NO OGM: Legge approvata, vietato coltivarli in Fvg

da Il Piccolo

 

Legge approvata: vietato coltivare Ogm in Fvg

Intesa bipartisan. Ma l’agricoltore ribelle Giorgio Fidenato rilancia: “Io seminerò lo stesso”

di Gianpaolo Sarti

TRIESTE Il Consiglio regionale chiude la partita sugli Ogm. La legge passa liscia, o quasi, e ora in Friuli Venezia Giulia le coltivazioni geneticamente modificate sono vietate. Ma è caos. Perché Giorgio Fidenato, il ribelle, è intenzionato a usare comunque i semi incriminati. Dice in serata il presidente di Agricoltori Federati: «Vado per la mia strada, entro tre settimane userò gli Ogm, il diritto europeo me lo permette». A questo punto potrebbe scattare la rivolta dei centri sociali che meno di un mese fa avevano minacciato di distruggere i campi di Fidenato. L’aria fuori dall’aula è tesa. Dentro, invece, tutto è andato avanti come da copione.

La normativa bipartisan, su cui Futuragra ha preso subito le distanze, è stata votata a larga maggioranza da centrodestra e centrosinistra. Contrari Venier dell’Udc, Ballaman e Asquini del Gruppo misto. Si sono astenuti i triestini del Pdl Tononi e Marini. Questo però non era previsto. Insomma, un segnale che le divergenze di vedute all’interno delle coalizioni restano. Perché la materia è delicata e il vero vincitore ieri pomeriggio è stato un altro: la paura. O, meglio, l’incertezza di tuffarsi in un mondo pieno di ombre. Dalla sfida per l’ambiente, innanzitutto, ai rischi per la salute «anche se ingoiamo tutti i giorni Ogm e non ci voltiamo indietro» si mormorava in aula. Per non parlare di tutti i “se” e tutti i “ma” legati alla vocazione agricola della regione.

Chiusi i lavori la sensazione è che il Palazzo, in mancanza di una letteratura seria e obiettiva, abbia scelto di decretare un divieto “preventivo” per le piante Frankenstein, come oserà qualcuno. Un testo che non riesce a spazzare via i dubbi: fanno male o no le colture tech? Se lo chiedono un po’ tutti i consiglieri prima di cominciare il proprio intervento. «Mancano ricerche scientifiche, utilizziamo il buon senso» dirà Roberto Marin (Pdl). Ritornello trito e ritrito. Anche perché la Lega Nord, con Mara Piccin, era partita come un treno per sentenziare che gli Ogm «vanno bloccati». D’accordo il partito di Berlusconi, Tononi e Marini a parte: «C’è chi pensa che i semi artificiali possa eliminare la fame nel mondo, ma non è così» è l’opinione del capogruppo del Pdl Galasso, che porta i numeri: «Solo 6 Paesi in Europa coltivano Ogm e 13 regioni italiane li hanno interdette».

Dai banchi di Rifondazione Comunista Roberto Antonaz esorta l’assessore all’Agricoltura Violino a prendere posizione. Lui si aggiusta il microfono: «Le colture tech non sono convenienti per noi, meglio percorrere la strada che ci pagherebbe di più, cioè la qualità dei nostri prodotti». Scontata la battuta che si leva dai banchi in fondo: «Sì, tipicamente friulani». L’Italia dei Valori, con Agnola, è critica: «La discussione è stata surreale, nessuno si è interessato delle imprese senza reddito». Moretton, capogruppo del Pd, tira in ballo la Ue: «Ha una posizione ondivaga». Precise invece le regole che la legge ha emanato. A cominciare dalle sanzioni: chi non osserva il divieto va incontro a multe da 5 mila e 50 mila euro a ettaro.

Sarà la Regione, attraverso il Corpo forestale, a vigilare sul rispetto della legge. Sono possibili sperimentazioni, «autorizzate e comunque al chiuso». Il provvedimento ora è pronto. La dichiarazione di guerra anche.