Inceneritore di Manzinello (Manzano)/ Il Gruppo Lovato sotto processo

MV LUNEDÌ, 07 DICEMBRE 2009

Pagina 15 – Udine
Manzano. La vicenda approderà in tribunale il 14 gennaio. L’indagine dopo gli esposti di Legambiente che denunciano presunte irregolarità
Smaltimento rifiuti al termovalorizzatore la Procura chiede tre rinvii a giudizio

MANZANO. Tutto è partito dalle proteste sollevate dal Comitato di Manzano e da una serie di esposti inviati alla Procura delle Repubblica di Udine da Legambiente sulle presunte irregolarità individuate nell’attività di incenerimento rifiuti al termovalorizzatore di Manzinello. La vicenda sarà discussa nell’udienza preliminare fissata dal gip, dottor Paolo Lautieri, il 14 gennaio al Tribunale di Udine in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tre persone, depositata dal sostituto procuratore, dottoressa Claudia Finocchiaro.
Nella sua ultradecennale attività il termovalorizzatore di Manzinello, realizzato dalla Nuova Romano Bolzicco Spa, ha dovuto affrontare non poche difficoltà. Cominciate con le proteste da parte della popolazione, confluite nell’attività del Comitato, quindi passate attraverso le numerose denunce presentate da Legambiente che è parte offesa nel procedimento e che ha eccepito sia sulla gestione dell’impianto, sia sulla emissione di sostanze da parte dello stesso. Fino all’intervento del personale del Corpo forestale regionale e dei Noe che hanno posto sotto sequestro l’impianto su disposizione del Gip Alberto Scaramuzza su richiesta del Pm Luigi Leghissa. Nel settembre scorso, quando era stato autorizzato il dissequestro, una nuova battuta d’arresto all’attività dell’impianto è stata imposta da un incendio che ha coinvolto due silos. La sua attività è ripartita regolarmente nell’ottobre scorso sotto il controllo dei tecnici dell’Arpa, ed è garantita da un monitoraggio costante delle emissioni.
Il 14 gennaio 2010, però, Roberto Lovato, presidente del consiglio di amministrazione della Nuova Romano Bolzicco spa e Walter Cozzi, quale responsabile dei gestione dell’impianto di incenerimento di rifiuti speciali realizzato presso la Nuova Romano Bolzicco (entrambi difesi dall’avvocato Paolo Persello), oltre a Bruno Miotti (difeso dal legale Danilo Della Rosa), in qualità di dirigente del Servizio tutela ambientale della Provincia – che ha emesso una determina dirigenziale ritenuta dal Pm illegittima e inefficace – dovranno rispondere di una serie di capi di imputazione. Prima fra tutti l’accusa di aver permesso, in assenza di adeguata autorizzazione, l’attività di smaltimento attraverso l’incenerimento, di rifiuti non pericolosi, propri o di terzi. Anche l’ubicazione dell’impianto sarebbe da verificare in quanto il Piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti prevedeva distanze minime di un chilometro dal centro abitato. Le determine provinciali, sulle quali si eccepisce avrebbero anche permesso all’impianto di smaltire in conto proprio rifiuti che erano prodotti anche da altre aziende, per quanto fossero a vario titolo legate alla Nuova Romano Bolzicco. Al presidente del Cda e al responsabile della gestione dell’impianto viene anche contestata un’attività in assenza delle prescritte autorizzazioni, eccependo anche sulle tipologie di rifiuti smaltiti, fra tutti il combustibile da rifiuti. Cozzi e Lovato dovranno anche dare conto degli utili assicurati da una gestione della società a costi di smaltimento rifiuti inferiori a quelli standard che avrebbero arrecato vantaggi economici ad alcune aziende.