da Il Piccolo 11 marzo 2011 — pagina 29
“SICUREZZA”: DENUNCIA DELLA COMUNITÀ ASIATICA
di Laura Borsani
«La nostra comunità è presa di mira. E purtroppo questo clima sta diventando sempre più difficile». Razzismo: parla di questo il presidente della Consulta immigrati Mohammad Hossain Mukter, all’indomani della festa di Carnevale che, racconta, ha visto un folto gruppo di bulli assumere comportamenti aggressivi e provocatori nei confronti della comunità bengalese. «L’ho visto con i miei occhi – spiega Mukter -. Verso le 21, dopo la manifestazione di Carnevale, il solito gruppo di giovani e ragazzi si aggirava in via Sant’Ambrogio. All’improvviso circa quindici persone, una alla volta, sono entrate nei nostri locali pubblici urlando e dicendo parolacce. Un connazionale che si trovava fuori dal suo negozio a fumare una sigaretta è stato spintonato e gli è stato strappato il cappello di dosso. Un altro mi ha avvisato perchè aveva visto alcuni di questi ragazzi che se la stavano prendendo con la mia vettura». Il gruppo di bulli cui fa riferimento Mark è già tristemente noto nella zona. Ad esso vanno attribuiti altri fatti spiacevoli, tutti accertati: aggressioni di gruppo, vandalismi nella zona e nella vicina area verde. Mark, a nome di tutta la comunità del Bangladesh, solleva una questione di fondo. «Da tempo la comunità asiatica si trova costretta a fare i conti con ingerenze e aggressioni, dai furti o tentati furti alle attività economiche, ai danneggiamenti e agli atti vandalici. Fino ad arrivare a vere e proprie espressioni di disprezzo e discriminazione. Fatti che vedono coinvolti anche minorenni e tossicodipendenti. Ritengo che nei nei nostri confronti – osserva Mukter – vi sia un atteggiamento ingiustificatamente ostile. Non conosciamo le dinamiche giovanili di Monfalcone, non vogliamo nemmeno sapere da dove vengano i ragazzi che esprimono questi atteggiamenti pesanti. Ma non possiamo non denunciare una situazione grave». Certo non è la prima volta che la comunità asiatica viene colpita. Nessuno dei negozi bengalesi aperti in città, da quello di via Sant’Ambrogio a quello di via Mazzini, è stato risparmiato: quasi tutti hanno subito furti, danneggiamenti, atti di puro vandalismo. Un problema, secondo i bengalesi, che si sta aggravando. Si parla di furti, danneggiamenti ai negozi, vandalismi e atti di spregio contro la sede della Bimas, in via Sant’Ambrogio, di bengalesi presi a bottigliate. «A volte entrano nei pubblici esercizi in gruppo – precisa Mukter – e, mentre alcuni acquistano della merce, altri ne approfittano per rubare. È fin troppo evidente – aggiunge – che ci sia un gruppo che deliberatamente si scaglia contro la nostra comunità. Ritengo che alla base di tutto vi siano pregiudizi e scarsa conoscenza della nostra cultura e del nostro modo di vivere. La situazione è difficile, gli episodi si ripetono nel tempo». Una situazione sempre più difficile, dunque, che ha spinto la comunità asiatica – la più numerosa della città – a riunirsi per valutare quali comportamenti adottare. Ed è emerso anche un altro aspetto preoccupante: parecchi dei bulli sono poco più che ragazzini. «Trattandosi di minorenni – spiega il portavoce – non sappiamo come affrontare la questione». E da qui parte un appello alle istituzioni: quello di intervenire in termini di mediazione culturale. «Sarebbe giusto far conoscere a questi ragazzi la nostra comunità e fare in modo che vengano superati i pregiudizi per andare verso una civile convivenza». La comunità, dunque, si rivolge al Comune e alle scuole, chiedendo aiuto, cercando anche di coinvolgere i genitori.