini, zeppo di delegati delle parrocchie e delle associazioni laicali, ma anche di politici.
Platea Vip. L’ospite d’onore, il ministro Tremonti, non c’è. La convocazione d’urgenza dell’Eurogruppo l’ha dirottato a Bruxelles, ma il parterre è quello delle grandi occasioni, dal governatore Tondo al presidente del consiglio regionale Franz, dal presidente della Provincia Fontanini al vicesindaco di Udine Martines: ma ci sono anche i parlamentari Gottardo e Pertoldi, gli assessori regionali Garlatti, Riccardi, Violino, Molinaro e Kosic, oltre a un folto drappello di consiglieri regionali, provinciali e amministratori locali di ieri (fra cui due sindaci di Udine, Cecotti e Mussato) e di oggi e rappresentanti autorevoli dell’economia come il presidente della Camera di commercio Da Pozzo e gli imprenditori Benedetti, Morandini e Bardelli.
L’appello del vescovo. «Il cristiano non può pensare che credere sia un fatto privato», introduce il vescovo Mazzocato citando Benedetto XVI. E di fronte alla crisi della politica e al vuoto di soluzioni e proposte, «la volontà di assicurare un buon futuro alle famiglie, ai bambini e ai giovani ci spinge a dire qualcosa di decisivo per il bene della nostra comunità». Paradossalmente quindi la carenza di politica è la condizione più favorevole per un nuovo impegno dei cattolici: «cresce nella società l’attesa di una parola nuova». E di una nuova classe politica capace di «competenza, onesta, moralità».
Appuntamento con la storia. La società friulana è a un bivio: o abbandonarsi «all’individualismo e al fatalismo», o «scendere in campo ritrovando le ragioni della speranza, del coraggio, della verità». La lotta verte su cinque terreni: denatalità, economia, welfare, spopolamento della montagna e riordino delle autonomie locali. Tuttavia «si fatica a trovare cattolici preparati e disponibili a mettersi in gioco: ma la loro azione è necessaria. I veri cristiani non perdono di vista il bene comune, anche nella necessità delle mediazioni». Compromessi sì, ma non sulla «buona volontà»: e dialogo aperto con tutti, perché la società non è fatta solo di cattolici e non ha senso pretenderlo.
Le reazioni. Plauso unanime delle istituzioni, da Tondo a Fontanini che ritrova in quest’assemblea «la forza di quella riflessione che la Chiesa friulana stimolò dopo il sisma e che oggi ci fa essere un modello nell’economia, nella sanità, nell’istruzione». «Che l’Arcidiocesi scenda in campo è una bella notizia» spiega invece Martines: «e la chiave di volta su cui può dare maggiore spinta solo le politiche di welfare, che oggi i Comuni devono gestire in prima linea con sempre maggiori difficoltà». Anche dall’Università Marina Brollo auspica si punti ad affermare il principio che «il principio non deve prevalere sulla persona».
Tremonti a gennaio. Eccezionali misure di sicurezza in zona per la contestazione dei comitati No-Tav che attendevano l’arrivo di Tremonti. Attesa andata delusa. Il ministro infatti ha dato forfait, preannunciando comunque che a gennaio riparerà intervenendo a un nuovo incontro.
Il patriarca di Antiochia. Intanto, un singolare momento ecclesiale si svolgerà domani, quando il voto cittadino di Udine sarà presieduto dal Patriarca di Antiochia Ignace Youssif III Younan, che su invito del vescovo Mazzocato terrà la cerimonia che ogni anno si svolge nella Basilica delle Grazie.
MV SABATO, 22 OTTOBRE 2011 Pagina 27 – Cronache
VIA TOMADINI
Presidio no Tav Gli studenti criticano i tagli del Governo
Presidio “no Tav” davanti all’istituto Renati, in viaTomadini. Ieri, studenti universitari e indignati si sono dati appuntamento davanti alla facoltà di Economia, dove era in corso il convegno organizzato dalla Diocesi, per contestare la politica del ministro Giulio Tremonti, invitato al confronto dei cattolici. Anche se il ministro non era presente, i giovani, una cinquantina circa, hanno comunque fatto sentire le loro voci e criticato la politica dei tagli del Governo Berlusconi che ha colpito anche l’università. Tutto si è svolto senza incidenti anche se i ragazzi sostengono di essere stati ingiustamente invitati a non distribuire volantini dalla Digos.
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Report. Tremonti non c’era ma c’era tanta polizia come se ci fosse. Ingresso per invito. Impediti i volantinaggi davanti all’entrata della facoltà di Economia e Commercio. Comunque distribuiti 3/400 volantini e impianto a tutto volume che si sentiva da un capo all’altro della via Tomadini, Più di 30 persone hanno partecipato complessivamente al presidio durato un paio di ore.
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Giusto per curiosità —
dal Gazzettino
DE RITA (CENSIS) CITA MARCUSE |
Nuova offerta politica? Attenti alla domanda |
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Sabato 22 Ottobre 2011, |
UDINE – Doveva condividere il proscenio con Giulio Tremonti, ma il presidente del Censis Giuseppe De Rita tien banco anche da solo. Invitato dalla Curia a tracciare il profilo delle attese sociopolitiche determinate dalla crisi attuale, sembra spegnere subito gli entusiasmi di chi spera in una nuova «cosa bianca». Invita infatti a non sottovalutare il fatto che «prima ancora di ipotizzare una nuova offerta politica, avrebbe senso chiedersi qual è la domanda politica da parte della società a cui facciamo riferimento. Oggi si sente parlare – spiega – di rinascita socialista, nuova destra, aggregazioni di cattolici: ma su che basi questi schieramenti intendono suscitare un interesse e una fiducia verso la politica che l’opinione pubblica non sembra più avere?». Per illuminare la situazione De Rita cita Marcuse: «la sovrabbondanza di offerta riduce il desiderio». Anche in politica è così: «oggi l’offerta politica, personalistica e vuota, riempie i vecchi e i nuovi media. Ma il risultato è un disorientamento che è figlio di dinamiche come la soggettività esasperata che abbiamo sposato dagli anni Settanta in qua e la formazione di un enorme ceto medio che si è auto illuso di diventare borghesia, ma oggi non può più sopravvivere al declino di quella spesa pubblica che lo foraggiava. Unica strada virtuosa – chiude – è la ripresa delle relazioni, individuali, collettive e politiche. Riallacciarsi agli altri è riconnettersi al futuro». |