Questa notte nell’ospedale di Monfalcone è venuto a mancare Luciano Giorgi colpito da mesotelioma pleurico, probabilmente contratto durante il periodo di lavoro come addetto alle caldaie nelle navi. Avevamo ricordato la sua figura il 9 giugno prima dei referendum.
Luciano Giorgi quindi ha avuto, come tutti noi del resto, la grande soddisfazione di veder fermato il nucleare, desiderio che egli aveva espresso con un geniale atto di militanza politica facendo leva proprio sulla sua situazione esistenziale. Uno stato d’animo che, al di là delle impostazioni politiche, è comune a tutti coloro i quali credono fermamente nelle proprie idee soprattutto quando coinvolgono l’ecologia ed il futuro del pianeta.
Paolo De Toni
Messaggero Veneto 29 giugno 2011
MERCOLEDÌ, 29 GIUGNO 2011 Pagina 12 – Regione
POLITICA IN LUTTO
Morto Giorgi, leader dei Verdi
Ucciso a 67 anni dal mesotelioma della pleura: sarà cremato
GORIZIA Con il filo di voce che gli era rimasto in corpo aveva supplicato i medici che lo avevano in cura: «Lasciatemi vivere a sufficienza per conoscere l’esito del referendum sul nucleare». Il mesotelioma della pleura da cui era affetto non gli ha lasciato scampo, concedendogli però l’ultimo desiderio: scoprire il “no” convinto degli italiani all’energia atomica. E’ spirato ieri mattina, all’ospedale San Polo di Monfalcone, Luciano Giorgi, attivista ambientale e già consigliere comunale di Staranzano e della città dei cantieri: fatale la patologia da esposizione all’amianto, contratta nella ultradecennale esperienza di operaio nei cantieri di Panzano, dove aveva lavorato prima di fare il marinaio, il macchinista, il ferroviere. «Non so se gli sarebbe piaciuto essere definito così, ma secondo me è stato un eroe moderno», ha scritto sul suo profilo Facebook il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, appena appreso della scomparsa di Giorgi, autentico totem delle battaglie ecologiste a livello regionale. Negli anni Ottanta, con Alex Langer aveva contribuito a fondare la Federazione delle Liste Verdi, di cui era ascoltatissimo alfiere nell’Isontino: innumerevoli le manifestazioni, le petizioni e i sit-in organizzati con l’amico Renato Fiorelli, altra figura di riferimento degli ambientalisti goriziani. Anima del comitato che si batteva contro la chiusura dell’inceneritore di Sant’Andrea e in prima fila nella battaglia contro il rigassificatore Snam di Monfalcone, Giorgi negli ultimi anni aveva incanalato le forze residue per contrastare e contestare il tracciato dell’Alta velocità: una delle ultime manifestazioni di protesta a Castions delle Mura, nel settembre dello scorso anno. Non è ancora stata stabilita la data delle esequie: considerate le cause che hanno condotto alla morte, è stata disposta l’autopsia, che dovrà confermare la diretta correlazione tra il male incurabile e l’esposizione alla fibra d’amianto. Giorgi, nato nell’ottobre di 67 anni fa a Marina Nova, sarà cremato: le sue ceneri saranno successivamente tumulate nel cimitero di Monfalcone. Christian Seu
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Il Piccolo
E’ morto Luciano Giorgi. Fu il paladino dei referendum
Si è spento a 67 anni nel reparto di Rsa dell’ospedale San Polo, Luciano Giorgi (foto). Aveva invitato tutti a votare “sì. Era malato di tumore dovuto all’esposizione all’amianto
MONFALCONE
Quest’ultima lotta, il paladino dei referendum, non ce l’ha fatta proprio a vincerla. In un letto del reparto della Rsa dell’ospedale San Polo si è spento ieri mattina, tra le braccia della sorella Gabriella, Luciano Giorgi. Aveva 67 anni. Dello scorso ottobre la diagnosi senza possibilità di appello: mesotelioma pleurico, il tumore che spezza la vita di chi è rimasto esposto all’amianto.
Si sapeva che era da tempo malato. Giorgi stesso aveva pubblicamente reso noto il duello ingaggiato col tremendo male, che gli divorava i polmoni. Lo aveva fatto per sensibilizzare, il 12 e 13 giugno, i cittadini ad andare alle urne e sbarrare quattro sì sulle tessere referendarie. Ai medici aveva detto di «farlo vivere abbastanza per votare e vedere il risultato». Ai giovani di «non disertare i seggi, perché un’occasione come questa potrebbe non ripetersi più». Era l’appello, per dirla con le parole sue, «de un che xè più de là che da qua». Ma anche (e soprattutto) di uno che ci crede fino in fondo, con onestà intellettuale. Fino all’ultimo respiro.
E così, se la vittoria schiacciante dei sì aveva sorpreso mezz’Italia, forse non aveva sbalordito lui, che in questa battaglia democratica aveva vinto e si era concesso, pur da un letto d’ospedale, di bagnarsi le labbra con lo champagne, portato dal dottore e amico Alessandro Brollo, per festeggiare. Lo stesso medico cui ora è affidato il triste incarico di svolgere l’autopsia sulla salma, un esame disposto per legge nei casi di esposizione all’amianto.
Pioniere dell’ambientalismo isontino, padre fondatore nel 1993 della sezione locale del Sole che ride, già consigliere comunale a Monfalcone e a Staranzano, Luciano Giorgi lascia l’amata moglie Silvana di 61 anni, la figlia Giulia di 39, insegnante al liceo Buonarroti, le sorelle Gabriella, Nicoletta e Gianna, la nipotina Lucrezia. La data del rito funebre sarà annunciata, dalla famiglia, nei prossimi giorni. La salma sarà cremata e sepolta a Monfalcone, vicino alla tomba dei genitori e della nonna, nel cimitero di via 24 Maggio. Era, Luciano Giorgi, un’anima di Panzano, pur trapiantata da tempo a San Canzian. Numerosi i messaggi di cordoglio, alla notizia della sua scomparsa. “I migliori se ne vanno…”, il commento ricorrente.
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