Carol Browner con Obama
Repubblica 25 gennaio 2011
STATI UNITI
Si dimette Carol Browner, la “zarina” chiamata dall’Amministrazione per ridurre le emissioni di CO2. La Casa Bianca: “L’incarico potrebbe restare vacante”. Ambientalisti in allarme
Alla vigilia dell’atteso discorso sullo Stato dell’Unione che Barack Obama pronuncerà oggi a Washington (in Italia saranno le 3 del mattino), lo staff di collaboratori con cui il presidente americano si insediò alla Casa Bianca all’indomani della sua elezione perde un altro pezzo. Ad andarsene questa volta è la consigliera per le politiche legate alla lotta ai cambiamenti climatici e all’energia Carol Browner. Un’uscita di scena che ha un valore particolare rispetto alla diaspora dei consulenti politici ed ecomonici che ha caratterizzato gli ultimi mesi della presidenza Obama. A differenza di quanto accaduto con i vari Rahm Emanuel 1, Lawrence Summers, Christina Romer e Peter Orszag, molto probabilmente non si tratta infatti di un “normale” avvicendamento, ma di una svolta legata all’agenda politica piuttosto che ai nomi.
Nel confermare le anticipazioni del sito Politico 2 sull’addio della Browner, fonti della Casa Bianca hanno precisato infatti che il suo posto potrebbe restare vacante. Un’affermazione che sembrerebbe confermare i peggiori timori del movimento ambientalista statunitense. Ovvero che non ci sarà un sostituto di Carol Browner semplicemente perché non ci saranno più le politiche per la quali era stata chiamata a collaborare con l’Amministrazione.
Al momento del suo insediamento, recuperare il ritardo americano sulla transizione a un sistema energetico e industriale a basse emissioni era stato posto da Obama tra gli obiettivi più importanti del suo mandato. Da qui la scelta di far entrare nella squadra un personaggio del calibro della Browner, affidandogli niente meno che il titolo di “zarina” per Clima ed Energia.
La realtà si è dimostrata ben diversa. L’azione delle lobby legate alle fonti fossili è stata tenace e il sostegno del partito democratico ha finito per mostrarsi tiepido. Tanto è bastato a far arenare definitivamente al Senato il climate bill, la normativa per il controllo delle emissioni di CO2, dopo l’approvazione alla Camera. Nel novembre scorso la batosta subita alle elezioni di midterm ha dato quindi il colpo di grazia alle ambizioni verdi del presidente, spingendo Obama sempre più lungo la strada del compromesso con i repubblicani. E a finire sul piatto dell’intesa sembrano essere state proprio le politiche climatiche tanto invise ai conservatori.
Secondo indiscrezioni circolate sui siti americani, l’incarico vacante potrebbe finire per essere affidato ad Arnold Schwarzenegger, l’ex governatore della California paladino di ambiziose politiche energetiche e ambientali. L’ipotesi è valutata però con scetticisimo dai commentatori più autorevoli. La verità, sentenzia ad esempio David Roberts, è che il posto occupato sino ad oggi dalla Browner “non serve più” perché “questo congresso non approverà mai nessuna legislazione sul clima”. Proprio poche settimane fa le maggiori associazioni ambientaliste americane avevano scritto una lettera 3 ad Obama chiedendogli di imprimere finalmente una svolta alle sue politiche verdi e in particolare alla difesa dell’Epa, l’agenzia federale per l’ambiente, costantemente sotto attacco dei repubblicani.
Al di là del braccio di ferro sul taglio alle emissioni, Carol Browner paga anche alcuni passi falsi compiuti in qualità di consulente per le politiche energetiche al momento dello scandalo della marea nera causata dalla Bp nel Golfo del Messico e in particolare alcune dichiarazioni ottimistiche poi smentite dalla gravità della situazione. (25 gennaio 2011)