Corriere 6 dicembre
dal 30% al 50% secondo uno studio apparso su Nature Geoscience
Gas serra: il riscaldamento potrebbe essere ben più alto del previsto
Nel Pliocene medio (3 milioni di anni fa) la CO2 era a livello odierno, ma le temperature erano di 3-5 °C più alte
(Ansa) |
MILANO – A poche ore dall’apertura dei lavori della conferenza sul clima a Copenaghen, uno studio lancia un serio allarme sugli effetti a lungo termine del riscaldamento globale. Norbert Röttgen, ministro tedesco dell’Ambiente, ha dichiarato che il vertice sarà un fallimento se non riuscirà a fissare entro il limite massimo di due gradi il riscaldamento globale accettabile. Ma questo limite, secondo lo studio pubblicato domenica, potrebbe essere irrealizzabile se non si diminuisce (o al massimo si mantiene uguale) l’attuale livello di anidride carbonica nell’atmosfera. E con le anticipazioni finora emerse degli accordi a Copenaghen, il livello di CO2 non si abbasserà affatto, ma solo sarà rallentato (forse) l’aumento.
VARIABILI – Il riscaldamento a lungo termine causato dall’aumento della concentrazione di gas serra potrebbe essere del 30-50% maggiore del previsto. Lo afferma uno studio sul paleoclima apparso sulla rivista specializzata Nature Geoscience alla vigilia dell’apertura della conferenza di Copenaghen. La capacità di calcolo degli attuali computer non è sufficiente per tenere conto di tutte le variabili del clima a lungo termine. Questo è il motivo per il quale il gruppo di scienziati guidati da Daniel Lunt, dell’Università di Bristol in Gran Bretagna, ha analizzato le temperature e le concentrazioni di anidride carbonica del Pliocene medio, circa 3 milioni di anni fa. La scelta di quell’epoca geologica è dovuta al fatto che la concentrazione di CO2 era simile a quella attuale: 400 ppm (parti per milione) rispetto alle 387 ppm di oggi.
AUMENTO DI 3-5 GRADI – Il risultato che è emerso dagli studi è che le temperature erano da 3 a 5 gradi più calde delle attualil, quindi dal 30% al 50% più elevate di quelle previste dai modelli dal Gruppo Onu sul cambiamento climatico (Ipcc). Le previsioni dell’Ipcc, secondo gli autori dello studio, non prendono in considerazione i cambiamenti degli elementi del nostro clima, tra le quali le «variazioni lente come il ghiaccio e la vegetazione», ha affermato Lunt. Lo studio non intende rimettere in discussione i modelli di previsione climatica per il XXI secolo, ma vuole approfondire l’analisi sul livello limite di CO2 oltre al quale non si può andare per evitare a lungo termine di far saltare l’intero meccanismo. «I nostri studi dimostrano che con un livello di 400 ppm il riscaldamento sarà ben più elevato di due gradi», ammonisce Lunt.
AGIRE SUBITO – «Se vogliamo accettare un riscaldamento globale di 2 gradi oltre al quale non possiamo andare, come dicono molte nazioni partecipanti a Copenaghen, dobbiamo porci come obiettivo un livello di CO2 di circa 380 ppm». Quindi una riduzione rispetto al contenuto attuale di anidride carbonica nell’atmosfera. Ma anche se il mondo dovesse fermare domani le emissioni di CO2, il suo livello nell’atmosfera non inizierà a diminuire che tra qualche secolo. A meno che non ci si inventi un sistema per catturla e stoccarla da qualche parte.
Paolo Virtuani
06 dicembre 2009