In aula peggio che in strada
Il Pm10 entra in classe
Pm10 e formaldeide mettono a rischio la salute degli studenti durante gli orari di scuola. Nelle aule, infatti, è peggio che in strada per inquinamento da polveri sottili ma anche della formaldeide (un gas emesso dagli arredi interni) con rischi di asma e allergie. Questo l’allarme lanciato dallo studio ”Qualità dell’aria nelle scuole, un dovere di tutti, un diritto dei bambini”, promosso dal ministero dell’ Ambiente in collaborazione con il Rec, il Regional Enviironmetal Center di Budapest e presentato in occasione del via, oggi, a Parma, della Quinta conferenza ministeriale ambiente e salute.
In particolare 13 le scuole italiane osservate in 6 Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia e Sardegna) e circa 1.000 gli alunni coinvolti (tra gli 8 e gli 11 anni). La fotografia scattata è quella di edifici scolastici piuttosto anziani, circa il 50% è stato costruito prima del 1960, il più vecchio si trova ad Ispra in Lombardia, costruito ai primi del ‘900 e il più moderno a Roma e risale agli anni ’90. Gli edifici più vetusti hanno subito ristrutturazioni in cui spesso sono stati usati materiali contenenti composti tossici come la formaldeide che, ad esempio, nelle scuole siciliane monitorate è presente con concentrazioni circa 6 volte superiori a quelle esterne.
Altro nemico presente in classe è il PM10: i valori sono sempre superiori all’ interno della scuola per il cumularsi delle polveri sottili esterne derivanti dal traffico a quelle generate all’ interno, come il gesso delle lavagne. Le più alte concentrazioni di Pm10 in classe è stato registrato in Piemonte (185 microgrammi m3) , le più basse nel Lazio con 35 microgrammi metri cubi.
”I bambini -ha detto il Direttore generale del Ministero dell’ Ambiente, Corrado Clini – sono l’indicatore più sensibile delle relazioni tra fattori di rischio ambientale e salute delle popolazioni. Se vogliamo migliorare dobbiamo agire fuori dalle scuole. Il ministero dell’Ambiente utilizzando fondi strutturali, sta per dare il via a un programma di efficienza energetica anche per le scuole nel sud Italia”. Lo studio ha poi analizzato la salute dei bambini: la tosse frequente è stata riscontrata in percentuale maggiore tra i bambini delle scuole dell’ Emilia Romagna e del Lazio. Per i bambini i dati più recenti mostrano un aumento delle malattie allergiche e dell’asma e la rilevazione compiuta nelle 13 scuole riflette questa tendenza: il 27,6% degli alunni esaminati soffre infatti di rinite, il 21,9% di tosse, il 19,9% di allergie, il 10,4% di asma. A questi rischi per la salute ormai consolidati, oggi – osserva lo studio – se ne aggiungono altri legati ai cambiamenti climatici. L’interazione tra aumento della temperatura, ozono e particolato potrebbe aumentare la tossicità del particolato, la variazioni di temperatura e umidità può favorire la colonizzazione di acari e muffe che scatenano allergie e i pollini e le spore dilatano la loro stagione grazie alle temperature piu’ elevate.
La ricerca però indica anche alcuni accorgimenti semplici e a buon mercato per sconfiggere i pericoli in classe. Primo fra tutti l’ utilizzo delle piante mangia-veleni, che riescono a rimuovere lo sostanze tossiche dall’ aria. La felce e il ficus benjamin ad esempio rimuovono da 12 a 20 microgrammi l’ ora di formaldeide, lo spatifillo ”mangia” benzene, metanolo, acetone e formaldeide, ma ci sono anche gerbere, crisantemi, filodendri e pothos che riscono a svolgere al meglio il loro ruolo di ammazza-veleni. La ricerca italiana fa parte del piu’ ampio progetto Search (School environment and respiratory Health of children) che ha esaminato le scuole di altri 5 paesi, Albania, Boemia, Erzegovina, Serbia e Slovacchia, tra il 2005 e il 2009, per promuovere il miglioramento dell’ aria interna nella scuola e ridurre il rischio salute nei bambini.