Goliani è stato, prima di Comin, il portavoce di Rete Ferroviaria per il progetto TAV/TAC. Lo studio che ora ha presentato conferma esattamente quello che i comitati NOTAV e le associazioni ambientaliste dicono da sempre ovvero che non serve una nuova linea per potenziare e di molto il trasporto merci su rotaia.
Uno del comitato NOTAV di Trieste e del Carso
Il piccolo del 19/09/11
Porto, nuovo piano per ristrutturare la rete ferroviaria
Lo studio affidato dall’Istiee e Unicredit all’ingegner Goliani per movimentare 37 treni al giorno e 800mila teu all’anno
di Riccardo Coretti Una serie di interventi sulla rete ferroviaria in grado di movimentare nel Porto di Trieste fino a 1,4milioni di Teu, senza aspettare l’Alta capacità. Con diversi scenari finanziabili senza cifre astronomiche, uno studio sull’accessibilità ferroviaria – in vista del superporto Trieste-Monfalcone – spiega, in linea di massima, perché non servirebbero trent’anni di attesa per avere una rete ferroviaria adeguata a servizio dello scalo giuliano. Considerando che, per il momento, sarebbe un sogno superare i 400mila Teu all’anno, si può facilmente capire quanto sia interessante questo studio per un futuro a breve e medio termine. L’autore delle ipotesi descritte di seguito è qualcuno che di ferrovie se ne intende: l’ingegner Mario Goliani, già Direttore compartimentale infrastrutture per le Ferrovie dello Stato a Trieste, che ha operato per conto dell’Istiee (Istituto per lo Studio dei Trasporti nell’Integrazione Economica Europea), a sua volta incaricato da parte di Unicredit. Nello studio sono stati analizzati diversi scenari con interventi e capacità infrastrutturali in aumento progressivo, tenendo conto anche del porto di Monfalcone. Per quanto riguarda lo scalo triestino, mantenendo le linee esistenti ma con un funzionamento 24 ore su 24 e potenziando tutte le capacità per trasporto container, si potrebbero raggiungere i 37 treni al giorno per un massimo di 560.000 Teu all’anno. Utilizzando nuovi locomotori e carri merci di tipo più efficiente e con interventi sul sistema elettrico di alimentazione, i 37 treni al giorno potrebbero portare fino a 800.000 Teu all’anno. Con la ristrutturazione della stazione di Campo Marzio, nuove tecnologie di controllo sulla tratta Trieste-Monfalcone – Ronchi, per un costo di massima di 160 milioni (compresa Monfalcone), si potrebbero raggiungere i 57 treni al giorno e quasi 1,2 milioni di Teu l’anno. Questa ipotesi, sfruttando anche le stazioni di Aquilinia e Servola, sarebbe l’ideale per la piattaforma logistica, il Molo VIII e i traghetti in zona industriale. L’ultimo scenario ipotizza l’ampliamento degli impianti ferroviari presso Trieste e Monfalcone, con un costo di massima attorno ai 330 milioni di euro: Trieste arriverebbe a 68 treni al giorno per 1,44 milioni di Teu all’anno. Per lo studio sono stati dati per scontati gli interventi già programmati in Austria e in Slovenia, dove sono previsti il raddoppio della linea Capodistria-Divaca e il potenziamento della Divaca-Lubiana. In chiusura lo studio mette in evidenza che il traffico container manterrà una quota su gomma ed una di transhipment (nave su nave). Per questo motivo i valori degli scambi sarebbero, in assoluto, maggiori delle ipotesi. Va infine considerato, come conferma l’ingegner Goliani, che gli interventi ipotizzati sarebbero validi anche quando dovesse arrivare l’alta capacità.