Da Il piccolo del 10/06/10
CARLA CORSO ATTACCA LA LEGA
«Telecamere anti-prostitute Uno spreco, non ci sono più»
«Le telecamere anti-prostituzione serviranno a filmare il vuoto». È la reazione di Carla Corso, portavoce del Comitato per i diritti civili delle prostitute (Cdcp), alla mozione urgente presentata dai consiglieri comunali padani Maurizio Ferrara e Giuseppe Portale in cui chiedono di «installare, nelle zone più a rischio e sensibili a tale fenomeno della città, telecamere di sorveglianza notturna sia a scopo deterrente, sia a scopo repressivo delle eventuali attività illecite svolte in loco».
Pronta la risposta della Corso che chiede di usare quelle risorse economiche – comunque non ancora stanziate – per finanziare programmi sociali a sostegno delle donne vittime di tratta e sfruttamento e non per comprare telecamere «che violano la libertà di tutti». E la posizione del Carroccio? «Una richiesta ridicola. Si tratta di una scusa, una richiesta strumentale per avere un maggiore visibilità», insiste la portavoce. Facendo presente la situazione triestina dove «la prostituzione di strada quasi non esiste più».
Una posizione, quella della Corso, che parte dall’analisi del fenomeno prostituzione. «Siamo uscite per anni due notti al mese con un mezzo messo a disposizione dall’Azienda per i servizi sanitari – racconta la portavoce del Cdcp – svolgendo azioni di recupero delle prostitute, in modo da farle uscire dal tunnel dello sfruttamento e garantire loro un efficace trattamento sanitario. Abbiamo abbandonato l’attività perché il fenomeno oramai è quasi scomparso».
I due consiglieri della Lega avevano motivato la loro richiesta parlando di «preoccupante crescita della prostituzione soprattutto nelle zone del centro cittadino», aggiungendo che «c’è la necessità di evitare che particolari quartieri diventino aree adibite a incontri e adescamenti su strada, per opera di potenziali clienti e prostitute, con susseguente degrado nel decoro cittadino».
«Non c’è niente di più falso – replica la Corso – perché oramai il fenomeno è stato trasferito, da parte degli sfruttatori, negli appartamenti, in modo da sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine. Bisogna invece evidenziare che la clandestinità è figlia della miseria e che la spesa per ulteriori telecamere, da aggiungere a quelle, numerosissime, che già spiano la nostra vita in tutte le ore del giorno e della notte, sarebbe del tutto superflua e ingiustificata. Sarebbe clamoroso che in un momento di crisi si trovassero invece risorse per comperare telecamere la cui unica funzione sarebbe quella di filmare il vuoto».
Ugo Salvini