CSA in esilio/ Articolo del Messaggero Veneto

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Messaggero Veneto GIOVEDÌ, 29 LUGLIO 2010 Pagina 3 – Udine

Continua la ricerca della sede dopo aver dovuto lasciare via Scalo nuovo. Il Comune: «Li aiuteremo»

«Da Centro sociale a discarica»

De Toni: nel degrado una struttura cui avevamo ridato vita

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«Lo stabile di via Scalo nuovo, che per tre anni ha ospitato il Centro sociale autogestito, sta diventando una discarica a cielo aperto». A lanciare l’allarme è Paolo De Toni, figura storica del movimento udinese, che aggiunge: «È una situazione assurda, perché prima tutti gridavano al reato, mentre adesso abbandonano nel degrado una realtà cui noi avevamo restituito la vita. Quattro anni fa avevamo pulito quell’area portando via sei camion di detriti, per proporre poi un’intensa attività musicale, culturale, sociale e politica autogestita».
«Le gelate invernali – racconta ancora De Toni – hanno causato la rottura delle tubature dell’acqua e il cortile sta rapidamente tornando alla condizione di discarica abusiva in cui si trovava prima del 2 giugno 2006, data del nostro arrivo».
Adesso, però, il Centro sociale non ha più alcuna possibilità di rientrare nell’edificio di via Scalo nuovo a seguito di una situazione complessa che riguarda la proprietà. «Siamo in trattativa con il Comune – afferma De Toni -, anzi in settimana dovrebbe esserci un incontro per fare il punto della situazione. Probabilmente sono due i siti in ballo: esattamente la palazzina adibita a mensa nell’area della caserma Piave e un magazzino nell’ex Frigorifero. Per la prima ipotesi il problema principale è il tempo. Si calcola che potrebbero essere necessari almeno cinque anni per i lavori da fare, anche se le caratteristiche strutturali individuate parrebbero essere ottimali. Il magazzino verso piazzale Cella, invece, sarebbe disponibile più rapidamente, ma preoccupa una tettoia in eternit. Bisognerà quindi procedere alle analisi del caso per valutare se l’area è contaminata».
Intanto, gli aderenti al Centro sociale rimangono senza una sede e sono costretti a stabilire di volta in volta il luogo dell’incontro.
Dal canto suo, il Comune manifesta chiara la volontà di trovare uno spazio a questa realtà cittadina, ma al momento si sta procedendo «ancora con le verifiche e le valutazioni sulle diverse possibilità – come precisa l’assessore, Mariagrazia Santoro -. E c’è da aggiungere che nelle disponibilità dell’amministrazione rimangono pochi edifici. In ogni caso, il Comune intende rispondere a questa necessità perché sono anni che il Centro sociale opera in città e non ha mai provocato disordini o particolari problemi. Il tema è comunque molto delicato e quindi stiamo valutando tutti i pro e i contro, ma la nostra volontà c’è».
Gli animatori del Centro sociale nei giorni scorsi hanno prodotto un documento indicando le possibili alternative allo spazio di via Scalo nuovo. Hanno così individuato sette luoghi abbandonati in altrettante zone della città. Queste: viale Europa Unita, via Monte Grappa, via Baldasseria, via Caccia, l’area adibita un tempo a tipografia (vicino a piazza Duomo), il campeggio progettato per i mondiali di Italia ’90 e l’ex Macello di via Sabbadini. Ora la parola passa al Comune.
Michela Zanutto