MUTAMENTI CIMATICI/ Irene: 7 miliardi di dollari di danni

Il clima presenta il conto

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Repubblica 29 agosto 2011
Irene, New York torna alla normalità Venti le vittime, danni per 7 miliardi di dollari

Irene, New York torna alla normalità
Venti le vittime, danni per 7 miliardi di dollari

Foto Casa spazzata via / Foto Guardia-eroe / Il cielo

 

Ora è in Canada, dopo essere stato declassato a ciclone post-tropicale. Pochi danni nella Grande Mela, riaprono gli aeroporti. Colpita la North Carolina (video). Hudson ed East River oltre gli argini (audio) dall’inviato ANGELO AQUARO

29
ago
2011

L’avvertimento di Irene

 

Hollywood i disastri non li serve a rate: all’inizio del primo tempo si gettano le premesse e poi il cataclisma arriva all’improvviso in un crescendo inarrestabile che in genere permette a pochi di sopravvivere. Per fortuna la natura si comporta diversamente: ci sta avvertendo in maniera sempre più chiara. Moltiplica i segnali di allarme,  ci permette di misurare il livello di dissesto in cui stiamo facendo precipitare l’atmosfera emettendo dosi crescenti di gas serra, produce danni consistenti a livello locale ma non ancora globalmente disastrosi.
Ma per capire, e correggere la rotta, bisogna avere una disponibilità a comprendere. L’Ipcc, la task force di scienziati coordinata dall’Onu, ha da tempo previsto nei suoi ponderosi rapporti l’aumento di fenomeni estremi tra i quali figura la crescita di intensità e di pericolosità degli uragani. I gas serra prodotti bruciando combustibili fossili e deforestando fanno alzare la temperatura del pianeta, aumentano l’evaporazione degli oceani e dunque fanno crescere l’energia in gioco durante la formazione degli uragani.
Nel suo ultimo libro (Terraa) Bill Mk Kibben ci ricorda alcuni episodi che mostrano i primi effetti del fenomeno. Tra il 1998 il 2008 nell’Atlantico tropicale si sono formati 111 uragani, con un aumento del 75% rispetto ai 13 anni precedenti. Nell’estate del 2008 l’uragano tropicale Fay ha attraversato la Florida quattro volte battendo tutti i record precedenti prima di dissolversi. L’uragano Gustav è penetrato fino a 160 chilometri dal mare sorprendendo gli sfollati che si erano rifugiati lì dalla costa. Negli ultimi cinque anni sono stati registrati il primo ciclone tropicale conosciuto del sud Atlantico (Caterina 2004) e la prima tempesta tropicale che ha colpito la Spagna nel 2005.
Insomma le cronache seguono puntuali le previsioni dell’Ipcc, ed è dunque quanto meno bizzarro, che negli Stati Uniti si moltiplichino le voci di chi sostiene che non esiste un nesso tra il caos climatico e  l’uragano anomalo che ha colpito New York. Oggi siamo ancora in tempo per correggere il nostro sistema energetico prima che sia troppo tardi, ma il tempo utile sta per scadere.