Bengasi festeggia la liberazione
Donne in piazza a Bengasi
BENGASI – Dal penitenziario assaltato venerdì scorso, alla sontuosa caserma dei pretoriani del Colonnello bruciata due giorni fa, i luoghi della rivolta sono già diventati tappe di pellegrinaggio. Nella Bengasi post Gheddafi non c’è più un solo poliziotto. Sono fuggiti tutti o passati dalla parte dei vincitori. A ogni angolo di strada, i ragazzini offrono il loro contributo alla rivoluzione, dirigendo il traffico con piglio marziale e distribuendo ai passanti le stellette strappate da divise dismesse in fretta e furia.
Ma il primo sacrario cittadino è la piazza dove, domenica, sotto il piombo dell’esercito sono cadute 300 persone. Da allora è presieduta giorno e notte da folti drappelli di giovani che, facendo sgommare i loro potenti pick-up, inneggiano a un futuro di libertà. Quella che era l’aiuola centrale è oggi arata da diverse buche dai bordi bruciacchiati e profonde un metro e mezzo circa. Sono le buche scavate dalle granate lanciate dall’esercito contro gli oppositori al regime
Il nostro Virgilio, in quello che fino a pochi giorni fa fu l’inferno della Libia, è Idriss al Charif, professore di Economia e leader di questa rivolta inaspettata e dirompente, in cui prima o poi la Storia annovererà centinaia di uomini e donne che hanno compiuto gesti eroici, al limite del martirio. L’altro ieri, i nuovi padroni di Bengasi l’hanno precettato per rifondare la televisione e la radio locali. Di fronte al suo nuovo ufficio, nereggia una delle caserme della polizia appena data alle fiamme dagli insorti. All’interno del commissariato, tra i detriti del saccheggio, alcune travi ancora esalano fumo. Penetriamo in una stanzetta senza finestre, con al centro una sedia da dentista. “Vede, qui sedeva il poveretto di turno, al quale gli sgherri di Gheddafi volevano far confessare qualcosa”, spiega il professore, prima di chinarsi a raccogliere da terra un oggetto metallico. “Ecco, quando capitava che un oppositore si rifiutasse di parlare, questi tronchesi servivano a tagliargli le dita, il naso, le orecchie o i genitali. Qui e in altri posti come questo abbiamo trovato un intero arsenale di tortura da Inquisizione medioevale”.
Frattini e Berlusconi: pagliacci e criminali
Il baciamano e i razzi
Gheddafi fa quello che anche Berlusconi vorrebbe fare
… peccato che questa verità sia relegata nelle vignette. In realtà berluskoni al posto dei razzi ha le televisioni e tutti i manipolatori professionisti che lavorano quotidianamente per lui per massacrare il cervello della gente, ( oltrechè di tanto in tanto la polizia che massacra i manifestanti)
23 febbraio
Raid sui manifestanti a Tripoli. Il colonnello appare in tv: “Non posso dimettermi, useremo la forza contro questi drogati. Italia e Usa danno razzi agli insorti”. Ammutinate due navi che dovevano bombardare Bengasi. L’Eni: bloccato gasdotto per l’Italia. Berlusconi chiama il raìs. Partono navi della Marina per aiutare gli italiani. L’Unhcr: “Non respingete i rifugiati“. Obama: “Violenza spaventosa”. Il Consiglio di sicurezza Onu: basta repressione
22 febbraio
14:31 CRONACHE Una decina di città in mano agli insort
Frattini: «La Ue non intervenga»
21 febbraio
Tripoli, incendiata la sede del governo– diretta Al Jazeera
LA DIRETTA Notte di tensioni dopo il discorso del figlio del leader (video) che minaccia:
“Fermatevi o vi annienteremo”. Spari a Tripoli. Trecento morti. Unità dell’esercito solidarizzano. Un cantiere straniero assaltato: 18 feriti. Pronto documento Ue di condanna. Yemen: migliaia in piazza a Sana’a, ancora un morto
In fiamme il palazzo del governo
c’è un complotto straniero».
Assaltata la sede della tv pubblica
La Ue: pronti all’evacuazione
Libia: “Razzi sulla folla, centinaia di morti”
Assalto ai palazzi del governo