ELETTROSMOG/ Cellulari: provate modificazioni biologiche

 

 

VIENE MODIFICATA LA CONCENTRAZIONE DI UNA PROTEINA PROTETTIVA

Gli effetti del cellulare sul nostro cervello

Un nuovo studio condotto in Svezia rileva un cambiamento biologico in seguito all’esposizione prolungata ai dispositivi senza fili

Per la prima volta misurata una modificazione biologica  nel liquido cefalorachidiano associata all'uso prolungato di  telefoni wireless (Lapresse)
Per la prima volta misurata una modificazione biologica nel liquido cefalorachidiano associata all’uso prolungato di telefoni wireless (Lapresse)

MILANO – Per ora l’unico dato certo è che producono un effetto biologico sul nostro cervello. Non è ancora chiaro se ciò comporti anche dei rischi, ma viene comunque consigliato di usare con la massima accortezza (e tutte le precauzioni del caso) telefonini e altri dispositivi senza fili.

GLI EFFETTI – Da uno studio condotto dall’Università di Örebro in Svezia è emersa una forte correlazione tra l’uso dei cellulari e una proteina contenuta nel liquido cefalorachidiano, responsabile tra le altre cose di proteggere il cervello dalle influenze esterne. L’utilizzo intenso di dispositivi wireless tende a far crescere il livello di questa proteina (la transtiretina) nel sangue.

PRUDENZA – I ricercatori consigliano ancora prudenza nell’interpretazione di questi dati. Non è del tutto chiaro se l’aumento della proteina debba essere considerato un segnale di rischio per la nostra salute. Ad ogni modo, c’è ora evidenza scientifica che i cellulari producono un cambiamento biologico nel nostro cervello che, per auto-difendersi dal flusso costante di segnali wireless, tende a produrre in quantità maggiore transtiretina.

MAL DI TESTA – Una seconda parte dello studio si è focalizzata anche sui sintomi che bambini e adolescenti associano all’uso regolare dei cellulari. Sono stati rilevati mal di testa, disturbi asmatici e problemi di concentrazione. Anche in questo caso, però, è ancora troppo presto per arrivare a delle conclusioni: «È necessario svolgere ulteriori accertamenti per escludere la presenza di altri fattori».

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PRECAUZIONI – In attesa di avere dati più certi sui rischi, è comunque consigliabile adottare alcune precauzioni. Solo il 2% dei bambini e degli adolescenti, ad esempio, utilizza gli auricolari. «Il che è preoccupante – sottolineano i ricercatori svedesi – Non sono stati ancora chiariti gli effetti sul lungo periodo dell’esposizione alle onde elettromagnetiche. Al momento si prende in considerazione solo il riscaldamento prodotto dai cellulari (il cosiddetto “effetto termico”). Ma potrebbero esserci altri fattori indipendenti dal riscaldamento di cui potremmo renderci conto solo dopo molti anni».

Nicola Bruno
12 novembre 2009