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Il Piccolo 11/07/11
Infrastrutture, Lubiana ‘dribbla’ Trieste
Nel Piano strategico sloveno non compare alcun collegamento ferroviario. La scelta cade sulla linea con Divaccia. Tracciato che dovrebbe svilupparsi per 12 km in Italia e per 9 in Slovenia e sul quale i treni dovrebbero viaggiare a 250 chilometri orari
di Silvio Maranzana
TRIESTE
Non c’è il tratto sloveno della Trieste-Divaccia e nemmeno il collegamento tra i porti di Capodistria e di Trieste tra le opere ferroviarie previste dal Piano delle infrastrutture del Ministero dei Trasporti della Repubblica di Slovenia. In ambito ferroviario nel documento di cui Il Piccolo è entrato in possesso, sono citati soltanto tre collegamenti e al primo posto vi figura la realizzazione della nuova linea tra Capodistria e Divaccia, quella che se realizzata molto prima o addirittura senza i tratti di collegamento con il capoluogo del Friuli Venezia Giulia rischia di mettere Trieste e la sua regione fuori dalle grandi rotte europee dei traffici. Il Piano di Lubiana sembra in contraddizione con il pronunciamento avvenuto qualche settimana fa da parte della Commissione intergovernativa italo-slovena che ha approvato lo studio di fattibilità della Trieste-Divaccia, tracciato che dovrebbe svilupparsi per 12 km in territorio italiano e per 9 in quello sloveno e sul quale i treni dovrebbero venir lanciati a 250 km. orari.
Il costo della Capodistria-Divaccia, lunga 27,1 km., viene stimato in 900 milioni di euro e la partenza dei lavori viene indicata già nel 2011, la conclusione nel 2018. Nel Piano si fa riferimento al fatto che oggi la Capodistria-Divaccia si sviluppa su un solo binario il che rappresenta «un ostacolo allo sviluppo del porto di Capodistria» che è definito importante non solo per la Slovenia, ma anche per Austria, Ungheria, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ucraina. Nel documento si sottolinea come dopo il raddoppio gli attuali 82 treni al giorno potranno divenire 231 e la capacità di trasporto crescerà da 14.264 a 27.485 tonnellate di merci all’anno. Le uniche altre due linee ferroviarie previste dal Piano sono la Lubiana-Jesenice con raccordo per l’aeroporto di Brnik e il secondo tratto della Maribor-Sentilj.
Il secondo capitolo del Piano riguarda invece le infrastrutture marittime e focalizza l’attenzione su due progetti soltanto, proprio nei settori in cui lo scalo sloveno sta per ora non solo facendo concorrenza, ma addirittura surclassando quello triestino, e cioé i container e le crociere. Primo obiettivo è dunque la realizzazione del Molo Terzo, indicato come secondo terminal container, in grado di movimentare 750mila teu all’anno. La nuova banchina sarà lunga all’incirca un chilometro e grazie alle operazioni di dragaggio avrà fondali di 17 metri. Potrà contare su un’area di magazzini di 200mila metri quadrati, su binari ferroviari, raccordi stradali e una palazzina direzionale.
L’investimento complessivo previsto è di 490 milioni di euro. Si calcola che la banchina potrà essere completata nel giro di 6 anni, ma poiché sarà realizzata per moduli potrà essere parzialmente utilizzata già precedentemente. Proprio il Molo Terzo potrebbe essere l’elemento fondamentale se Unicredit decidesse di dirottare su Capodistria il progetto del Superporto concepito per Monfalcone e Trieste. Ma secondo le stesse affermazioni di Luka Koper sono molti altri i potenziali investitori privati che si sarebbero già fatti avanti. Il secondo progetto previsto dal Piano in questo ambito è la Stazione marittima che sarà in grado di ospitare tremila passeggeri.
Lo studio rivela come il traffico crocieristico a Capodistria sia passato dalle 18 navi con mille passeggeri nel 2005 alle 65 navi con 40mila passeggeri nel 2010, mentre proprio per quest’anno è previsto un ancor più forte balzo di presenze. L’investimento per la Stazione marittima e le aree contigue è valutato in 8,7milioni di euro ai quali vanno aggiunti ulteriori 2 milioni per modificare la linea di costa. Si evidenzia che l’intera costruzione potrà essere completata in soli due anni.