CSA Udine/ Tutte/i assolte/i

10 aprile. Eccoli di nuovo, “giustizialisti” quando gli fa comodo …

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09 aprile. Rassegna stampa Messaggero Veneto e Gazzettino

 

08 aprile. Oggi è stata pronunciata la sentenza per l’occupazione  di via Scalo Nuovo ad Udine, del 2 giugno 2006. Due compagni sono stati assolti per non aver commesso il fatto conseguentemente ad errori di identificazione, tutte/tutti le/gli altre/i perché il fatto non costituisce reato.

 

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Domani resoconto più dettagliato e rassegna stampa

 

Messaggero Veneto 9 aprile 2011

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SABATO, 09 APRILE 2011 Pagina 20 – Cronache

Csa, occupazione: il giudice assolve tutti

Erano accusati in 36 di invasione arbitraria di una palazzina di via Scalo Nuovo Trenitalia e Ferrovie dello Stato avevano chiesto un risarcimento per l’affitto

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di Alessandra Ceschia «Fu un’azione dimostrativa destinata a bonificare un’area abbandonata al degrado, frequentata da tossicodipendenti ed extracomunitari». Antonio de Toni, che con altre 35 persone è stato chiamato a rispondere dell’accusa di invasione arbitraria di proprietà altrui, non ha mai smesso di ripeterlo e di raccontare come il 2 giugno del 2006 i ragazzi del Centro sociale autogestito si diedero appuntamento alla palazzina di via Scalo Nuovo, proprietà di Trenitalia e Ferrovie dello Stato per bonificare l’area esterna da rifiuti, immondizia, siringhe, ramaglie, che riempirono tre camion. Ieri il giudice monocratico del tribunale di Udine Angelica di Silvestre ha pronunciato una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati. Lucio e Maurizio Barusso sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Assolti perchè il fatto non sussiste tutti gli altri, ovvero Laura Adotti, Elena Barbierato, Marco Bianchini, Stefano Biasiol, Marinella Bragagnini, Roberto Braida, Simone Bregolin, Ezio Calligaro, Carla Cigaina, David Clocchiatti, Cinzia da Re, Michele De Bella, Stefano Del Fabbro, Federico Denitio, Valeria Dirani, Luca Gri, Simone Marin, Annamaria Mella, Giulio Moratti, Monica Papania, Matteo Pizzolante,Berta Pozzo Balbi, Nicola Raffin, Stefano Raspa, Lino Roveredo, Sara Simionato, Giovanni Tavano, Mauro Tubetti, Federico Venturini, Emanuele Vidal, Raffaele Viezzi, Donatella Geloso e Cristian Mucchiut. È stata la stessa pubblica accusa, rappresentata, ieri, dal sostituto procuratore Maria Caterina Pace, e proporre l’assoluzione, sia in quanto non sarebbe emerso chiaramente l’intento di occupare lo stabile, sia in relazione all’atteggiamento collaborativo e per nulla ostruzionistico da parte dei presunti occupanti, sia per la stessa difficoltà di individuarli con precisione. Posizione avallata dai difensori Andrea Sandra e Roberto  Maniacco i quali hanno sottolineato che non di occupazione si trattò, poichè il collettivo si sarebbe limitato a bonificare l’area esterna, nè vi sarebbe stata turbativa di possesso in quanto lo stabile risultava abbandonato. Di diverso avviso l’avvocato di parte civile Alessandro Carbone che aveva avanzato un’istanza di risarcimento per gli affitti non percepiti dal 2 giugno 2006 al 1 maggio 2009 (valutati in complessivi 20.588 euro da ripartirsi fra Trenitalia e FfSs) più 5 mila euro di provvisionale per ciascuno dei comproprietari, spese legali e danni morali.

 

Il Gazzettino 9 aprile

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Edificio occupato


assolto il Centro sociale

Elena Viotto

Sabato 9 Aprile 2011,
Occupazione fa rima con assoluzione. Almeno nella sentenza con cui ieri il giudice monocratico del tribunale di Udine, Angelica Di Silvestre, ha concluso il processo per l’occupazione abusiva dell’edificio di via Scalo Nuovo, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, da parte dei giovani del Centro sociale. Occupazione che risale al 2 giugno 2006, quando il Csa di via Volturno chiuse i battenti per fare spazio al cantiere del nuovo palazzo della Regione.
Sul banco degli imputati, accusate di invasione di edifici, erano finite 36 persone, tra cui il portavoce del Csa, Paolo De Toni. Tutte assolte ieri con formula piena dal giudice. Per non aver commesso il fatto, i due che hanno dimostrato di non essere presenti in via Scalo Nuovo il 2 giugno 2006. E tutti gli altri perché “il fatto non costituisce reato”. Al termine del dibattimento, ieri, era stato lo stesso pm Maria Caterina Pace a chiedere l’assoluzione. Richiesta a cui si sono quindi associati i difensori dei 36 imputati. Nella loro arringa, gli avvocati Roberto Maniacco e Andrea Sandra hanno negato l’occupazione e contestato il riconoscimento dei presunti occupanti, che sarebbe stato effettuato solo molto tempo dopo e mediante delle fotografie. I difensori hanno poi ricordato al giudice che pacificamente l’edificio era abbandonato da tempo, usato dagli extracomunitari come riparo per la notte e dai tossicodipendenti per drogarsi, nel totale disinteresse delle Ferrovie. Al contrario, nella manifestazione indetta quel 2 giugno per mostrare che in città vi erano diversi edifici abbandonati, i ragazzi del Centro sociale hanno ripulito il cortile, senza arrecare alcun danno alle Ferrovie. Di avviso contrario, l’avvocato Alessandro Carbone per i due proprietari dell’immobile, Rete ferroviaria italiana e Ferrovie dello Stato, costituitesi parte civile. Oltre alla condanna degli imputati, l’avvocato Carbone aveva chiesto un risarcimento danni agli imputati pari a complessivi 20 mila 588 euro di canoni di locazione persi dal 2 giugno 2006 al 2 gennaio 2009, oltre ai danni morali da quantificare, con provvisionale di 5 mila euro.

Secondo il giudice il fatto non costituisce reato:

lo stabile è di proprietà delle Ferrovie. Gli imputati erano 36