NO TAV/ Chiesta la rimozione dall’incarico dell’ Ing. Carlo Comin

Messaggero Veneto DOMENICA, 05 SETTEMBRE 2010 Pagina 9 – Udine
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Il professionista è ritenuto il responsabile delle azioni illegali avvenute a Castions delle Mura e costate il posto di lavoro a un geologo

I comitati “No Tav” ora chiedono la testa del progettista

Sollecitata Rete ferroviaria italiana a sollevare dall’incarico l’ingegner Carlo Comin

BAGNARIA ARSA. I comitati No Tav della Bassa friulana e dell’Isontino, chiedono a Rete ferroviaria italiana di sollevare dall’incarico il responsabile per la tratta Venezia – Trieste del Corridoio 5, l’ingegner Carlo Comin, «perché oggettivamente responsabile delle azioni illegali avvenute lo scorso mercoledì a Castions delle Mura, sia perché delegittimato nel suo ruolo, vista l’incapacità di argomentare coerentemente sulla necessità e utilità dell’infrastruttura della quale è il principale referente sul territorio».
Questo è quanto emerso nel corso dell’affollata assemblea pubblica tenutasi giovedì a Castions delle Mura, indetta dal comitato No Tav di Bagnaria Arsa, alla quale era presente l’ingegner Carlo Comin, che nel suo intervento ha chiesto innanzitutto scusa per l’accaduto ai Costantini Scala, ed ha poi dichiarato di non essere a conoscenza dell’effettuazione dei carotaggi, anzi di non aver mai ordinato indagini geognostiche nella tratta Portogruaro- Ronchi dei Legionari.
Intanto non si sono fatte attendere le conseguenze «dell’azione illegale ricadute unicamente sulla ditta Rct e sul geologo che è stato sollevato dall’incarico», mentre «nessun dirigente di Italferr è stato rimosso dall’incarico. Considerato che l’assessore Riccardi- hanno affermato i portavoce dei comitati- ha chiesto spiegazioni a Rfi, stigmatizzando l’operato relativo ai carotaggi abusivi su siti nel comune di Bagnaria Arsa; che le uniche conseguenze sono state pagate dalla ditta Rct e dal geologo; che le scuse del dirigente Rfi sono state semplicemente patetiche; e considerate infine, che nel loro insieme le dichiarazioni rese dall’ingegner Comin durante i suoi interventi in assemblea, chiediamo che questi venga sollevato dall’incarico essendo responsabile di quanto avvenuto, perchè delegittimato dal suo ruolo, e incapace di argomentare con coerenza sull’utilità e necessità di realizzare questa infrastruttura».
I comitati, sono rimasti a dir poco sbalorditi dalle asserzioni fatte dall’ingegner Comin, proprio sulla Tav, in quanto ha affermato che l’Alta Velocità nel Nordest non serve, che ormai si parla solo di trasporto merci e che la linea esistente è lontanissima dalla saturazione in quanto potrebbe sostenere circa otto volte l’attuale traffico di merci.
Comin, ha inoltre sottolineato che la progettazione della tratta Venezia- Trieste, deve comunque essere completata entro l’anno, altrimenti i soldi già spesi bisogna ritornarli all’Europa per non aver ultimato il progetto come prevedeva l’accordo stipulato.
Infine il dirigente di Rfi ha cercato di tranquillizzare i presenti sull’impatto socio- ambientale, «perché quest’opera difficilmente riguarderà i nostri figli, e forse a malapena i nostri nipoti».
Francesca Artico

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Il Piccolo 05 settembre

 

