Solo lo 0,6%
degli studenti
ha scelto
quel tema.
Delle foibe
non gliene frega
un cazzo
a nessuno!
Forza Nuova, Utinum et Patria, Casapound, la Destra,
MSI fiamma tricolore e kamerati vari,
nonchè eredi degli istriani, Sottosegretario Menia e quant’altro,
avevano solo 3 maturandi a Trieste, 2 ad Udine ed 1 a Gorizia?
E magari quelli che hanno scritto il tema sulle foibe
saranno pure comunisti filo titini! Che ridere!!
E dire che ad Udine sti stronzi di fasci,
che da anni battono su questo tema,
avevano appena fatto un convegno sulle foibe!
Forse è meglio che cambino argomento
che non li caga nessuno!!
Messaggero Veneto
Sorpresa, foibe alla maturità
ma in Fvg solo 6 ne scrivono
A sorpresa all’esame di maturità viene assegnato un tema sulle foibe. Un argomento non molto conosciuto ai ragazzi, tanto che è stato svolto soltanto dallo 0,6% dei maturandi in Italia (su più di 500 mila): 3 a Trieste, 2 a Udine, uno a Gorizia. Nella prima delle tre prove scritte il tema più gettonato è stato quello sulla “ricerca della felicità”.
Repubblica 22 giugno
LA POLEMICA
Maturità, felicità e musica i più scelti
in pochissimi affrontano il tema sulle foibe
Primi dati del ministero sulle preferenze degli studenti alla prima prova scritta. La destra esulta per la traccia sulle stragi commesse dai partigiani titini
ROMA – Quest’anno gli studenti italiani hanno optato per la felicità: secondo i primi dati rilevati dal Miur, la traccia che più è piaciuta (36,9%) è stata infatti il saggio breve di ambito socio-economico, dedicato appunto al tema della “ricerca della felicità”.
Al secondo posto, con il 25,3%, il tema di ordine generale dedicato a “Scopi e usi della musica nella società contemporanea”, seguito dal saggio breve tecnico-scientifico “Siamo soli?”, scelto dal 19% dei maturandi. Il 9,2% ha optato per il saggio breve artistico-letterario, su “piacere e piaceri”, mentre l’analisi del testo della prefazione de “La ricerca delle radici. Antologia personale” di Primo Levi ha raccolto le preferenze del 4,7% dei ragazzi.
Le tracce che hanno avuto meno successo sono state il saggio breve storico-politico “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader”, affrontato dal 4,3% degli studenti, e quella sulla foibe, molto discussa, scelta solo dallo 0,6%.
E’ la prima volta che le foibe sono oggetto del tema di un esame di Stato ed è anche la prima volta – anche se in un’appendice – in cui viene utilizzata una dichiarazione di Mussolini come documento per costruire un tema. Al di là degli indici di gradimento, dunque, la scelta del ministero dell’Istruzione è destinata a non passare inosservata. Soprattutto a destra, che esulta e parla di un’autentica svolta. Plaudono il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, secondo cui “si ricompone una memoria collettiva”, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che parla di “scelta positiva”, e il ministro della Gioventù Giorgia Meloni che, se avesse dovuto sostenere l’esame quest’anno, avrebbe fatto sicuramente quello sulle foibe.
Secondo il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia, primo firmatario della legge che ha istituito il Giorno del Ricordo, la scelta rappresenta “una bella vittoria sulla strada della giustizia”, mentre per il membro del Pdl Renato Farina, della Commissione Cultura della Camera, è finalmente stato dato “uno schiaffo all’oscurantismo”. Paola Frassinetti, deputato del Pdl e presentatrice di una risoluzione in Commissione Istruzione per diffondere nelle scuole la conoscenza delle foibe, ha anche precisato che quella del ministero è una decisione che “rende onore ai martiri”.
Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, ritiene che ci sia invece “troppo retropensiero” nelle tracce ministeriali: “Questi titoli mi lasciano perplessa – spiega – non sempre si riesce a studiare in modo approfondito il ‘900. E accostamenti arditi tra “leader” come Mussolini, Togliatti, Moro e Giovanni Paolo II, con l’assenza di figure femminili di riferimento, mettono in evidenza qualche retropensiero di troppo per un esame di Stato”.
La scelta della Gelmini non poteva naturalmente lasciare indifferenti le associazioni degli esuli e i rappresentanti istituzionali delle città che hanno vissuto da vicino quel periodo storico. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha dichiarato che “finalmente il “secolo breve” è alle spalle”, un’opinione condivisa dal presidente della Federazione degli esuli istriani, fiumani e dalmati Renzo Codarin, secondo cui “il tema sulle foibe è perfetto” e da Lucio Toth, presidente dell’Associazione nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia (Angvd), secondo cui, malgrado le polemiche, “è meglio che se ne parli piuttosto che non”.
(22 giugno 2010)