Cosolini-CGILCISLUIL proTAV

da Il Piccolo del 26 aprile 2012

 

 

«Capodistria-Divaccia, mazzata anche per Trieste» COLLEGAMENTI

Il sindaco Cosolini: «I finanziamenti europei persi una sconfitta per la nostra città»
«I finanziamenti europei persi per la realizzazione del secondo binario della Capodistria-Divaccia rappresentano una sconfitta non solo per la Slovenia ma anche per l’Italia e per Trieste, in particolare». Ne è convinto il sindaco Roberto Cosolini che esce dalla logica della concorrenza tra «due porti piccoli e vicini» e ribadisce l’importanza della collaborazione. Dice: «È l’unico modo per attrarre i traffici dall’estremo oriente verso l’Adriatico del Nord». Ripete: «In realtà Trieste e Capodistria sono due piccoli porti che messi assieme ne fanno uno anche piccolo ma che ha qualche possibilità. Se Trieste e Capodistria si presentassero funzionalmente e operativamente assieme sarebbero in grado di produrre sviluppo». L’Unione europea aveva messo a disposizione della Slovenia, per lo sviluppo della rete ferroviaria, 450 milioni di euro, di cui Lubiana contava di destinare circa la metà – 230 milioni – per il cofinanziamento del secondo binario della Capodistria – Divaccia. Ma i ritardi nella progettazione della nuova tratta e il mancato rilascio, nell’autunno del 2011, del permesso ambientale per la Capodistria – Divaccia da parte dell’Agenzia della Repubblica di Slovenia per l’ambiente (Arso) hanno fatto sì che Lubiana non sia più in grado di inviare a Bruxelles per tempo la documentazione necessaria per ottenere i fondi previsti. L’analisi di Cosolini va oltre: «C’è interesse da parte degli operatori internazionali. La prova provata è rappresentata, per esempio, dall’attenzione verso il superporto di Monfalcone che per ora è solo un progetto peraltro abbandonato. A Trieste e a Capodistria ci sono i terminal che funzionano. E qui da noi ci sono i fondali necessari per certe navi. Quello che è necessario ora sono i collegamenti. Per questo motivo la perdita dei finanziamenti europei per il secondo binario del tratto ferroviario Capodistria Divaccia è una sconfitta, una brutta notizia anche per Trieste che di quei collegamenti in quest’ottica di collaborazione, ha bisogno assoluto per il suo sviluppo».

(c.b.)

«Che fine ha fatto il corridoio V?» Un dibattito transfrontaliero – OGGI A OPICINA
La necessità di superare le attuali misure basate esclusivamente sull’austerità a favore di politiche a sostegno della e crescita e dell’occupazione. È questo il tema che sarà affrontato oggi pomeriggio nell’incontro transfrontaliero promosso dal Consiglio sindacale interregionale Nord Est Fvg-Slovenia, cui aderiscono Cgil, Cisl, Uil, Zsss e Ks 90, che si terrà alla stazione ferroviaria di Opicina. Parteciperanno i presidenti dello Zsss Dušan Semolic e del Ks 90 Peter Majcen, i segretari regionali di Cgil-Cisl-Uil Franco Belci, Giovanni Fania e Giacinto Menis. «Constatiamo – dice il presidente del Csi Roberto Treu – che importanti progetti di cooperazione transfrontaliera sono stati accantonati, rischiando di mandare in fumo anni di lavoro e di progetti. Il Corridoio V, in particolare, doveva e deve continuare a rappresentare una priorità strategica. A 20 anni dalla prima proposta europea sul Corridoio, di chi è la respons
abilità di tali enormi ritardi? E quali sono le possibilità di realizzare il progetto, tenuto conto della scadenza del 30 giugno».

 

dal Messaggero Veneto del 29 aprile 2012

È pressing dei sindacati sul Corridoio 5

TRIESTE «Definire con urgenza un tracciato sostenibile, con il coinvolgimento democratico di tutti i soggetti interessati, per garantire una soluzione condivisa, in grado di accelerare la realizzazione del tratto italo-sloveno del Corridoio 5, per collegare il sistema portuale dell’Alto Adriatico ai mercati del Centro-Est Europa». Questo l’appello congiunto presentato ieri a Opicina dal Consiglio sindacale interregionale Nord Est Fvg-Slovenia, l’organismo transfrontaliero costituito da Cgil-Cisl-Uil del Fvg con i sindacati sloveni Zsss e Ks 90. A firmarlo, con il presidente del Csi Roberto Treu, i segretari regionali Franco Belci (Cgil), Giovanni Fania (Cisl), Giacinto Menis (Uil) e i presidenti di Zsss e del Ks 90, Dušan Semolic( e Peter Majcen. «Il Csi – si legge ancora nel documento – rivolge un forte appello ai Governi di Italia e Slovenia per un intervento di assoluta rapidità che recuperi almeno in parte i gravi ritardi fin qui accumulati e consenta di evitare la perdita dei finanziamenti europei. Perdita che segnerebbe la rinuncia, intollerabile e colpevole, al Corridoio V e alle sue potenziali ricadute economiche ed occupazionali».