DISASTRI/ La Piattaforma petrolifera affondata

Repubblica 26 aprile

Dalla piattaforma esplosa – Foto
macchia nera verso la Louisiana

Dalla piattaforma esplosa -   Foto   macchia nera verso la  Louisiana

Contrariamente a quanto detto nelle prime ore dalla Bp, dall’impianto crollato finiscono in mare mille barili al giorno di greggio. Che si dirigono verso una zona paludosa di grande delicatezza ambientale. L’azienda: “Non riusciamo a bloccare le valvole” / VIDEO

GOLFO DEL MESSICO

Piattaforma affondata,  macchia nerasi sposta verso le coste della  Louisiana

Louisiana, greggio verso le coste:
«È un disastro»

13:02 ESTERI Dalla piattaforma affondata escono mille barili di petrolio al giorno Foto Video

 

Interrotte le ricerche degli 11 operai dispersi

Piattaforma affondata, la macchia nera
si sposta verso le coste della Louisiana

Ogni giorno fuoriescono mille barili di petrolio.
Si rischia un disastro ambientale senza precedenti

Interrotte le ricerche degli 11 operai dispersi

Piattaforma affondata, la macchia nera
si sposta verso le coste della Louisiana

Ogni giorno fuoriescono mille barili di petrolio.
Si rischia un disastro ambientale senza precedenti

createEmbed_player(“2524_beb52fb4-5120-11df-884e-00144f02aabe”, “Dal%20Mondo”, “af93f391-342b-4a64-9f9c-b3923872f90e” , “300”); MILANO – L’iniziale ottimismo della Guardia costiera americana è stato smentito dai fatti. Più che di un timore si tratta ormai di una certezza: l’incendio e poi il crollo della piattaforma petrolifera della Bp, 70 chilometri al largo delle coste della Louisiana, nel Golfo del Messico, sta causando un disastro ambientale. La sua portata è ancora tutta da valutare. E, in buona parte, tutto si lega al buon esito dell’ultimo disperato intervento dei robot di profondità, che stanno operando a 5mila metri per chiudere i “buchi”. Quello che la compagnia BP, che gestiva l’impianto di estrazione, sta cercando di fare, ha sintetizzato l’ingegnere meccanico Richard Metcalf, «è di mettere un tappo di sughero a una bottiglia di champagne». Resta il fatto che non si tratta di champagne e che ogni giorno dal fondo marino di spargono circa 1.000 barili di greggio, poco meno di 160mila litri. Le operazioni per tentare di bloccare questa perdite sono anche in parte ostacolato dal maltempo. La macchia nera potrebbe raggiungere presto le spiagge e la regione paludosa della Louisiana causando un disastro ecologico senza precedenti. A 30 km dal luogo del disastro si trova anche l’arcipelago delle Chandeleurs, un’oasi verde in cui depongono le uova pellicani e altri uccelli, già pesantemente danneggiata dall’uragano Katrina. Durante la notte la macchia si è allargata del 50% e ora copre un’area di oltre 1.500 chilometri quadrati, anche se secondo gli esperti si tratta perlopiù di un sottile velo di greggio sulla superficie.

11 MORTI, 17 FERITI. A BORDO 2,6 MILIONI DI LITRI DI PETROLIO – Nell’indicente alla piattaforma della piattaforma Deep Water Horizon 11 operai erano risultati dispersi e le loro ricerche si sono concluse sabato. In tutto erano 126 le persone presenti al momento dell’esplosione. I feriti sono 17 di cui quattro in gravi condizioni. La piattaforma conteneva circa 2,6 milioni di litri di petrolio. La BP, inizialmente ottimista sulle possibilità di evitare il disastro, ha assicurato di fare il possibile per bloccare la fuoriuscita di greggio dalle valvole e dalle tubature, un compito che si sta rivelando «estremamente complicato» e che «potrebbe non riuscire», come ha detto il responsabile delle perforazioni della Bp, Doug Suttles, citato dalla Bbc.

 

Marea di petrolio nel Golfo del Messico

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La compagnia ha inviato 32 navi speciali per pulire le acque e diversi velivoli che disperdono sulla macchia una spray diluente. Sul caso giovedì scorso era intervenuto anche Barack Obama: il presidente Usa aveva detto che il governo degli Stati Uniti considerava “una priorità” la risposta ad un’eventuale catastrofe ecologica.

IN AZIONE UNA FLOTTA DI ROBOT SOTTOMARINI – Intanto le speranze per evitare il disastro si concentrano su una flotta di robot mobilitata da British Petroleum che operano a 5mila metri i profondità e cercano di chiudere le falle nella struttura dalle quali esce il greggio. La Bp ha reso noto che sono quattro i robot sottomarini in azione contemporaneamente.