Antispecismo e Antisessismo, gli inseparabili.
Due parole alle quali la maggior parte della gente, con la testa nel pallone non presta attenzione; non così dovrebbe essere, si suppone, per chi si premura di organizzare performance e dibattiti intorno al problema del consumo di animali nell’alimentazione umana.
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E’ presto detto: ci riferiamo all’iniziativa “Macelleria di Vita” organizzata nella Corte di Palazzo Morpurgo all’interno di “UdinEstate 2010” da Tiziana Pers, compagna dell’assessore Franzil del Comune di Udine….Non ci importa che sia un’iniziativa nata e cullata nella famiglia politico amministrativa artistica culturale dell’entourage comunale. Noi, da sempre sensibili alle questioni dell’animalismo, contro la vivisezione, l’industria delle pellicce, l’alto costo ambientale ed energetico di questo “ecocidio” e per la maggior parte vegetarian* o vegan, non avremmo criticato un evento magari utile o nuovo per molte persone se non fosse per il fatto che non abbiamo proprio digerito l’immagine a corredo dell’iniziativa. |
Siamo schiette: è brutta per ciò che suscita e per ciò che evoca.
– Si vuole far capire a chi guarda che tutti/e potremmo essere animali da macello?
Perché in questo caso si è scelto una donna a rappresentanza del tutti/e?
– La donna è animale da macello?
Sì; lo è. Lo certificano, perfino per i più distratti, le cronache di questi giorni (una al giorno massacrata dal proprio ex ….); lo certifica la conseguente macelleria mediatica (espressione di moda nell’autodifesa di ladri politici di piccolo e grosso calibro) alla quale le donne vittime costanti di violenza vengono sottoposte quotidianamente e lo certificano perfino le vergognose sentenze della Cassazione, pronte ad aprire un po’ di più, se ce ne fosse bisogno, la strada per il macello …
– ma perché quella donna candidata al macello ci dovrebbe andare ammiccante, con lo sguardo un po’ ebete nella postura che evoca l’animale ed anche l’offerta quale oggetto da consumo sessuale?
– Sono la generalità delle donne così? Oche giulive, animali, carne da consumo a disposizione, come la soubrette che in una passata edizione di “Aria di festa”, l’apoteosi del San Daniele doc. si è marchiata la coscia con il timbro del prosciutto?
Oppure è chi continua a mostrarle in questo modo, questa immagine compresa, che dà il suo piccolo contributo alla via per il macello?
Si voleva rendere incisivo il messaggio? Un’espressione di dolore, un’altra postura, non avrebbero guastato. Un’altra figura umana ancora meno; nessuno, succhierebbe e sputerebbe gli ossicini di un bambino/a, quale tutt*, uomini e donne siamo stat*, come con gli agnellini alla vigilia di pasqua. Avrebbe colpito perfino i preti pedofili.
Perché bocciare il consumo di carne e inconsciamente promuovere quello delle donne?
Questo ci chiediamo, e questo non ci piace. Quel buco nero sessista che questa immagine,
oltretutto pensata da una donna, tradisce.
Bacini bacini al cane o al gatto e poi?
Non entriamo nel merito di cosa possa voler dire antispecismo (perché tutt* ammazziamo il moscerino quando ci punge o il batterio cattivo quando ci ammala ed è impossibile stabilire una netta demarcazione fra le specie, [la cui definizione è già di per sé difficile ] “degne” o meno di rispetto); ma abbiamo una certezza: l’antispecismo non può non coniugarsi con l’antissessismo.
Anzi, vista l’esistenza di gruppi come “100% animalisti”, smaccatamente fascisti; ne aggiungiamo anche un’altra: l’antispecismo non può non coniugarsi con l’antifascismo.
Senza queste altre dimensioni resta una esibizione artistico culturale fine a sé stessa che può, dopo aver salvato il coniglio, la gallina e il cane d’affezione convivere con il prosciutto di S.Daniele, le carnivore kermesse comunali, le donne macellate dagli uomini, uomini e donne like animals nei lager CIE; a proposito, ce n’è uno a Gradisca dove, tanto per fare un esempio non abbiamo ancora visto esprimersi la sensibilità artistica in esibizione a palazzo Morpurgo. Che dire? Più sensibilità meno quaqquaraqquà. Certi brutti lapsus non si possono curare con il patrocinio del comune il quale non ha certo problemi a mettere in vetrina l’amore per gli animali e le luanie di Friuli doc
Dumbles, feminis furlanis libertaris