IL PICCOLO – DOMENICA, 05 SETTEMBRE 2010

Pagina 9 – Gorizia

ALTA VELOCITÀ. ALL’ASSEMBLEA DI BAGNARIA PRESENTE IL TECNICO DELLE FERROVIE

Carotaggi abusivi, Rfi chiede scusa

Ma il Comitato No Tav ha chiesto le dimissioni del progettista incaricato

BAGNARIA Quella dell’altro ieri sera a Bagnaria doveva essere la riunione dei ”No Tav”, indetta d’urgenza dal Comitato, dopo il blocco dei carotaggi avviati da Rfi senza l’assenso dei privati. Il presidente del movimento di Bagnaria, Gian Carlo Pastorutti, si è trovato davanti una folta platea di cittadini cui spiegare gli ultimi eventi. Ma la discussione ha preso un’altra piega, quando qualcuno si è accorto – a sorpresa – che tra il pubblico c’era anche Carlo Comin di Rfi, il committente del progetto Venezia-Trieste, che è stato subito chiamato a intervenire. E a nulla sono valse le sue scuse per i carotaggi “abusivi”, tanto che alla fine il Comitato No Tav ne ha chiesto le dimissioni, «appurato che non è stato chiamato a rispondere nessun responsabile di Italfer, il braccio di Rfi che ha ordinato le operazioni». «Sono amareggiato per quanto successo – ha esordito Comin – e sono già partite delle verifiche interne a Rfi. Ho dato ordine a Italfer di interrompere, per il momento, i sondaggi nella tratta tra Cervignano e Portogruaro: prima verificheremo quali di essi sono davvero utili. Italfer ha ordinato i carotaggi a Rct: stava a quest’ultimo l’onere di acquisire il benestare firmato dei proprietari privati e pubblici. Ora l’incarico di Rct è stato sospeso. Mi auguro che le eventuali azioni giudiziarie annunciate riescano a fornire i necessari chiarimenti della vicenda. Chiedo scusa per questo episodio disdicevole».
Poi l’ingegnere illustra l’iter del progetto: «Il cosiddetto “tracciato dei sindaci” (il riferimento è al protocollo firmato nel 2008 dalla vecchia giunta regionale e i Comuni della Bassa) è in corso di affinamento. Oltre alla Ronchi-Trieste, già finanziata dall’Ue per il 50% di 48 milioni di euro, l’Europa ha erogato 2,5 milioni di euro per il progetto preliminare della tratta Mestre-Ronchi, che dev’essere pronto entro dicembre, pena la restituzione del contributo. A quel punto il preliminare sarà consegnato alla Regione, che a sua volta lo invierà al ministero dei Trasporti, che ne istituirà la pratica autorizzativa. I tempi per l’approvazione da parte del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) non sono determinabili. Potrebbero passare almeno 5 anni, prima di avviare i lavori, perché occorrono anche il progetto definitivo, esecutivo e la procedura di gara». L’opera servirà prevalentemente al trasporto merci: «La linea esistente – chiosa Comin – è idonea a supportare il traffico attuale: la nuova sarà realizzata qualora la prima non sarà più capace di garantire l’aumento della domanda di traffico». Un punto, questo, amaramente contestato dai No Tav, che insistono sulla «inutilità dell’opera».
Elena Placitelli

DOMENICA, 05 SETTEMBRE 2010

Pagina 9 – Gorizia

ALTA VELOCITÀ. IL SINDACO DI TORVISCOSA

«Sul piano la Regione non ci ha interpellato»

BAGNARIA «Sulla Tav la Regione non ci ha mai interpellato». Duro l’intervento del sindaco di Torviscosa, Roberto Fasan, che nell’assemblea di ieri ha preso le distanze dal “protocollo dei sindaci della Bassa”, firmato a febbraio 2008 dall’allora assessore regionale Lodovico Sonego, ora ripreso in mano dalla giunta Tondo. «Nel protocollo – esordisce Fasan – il Comune di Torviscosa si è limitato a rispondere ad alcune richieste di Rfi, relative a un progetto secondario di collegamento tra l’Interporto di Cervignano e la linea diretta a Udine. Per quanto riguarda la Tav, la Regione non ci ha mai chiesto un parere. La nostra giunta si è trovata questo documento in mano perché era stato firmato dalla precedente amministrazione: il Comune di Torviscosa non ha fatto altro che prenderne atto. Abbiamo solo alcune notizie, non ufficiali, secondo le quali il progetto dev’essere presentato quest’anno, pena la perdita dei fondi europei. Sappiamo anche che i fondi per realizzare l’opera non ci sono, quelli disponibili servono per il progetto preliminare». Fasan definisce «disdicevole» la vicenda dei carotaggi avviati a Bagnaria senza l’autorizzazione dei proprietari: «Qualcuno dovrà rispondere», dice il sindaco invitando a parlare il responsabile di Rfi per la Venezia-Trieste, Carlo Comin, presente in aula.
La dichiarazione di Fasan ha fatto breccia nel cuore dei ”No Tav”, intenti, durante la serata, a far emergere «le contraddizioni del protocollo». «L’assessore regionale Riccardi dice che è stato condiviso dalla maggioranza dei Comuni della Bassa? – è insorto il presidente del Comitato di Bagnaria, Gian Carlo Pastorutti -. Per noi è carta straccia, perché è stato approvato solo da alcuni sindaci. Nel protocollo si dice che i sindaci si impegnavano a farlo approvare dai rispettivi consigli comunali entro giugno 2008. Invece ci risulta che sia stato approvato solo dai consigli di Fiumicello, Ruda, Cervignano e Gonars. A Bagnaria il consiglio ha affrontato la discussione, salvo poi congelarla, deliberando di sospendere l’approvazione del tracciato. Nel documento la Regione si impegnava a mettere a disposizione della popolazione tutti documenti, rapporti costi -benefici compresi, che non abbiamo ancora visto». (e.p.)