ANTIRAZZISMO/ Una lotta incredibile

Gli immigrati scendono dalla gru (Cavicchi)

Brescia: sulla gru dal 30 ottobre al 15 novembre

 

18 novembre

Brescia, espulsi due immigrati
Guidavano la protesta della gru

Il provvedimento riguarda due cittadini egiziani, fra i protagonisti del presidio nel cantiere. La notizia anticipata dal viceministro degli Esteri del Cairo a un quotidiano online del suo Paese

 

 

Rassegna stampa

 

15 novembre

Repubblica

BRESCIA

La discesa dalla gru

Gli immigrati scendono dalla gru
dopo una protesta lunga 16 giorni

Sotto una pioggia torrenziale hanno raggiunto le centinaia di sostenitori che li attendevano giù

I quattro immigrati hanno lasciato la cabina della gru in via San Faustino a Brescia. Lentamente, uno dopo l’altro, hanno percorso a ritroso i gradini del braccio meccanico a 35 metri d’altezza su cui erano saliti il 30 ottobre. A terra, ad attenderli, centinaia di sostenitori della loro protesta.

I quattro sono scesi intorno alle 20.50 sotto una pioggia battente e accolti dagli applausi, le grida e gli slogan (“giustizia, siamo tutti sulla gru” e “lotta dura senza paura”) di oltre un centinaio di persone venute a portare la loro solidarietà e tenute a distanza dalle transenne presidiate dalle forze dell’ordine. Nello scendere i quattro hanno fatto diverse pausa lungo la struttura di metallo salutando tutti coloro che sono intervenuti nella piazza. Anche se non si conoscono i dettagli che hanno portato i quattro a interrompere la loro clamorosa protesta, sembra essere stata fondamentale l’ultima mediazione messa in campo dalla Diocesi insieme con i rappresentanti di Cgil e Cisl

 

Corriere

Brescia, gli immigrati scesi dalla gru

Poco prima delle 21 di lunedì sotto una pioggia torrenziale. Sono stati portati in questura. Erano sopra dal 30 ottobre

 

 

Repubblica 14 novembre

Immigrati, nuove tensioni al cantiere
urina e pezzi di cemento dalla gru

Video: Agente aggredisce un uomo a terra

 Immigrati, nuove tensioni al cantiere  urina e pezzi di cemento dalla gru

Brescia, un’altra giornata movimentata al presidio dei quattro immigrati contro la “sanatoria truffa”. Una lastra ha danneggiato un blindato dei carabinieri, sfondando un deflettore del mezzo

 

Corriere 14 novembre

BRESCIA

Gli immigrati asserragliati su una gru a Brescia dal 30 ottobre

Immigrati sulla gru, ancora tensione

CRONACHE Dopo i tafferugli di sabato lanci di pezzi di cemento e bottiglie piene di urina sulle auto delle forze dell’ordine. Il vescovo Monari: «Scongiurare esiti tragici e ottenere il maggior bene possibile».Foto VideoAncora sulla torre i 5 immigrati che protestano a Milano – Video

Qui di seguito un report di sabato e domenica tratto dal blog

senzafrontiere.noblogs.org

 

Bologna, Brescia, Torino. Cortei, cariche, arresti

Sabato 13 novembre, Bologna. Diverse migliaia di persone partecipano al corteo regionale contro la truffa della sanatoria colf e badanti, il permesso di soggiorno a punti, la Bossi-Fini, i CIE. In testa il Coordinamento migranti di Bologna, poi gruppi, associazioni, semplici cittadini dal resto della regione e anche dal Veneto e dalla vicina Lombardia. Tante parole e poca musica in una giornata che ha dato voce ai migranti in lotta contro un sistema che ha “lo scopo di produrre clandestinità” e, quindi, “persone sfruttabili e ricattabili”. Il lungo serpente – tanti gli immigrati – ha percorso i viali, ma ha solo sfiorato il centro vietato alle manifestazioni dal governo della città, grazie ai poteri speciali concessi da Maroni lo scorso anno.
All’arrivo in piazza XX settembre i manifestanti hanno sostato a lungo, quando da Brescia sono giunte le notizie di violente cariche di polizia al corteo antifascista ed antirazzista.
Dai un’occhiata alle foto del corteo bolognese sul sito di Repubblica

