Da Il Piccolo del 15/03/12
Il corteo dei pendolari: salviamo Campo Marzio
«Le ferrovie abbandonano Trieste, Trieste non abbandona il Museo Ferroviario». Questo è lo slogan promosso dal corteo silenzioso che ieri sera si è mosso dalla stazione ferroviaria di piazza della Libertà per dirigersi verso quella di Campo Marzio, ripercorrendo simbolicamente la Rivabahn (la linea ferroviaria che fino trent’anni fa univa il porto vecchio con quello nuovo) per manifestare solidarietà all’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Trieste e ai volontari del Museo Ferroviario sul destino ancora incerto dello storico immobile di via Giulio Cesare. Questo il significato del corteo svoltosi ieri sera a Trieste. «Oggi – spiega Marco Chiandoni, uno dei referenti del Comitato spontaneo pendolari Fvg – abbiamo messo da parte il problema dei pendolari ed abbiamo deciso di organizzare questo corteo per onorare tutti quei volontari che nel corso degli anni, chi per passione, chi per amore del proprio lavoro e delle ferrovie, hanno realizzato un museo ferroviario di grande interesse e pregio per il materiale raccolto in tanti anni di attività. Una realtà forse più conosciuta all’estero che in Italia, ma sicuramente apprezzata da chi lo visita». Numerose persone hanno aderito all’iniziativa promossa dal Comitato pendolari, alla quale hanno preso parte non solo semplici cittadini ma anche alcuni volti della politica cittadina. «I pendolari – ha proseguito Chiandoni – hanno a cuore il problema della ferrovia. Un servizio non si vede soltanto dalla puntualità dei treni. In questo momento si pensa a contenere i costi a scapito dei viaggiatori e di tutte quelle strutture che ruotano attorno al treno: il dopolavoro ferroviario, il museo ferroviario e gli stessi mezzi storici. In Italia – ha concluso il portavoce del Comitato – tutto questo viene visto come un peso, mentre in altre parti d’Europa ciò è considerato una risorsa per il turismo ferroviario, che attira una clientela sempre numerosa. Quindi non si capisce il motivo per il quale dei servizi che possono fruttare denaro vengano invece ghettizzati come residui del passato, per venire poi dimenticati e lasciati al degrado del tempo». Al corteo hanno preso parte anche alcuni esponenti del Comitato No Tav di Trieste e del Carso con un volantinaggio pacifico per sensibilizzare la questione della costruzione di infrastrutture ferroviarie in Italia. Un problema che non riguarda solo la Val di Susa, ma anche il Carso triestino. Per coinvolgere i triestini sulla problematica, il Comitato No Tav organizzerà un presidio informativo domani in piazza Cavana, a partire dalle ore 17. Andrea Di Matteo