Anche nel MV online
Un piano anti-amianto
per l’ex Frigorifero di Udine
Un intervento straordinario per bonificare l’area dall’amianto nell’ex Frigorifero di via Sabbadini è stato messo a punto dal Comune con l’intenzione di salvare lo storico edificio. Un piano necessario per risolvere due emergenze diverse: quella ambientale e quella architettonica.
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MV LUNEDÌ, 08 NOVEMBRE 2010 Pagina 7 – Udine
Ma resta sempre l’incognita legata ai 9,6 milioni di euro
Ex Frigo, un piano contro l’amianto
Il Comune vuole bonificare l’area e poi procedere al restauro
LE RISORSE
IL PROGETTOx
Una risposta della giunta dopo le recenti proteste del Csa sulla questione ambientale Timori anche per le infiltrazioni d’acqua che stanno minacciando lo stabile da recuperare
di CRISTIAN RIGO
Un intervento straordinario subito per isolare l’amianto e garantire la massima sicurezza in tutta l’area dell’ex Frigorifero e poi un unico appalto integrato per assegnare progettazione definitiva ed esecuzione dei lavori. Questo il piano messo a punto dal Comune per salvare lo storico edificio di via Sabbadini dal degrado.
Un piano in doppia mossa, che si è reso necessario per risolvere due emergenze diverse: la prima, sollevata dal Centro sociale autogestito (che nei giorni scorsi ha organizzato anche una manifestazione di protesta con tanto di volantinaggio), di natura soprattutto ambientale vista la presenza di una tettoia in eternit fatiscente; la seconda, invece, di tipo architettonico perché le infiltrazioni d’acqua stanno mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di quello che nei piani di palazzo D’Aronco dovrebbe diventare il “Centro culturale per la Mitteleuropa”.
Il condizionale però è d’obbligo perché, dopo la mancata assegnazione dei 9,6 milioni di euro per recuperare l’immobile in vista delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, promessi da Roma e poi mai arrivati, il futuro dell’ex Frigo è adesso di nuovo in discussione. Ma non la volontà del sindaco Furio Honsell di recuperare uno dei più importanti esempi di archeologia industriale presenti in provincia.
«Abbiamo già assegnato la progettazione preliminare (a disposizione per il recupero dell’area ci sono 6,5 milioni di euro) e – spiega l’assessore alla Gestione urbana, Gianna Malisani –, visto l’esito del sopralluogo con il Soprintendente Luca Rinaldi, che ha evidenziato la necessità di procedere quanto prima al recupero per evitare che le infiltrazioni compromettano definitivamente l’edificio, stiamo facendo il possibile per ridurre i tempi di attesa prima di avviare il cantiere. In quel contesto – assicura l’assessore – era già previsto anche un intervento per risolvere l’emergenza-amianto, ma il degrado della pensilina ci ha convinto a separare i due interventi».
Prima di tutto quindi il Comune farà partire una bonifica. «Stiamo verificando con gli uffici la possibilità di reperire i fondi necessari – dice ancora la Malisani – perché si tratta di interventi costosi che devono seguire una procedura ben precisa. In attesa della bonifica vera e propria, amplieremo l’area di sicurezza che è stata transennata per evitare qualsiasi possibilità di contatto, ma tengo a precisare che quella zona non faceva parte del parcheggio».
Risolto il problema amianto, si procederà con il recupero dell’immobile e si discuterà sulla possibile destinazione. Ecco perché il Comune ha dato all’associazione temporanea di imprese costituita dalla Progettazione tecnica organizzata scarl di San Donà di Piave, dallo studio Novarin di Udine e da Bulfone Francesco di Tavagnacco, l’indicazione «di recuperare la struttura lasciandola open-space». Un pezzo di storia da salvare e uno spazio vuoto da “abitare” che sarà dunque restituito alla città.