Sabato 13 novembre, Brescia. Forza Nuova aveva annunciato un corteo in città: all’ultimo i fascisti rinunciano ma gli antifascisti scelgono comunque di manifestare in solidarietà con i quattro immigrati che resistono sulla gru di piazza Cesare Battisti. Sono lì dal 30 ottobre, quando la polizia ha caricato e distrutto il presidio davanti alla prefettura che andava avanti da oltre un mese.
Nell’ultima settimana, dopo le violente cariche di lunedì 8 novembre, la gru è sotto assedio. Due immigrati sono stati indotti a scendere con lusinghe e minacce. Uno di loro, l’indiano Singh, ha pagato cara la fiducia in un rappresentante del governo del suo paese: subito arrestato è stato condannato a sei mesi per “clandestinità” ed è scomparso. Forse in un CIE, forse deportato.
Il corteo indetto dalla “Rete antifascista bresciana”, aperto dallo striscione “Fuochi di resistenza” ha sfilato sino alle transenne piazzate dalla polizia per impedire di avvicinarsi alla gru. Quando hanno saputo che la polizia impediva di portare cibo e coperte ai quattro ragazzi lassù da 14 giorni, i manifestanti hanno provato a spostare le transenne, lanciando slogan e bottiglie contro la polizia. Il corteo è stato caricato con violenza per ben tre volte: numerosi i feriti. Cinque compagni sono stati fermati.
Guarda il video sulle cariche di CTVtube street: si vede chiaramente un manifestante a terra pestato da quelli dell’antisommossa.

Sabato 13 novembre, Torino. Un gruppetto di una decina di antirazzisti – solidali con le lotte dei migranti bresciani – fa un giro informativo sui marciapiedi del quartiere S. Salvario armato di striscione e megafono. Arrivano tre pattuglie di carabinieri e subito comincia un dialogo a suon di manganellate. Nonostante le sonore proteste della gente che, come di consueto, assiepa l’angolo tra via Berthollet e piazza Madama Cristina, i militari pestano duro: cinque compagni vengono portati nella caserma di via Guido Reni. Una trentina di solidali si raduna lì: in tarda nottata pareva certo li avessero arrestati tutti.

Domenica 14 novembre, Milano. Assemblea sotto la torre di piazzale Maciachini, dove, il 5 novembre, sono saliti diversi immigrati. Nonostante la pioggia battente c’è tantissima gente: si alternano al microfono antirazzisti e “senza carte” di varie località del norditalia ma non solo: tutti insistono sulla necessità che la lotta si allarghi ad altre città, non lasciando soli i ragazzi sulla torre e sulla gru a Milano e a Brescia. Peccato per la penosa passerella di politici venuti a cercare crediti elettorali. C’è da sperare che le loro tristi sirene restino inascoltate. Questo governo è deciso a non mollare: hanno fondato le loro fortune sul pugno di ferro contro gli immigrati e non torneranno indietro, se l’estendersi ed il radicarsi delle lotte non li indurranno a più miti consigli.

Domenica 14 novembre, Brescia. Intorno alle 15 gli immigrati sulla gru urlano e lanciano bottiglie: chiedono a gran voce cibo e acqua. Uno di loro si sporge pericolosamente su uno dei bracci della gru. Un gruppo di preti di varie religioni costruisce un tavolo di mediazione: alla fine vari carichi di roba da mangiare e da bere salgono sulla gru. Per gli scontri del giorno precedente due compagni sono stati denunciati a piede libero.

Domenica 14 novembre, Torino. Una settantina di antirazzisti di varie aree si da appuntamento in piazza Madama Cristina per un giro informativo sui pestaggi e gli arresti del giorno precedente.
La polizia questa volta si tiene alla larga.

Di seguito una rassegna stampa.

Bologna
Ansa
Manifestazione a Bologna: siamo tutti sulla gru
Per le strade del centro di Bologna ma con il cuore a Brescia. Così dalle 15,20, per quasi tre ore, il corteo della manifestazione dei migranti dell’Emilia-Romagna ha sfilato a Bologna contro “il razzismo della Bossi-Fini” e, in solidarietà agli immigrati che dal 30 ottobre protestano su una gru a Brescia. Secondo gli organizzatori, i manifestanti – molti stranieri, soprattutto uomini e qualche bambino – erano oltre 6.000 (4.000 per la questura) e hanno chiesto maggiori diritti al grido di “Siamo tutti sulla gru”. Questo lo slogan scritto anche sullo striscione tenuto da alcuni lavoratori della Fiom Bologna. Proprio la rappresentanza del sindacato era la più numerosa e rumorosa con bandiere e gruppi di stranieri con fischietti, caschi da lavoro e tamburi. Molte anche le bandiere di Usb (ex Rdb), oltre a un camioncino elettrico del centro sociale Tpo e parecchi giovani dei collettivi studenteschi. Sparuta la presenza dei partiti con qualche bandiera di Prc, Sel e Partito comunista dei lavoratori. Nessuna per il Pd, in piazza con pochi esponenti isolati. Tra loro Leonardo Barcelò ex consigliere comunale di origine cilena: “Oggi vorremmo dire che ‘Siamo tutti nipoti di Mubarak’ – ha detto a mo’ di provocazione – almeno così il governo potrebbe occuparsi di noi. La cosa buffa è che questo governo sta per cadere per via di un’immigrata come Ruby e non per una legge sull’immigrazione’”. Arrivato in piazza XX Settembre, il corteo non si è sciolto subito in attesa di aggiornamenti sugli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine in corso a Brescia. Poco dopo appreso che la situazione era tornata tranquilla, i manifestanti hanno lasciato la piazza.